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Voto dietro l’angolo, centrodestra a rischio disfatta

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Ultima chiamata per il centrodestra, nonostante l’inutile ammucchiata nello studio di Draghi. Neppure la Settimana Santa è riuscita a mettere un po’ di pace nelle guerre fratricide in corso tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia nelle quali l’uno continua a dare del Giuda all’altro, mentre i piccoletti attorno a loro abbaiano alla luna. A porgere un ramoscello d’ulivo è stato, ancora una volta, un Silvio Berlusconi in grande spolvero, ma nessuna colomba pasquale si è vista ancora volare nei «cieli azzurri». Se lo psicanalista inglese Donald Winnicott avesse conosciuto Berlusconi, non avrebbe avuto dubbi a confermare le sue teorie sulla cosiddetta «madre sufficientemente buona»: allatta copiosamente i suoi pargoli ma non riesce ad essere genitore coni suoi stessi eredi, i quali, a loro volta, non vogliono essere figli e non riescono neppure ad essere fratelli tra loro.

La cosiddetta «famiglia mostruosa» tanto studiata dalla scuola di psicanalisi francese. È un canovaccio che si ripete da tempo e che passa da Bossi, Fini, Casini, Follini, Toti, Alfano, Fitto, Lupi, solo per citarne alcuni, per arrivare a Salvini e alla Meloni. Tuttavia, più che ricorrere alla psicanalisi, ci vorrebbe un mago per spezzare il sortilegio. Il centrodestra maggioranza nel Paese non riesce proprio a spiccare il volo. Troppe sono le piccole camarille, soprattutto intorno a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Con i tre rispettivi leader, Meloni, Salvini e Berlusconi che, anziché compattarsi, ogni giorno si allontanano di più, dividendosi anche al loro interno. Così come, ironia della sorte, due di loro sono accomunati da analoghi destini: Berlusconi e Salvini, ad esempio, non si riconoscono al Governo con ministri (Giorgetti, Garavaglia, Stefani, Brunetta, Gelmini e Carfagna) che hanno dimenticato i loro partiti appiattendosi sul Premier, salvo cominciare a guardarlo di sottecchi da quando non è più SuperMario.

Alcuni loro atteggiamenti hanno addirittura del paradossale, come il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti che si divide da Salvini su scelte importanti, come per l’ex Ilva di Taranto oi balneari. Oppure i ministri di Forza Italia che, con i loro portaborse, non hanno neppure consentito allo stimato governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, e ad alcuni parlamentari di pranzare insieme a loro in un salotto «off limits» allestito nello stesso albergo romano dove si teneva la convention. Si sono dovuti accontentare di tramezzini al bar. Poi c’è la senatrice Licia Ronzulli che, non potendo fare anche la sposa, nel matrimonio virtuale si è occupata di tutto il resto, dagli abiti agli allestimenti, e con la sua regale andatura bacchetta come una zarina i parlamentari quando non va a parlare in tv di strategie militari. Miseria e nobiltà… Queste ridicole bagarre rischiano di trasformarsi in una valanga se il centrodestra non riuscirà a trovare una quadra già dalle prossime elezioni in Sicilia, isola che da sempre segna, così come la Rai, il termometro di quello che succederà a Roma.

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