Esteri

Non solo Medio Oriente, l’influenza di Hezbollah in Africa e America Latina

Attraverso una rete di traffici illeciti (droga, contrabbando) e il sostegno iraniano, è riuscito a consolidare la sua presenza globale e a finanziare le sue attività terroristiche

Hezbollah flag (Skynews)

Hezbollah ha esteso la sua influenza ben oltre il Medio Oriente, diventando una forza rilevante anche in Africa e America Latina.

Attraverso una rete di traffici illeciti e finanziamenti clandestini, il movimento terrorista è riuscito a consolidare la sua presenza globale, sfruttando istituzioni deboli e il caos nei Paesi instabili. Con il supporto strategico dell’Iran e del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), Hezbollah è coinvolto in traffici di droga, riciclaggio di denaro e collaborazioni con cartelli e reti criminali.

Traffici in Africa

In Africa, Hezbollah ha costruito una solida infrastruttura criminale, approfittando della corruzione e delle fragilità istituzionali. Il traffico di diamanti e narcotici, il riciclaggio di denaro e l’uso di organizzazioni di beneficenza come copertura sono tra le principali attività che finanziano le sue operazioni. La diaspora libanese gioca un ruolo centrale nel fornire un supporto economico e logistico. In Guinea, Sierra Leone e Repubblica Democratica del Congo (RDC), le attività commerciali legate al gruppo si mescolano tra il legale e l’illegale, rendendo difficile rintracciare le fonti di finanziamento.

Uno dei principali protagonisti del sistema di finanziamento di Hezbollah in Africa è Kassim Tajideen, imprenditore libanese arrestato e condannato nel 2018 negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro a sostegno del gruppo. Le sue operazioni in Guinea e Sierra Leone, in settori come telecomunicazioni, distribuzione alimentare e immobiliare, generavano profitti significativi per Hezbollah. Nonostante la condanna a cinque anni, Tajideen è stato rilasciato nel 2020, simboleggiando quanto sia complesso il contrasto alla rete finanziaria del gruppo in Africa.

Un altro esempio significativo del radicamento economico del gruppo in Africa è rappresentato dalle sanzioni del Tesoro Usa all’Euro African Group, una società con sede in Gambia gestita da Hussein Tajideen, fratello di Kassim Tajideen. Secondo l’intelligence statunitense, l’Euro African Group ha lavorato a stretto contatto con altri finanziatori di Hezbollah in tutta l’Africa occidentale per incanalare milioni di dollari verso il Libano, profitti utilizzati per finanziare le attività militari del gruppo. Questo dimostra come la rete finanziaria di Hezbollah si estenda attraverso una complessa architettura criminale in tutto il continente.

Nella RDC, Hezbollah è coinvolto nel contrabbando di diamanti, sfruttando la mancanza di controlli statali per movimentare le pietre preziose dalle zone di conflitto. I proventi derivanti dalla vendita di questi diamanti sul mercato internazionale rappresentano una fonte di liquidità per il gruppo, eludendo le sanzioni internazionali. Gli intermediari locali gestiscono il commercio a Kinshasa e Lubumbashi, collegando queste operazioni alle reti finanziarie di Hezbollah.

I cartelli sudamericani

Inoltre, Hezbollah ha rafforzato le sue operazioni criminali globali collaborando con cartelli della droga. Nel 2011, Ayman Joumaa, un esponente del gruppo, è stato incriminato negli Stati Uniti per aver gestito una rete di riciclaggio di denaro collegata ai cartelli sudamericani, utilizzando l’Africa come hub di transito per la cocaina destinata al Medio Oriente e all’Europa. Questi profitti hanno alimentato le capacità militari e politiche di Hezbollah in Libano.

In America Latina, Hezbollah ha trovato terreno fertile per espandere le sue attività sin dagli anni Ottanta, utilizzando la regione come base per traffici illeciti che finanziano le sue operazioni globali. La Tri-Border Area, al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, è uno dei principali centri di queste operazioni, con scarso controllo statale e frontiere porose che agevolano il traffico di droga e merci di contrabbando.

Il “Progetto Cassandra”

Uno degli strumenti più potenti utilizzati per contrastare l’espansione di Hezbollah in America Latina è stato il “Progetto Cassandra”, un’indagine della Drug Enforcement Administration (DEA) degli Stati Uniti avviata nel 2008. L’operazione, durata anni, ha svelato come Hezbollah utilizzasse il traffico di droga e il riciclaggio di denaro per finanziare le proprie operazioni terroristiche. Il gruppo sfruttava un sofisticato schema di riciclaggio che coinvolgeva la vendita di auto usate tra gli Stati Uniti e l’Africa. I proventi della droga venivano riciclati attraverso queste vendite, rendendo difficile per le autorità seguire il flusso di denaro.

Il “Progetto Cassandra” ha rivelato anche la collaborazione tra Hezbollah e i cartelli della droga colombiani e messicani, dimostrando il ruolo strategico della regione nelle finanze del gruppo. Tuttavia, le pressioni politiche dell’amministrazione Obama, dovute alla negoziazione dell’accordo sul nucleare con l’Iran, hanno rallentato l’operazione, impedendo di smantellare completamente la rete.

Il sostegno iraniano

Il supporto dell’Iran è cruciale per l’espansione globale del Partito di Dio. Attraverso le Guardie della Rivoluzione Islamica, Teheran garantisce al gruppo sciita infrastrutture logistiche, addestramento e armi, permettendogli di rafforzare la sua presenza in Africa. L’Iran, già attivo nel continente con il governo del defunto Raisi, ha puntato molto sull’Africa, in Paesi strategici come il Sudan e il Niger, rispettivamente per lo sbocco sul mare e il mercato dei droni, e per l’uranio, favorendo il radicamento di Hezbollah nella regione.

Hezbollah, grazie a questi solidi collegamenti con l’Iran e i cartelli criminali, ha saputo trasformarsi in attore di primo piano nelle reti del crimine organizzato internazionale. Non è un problema solo di Israele.

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