Esteri

Un nuovo fronte in Giordania? La minaccia delle milizie filo-iraniane

La milizia irachena filoiraniana “Katib Hezbollah” si dice pronta ad armare la Resistenza islamica in Giordania per difendere Hamas e i “fratelli palestinesi”

Al-Akhbar (MEMRI)

L’Iran rappresenta una chiara minaccia per la Giordania, mirando a indebolirne il governo e a destabilizzare il Paese che confina col “piccolo Satana”, Israele, ed ospita militari e spie del Grande Satana, gli Stati Uniti. La geografia e la demografia condannano la Giordania a essere coinvolta nelle mire turbo-scioviniste dei mullah iraniani. Il Regno hascemita sa come difendersi.

Una posizione difficile

Sia l’intelligence giordana, il GID molto capace, sia le forze armate sono ben finanziate e apprezzate per la loro professionalità. Considerando i dati demografici e le dinamiche politiche regionali, la Giordania ha sempre adottato un approccio prudente, bilanciando le alleanze con l’Occidente (la Commissione europea ha varato un pacchetto di assistenza macro-finanziaria alla Giordania per 500 milioni di euro) e il sostegno degli Stati del Golfo, mentre continua a perseguire la pace con Israele. Allo stesso tempo, ha offerto spazio e supporto retorico ai sostenitori della causa palestinese.

Questo è inevitabile data la posizione geografica della Giordania che costituisce gran parte del confine occidentale di Israele, dove la maggioranza della popolazione è di origine palestinese. Dal 1948, la percentuale di palestinesi, con o senza cittadinanza giordana, rimane la più alta del mondo, rappresentando circa il 60 per cento della popolazione.

Il re di Giordania continua a essere il custode tradizionale dei luoghi santi musulmani e cristiani a Gerusalemme, mentre sua moglie, la regina Rania, ha origini palestinesi e lo ha ricordato alla Cnn lo scorso ottobre, quando via Christiane Amanpour ha accusato l’Occidente di trattare la questione palestinese usando due pesi e due misure.

In Giordania i mullah potrebbero trovare terreno fertile dove gettare i semi del male e dopo il 7 ottobre Teheran è impegnata a pascolare Cavalli di Troia attraverso i palestinesi che si affezionano sempre di più ad Hamas e alle milizie irachene filoiraniane di Katib Hezbollah, quelle che hanno rivendicato l’attentato dello scorso gennaio contro la base Usa Tower 22, nella Giordania nord-orientale, vicino al confine con la Siria: sono stati uccisi tre soldati americani mentre altri 34 sono rimasti feriti (poi, a febbraio, gli Usa hanno ucciso tre dei responsabili dell’attacco…).

Chiamata alle armi

Nei primi giorni di aprile un signore di nome Abu Ali al-Askari, capo della sicurezza della milizia irachena Kataib Hezbollah, ha dichiarato che il suo gruppo è pronto ad armare la Resistenza islamica in Giordania, “al fine di difendere i fratelli palestinesi e vendicare l’onore dei musulmani”.

Al-Askari ha annunciato l’intenzione di fornire armi leggere e medie, lanciatori anti-corazzati, missili tattici, munizioni ed esplosivi a circa 12 mila combattenti. Questo supporto è condizionato alla raccomandazione di Hamas e della Jihad Islamica palestinese, affinché i militanti giordani possano ricevere le armi e prepararsi a contrastare l’entità sionista. Questo il messaggio in arabo dal sito web Middle East Media Research Institute (MEMRI), l’Istituto di ricerca sui media mediorientali, un centro studi con la sede centrale a Washington e con diramazioni in Israele, Iraq, Germania.

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Il giorno successivo a tale annuncio, il quotidiano libanese al-Akhbar, fortemente influenzato dagli Hezbollah libanesi, ha dedicato la sua prima pagina alle manifestazioni di massa in corso in Giordania a sostegno di Hamas a Gaza, con il titolo “L’alluvione del Giordano – Un nuovo fronte di resistenza”.

Nell’edizione di quel giorno, il giornale conteneva anche due rapporti sulla creazione di un fronte in Giordania per sostenere i palestinesi. Uno, intitolato “L’alluvione in Giordania si espande”, si concentrava sulle manifestazioni pro-Hamas e sui tentativi del regime giordano di limitarle. Il secondo, intitolato “La resistenza irachena sta espandendo i suoi aiuti: il fronte giordano non è morto”, trattava degli sforzi dell’Asse della resistenza per stabilire una milizia ad essa fedele in Giordania.

Il sostegno dell’Asse della resistenza alle manifestazioni filopalestinesi in Giordania, così come i suoi sforzi per creare una milizia nel Paese, fanno entrambi parte del grande piano dell’Iran per destabilizzare l’area e mantenere il giuramento di distruggere Israele, “l’entità sionista”. Bayad: un dovere, annientare Israele. Lo ha detto per primo Khomeini, lo ha ripetuto Ahmadinejad. Lo abbiamo visto il 7 ottobre.

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Prima pagina del numero del 3 aprile 2024 di Al-Akhbar: “L’alluvione del Giordano. Un nuovo fronte di resistenza”.
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