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Italiani che fanno secco un italiano, sovranista per giunta…

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Evviva, i due assassini del povero Luca Sacchi sono italiani. La certezza non c’è ancora, ma in questo caso le cautele possono tranquillamente fottersi, mica parliamo di migranti, richiedenti asilo, che quando delinquono bisogna leggere i resoconti con la lente d’ingrandimento per capire da dove vengono. Il garantismo, il politicamente corretto per questa volta li lasciamo da parte, conta di più la tempestività, la verità, l’informazione dura e pura non fa sconti. Anzi, a dirla chiara anche questo è politicamente corretto, serve a riabilitare l’immagine di troppi cittadini del mondo ingiustamente discriminati. Serve a inoculare gli anticorpi per il razzismo, che ne abbiamo tanto bisogno.

Evviva, due criminali italiani, così possiamo spalancare i porti ancora di più, di più, di più, come ha promesso la ministra Lamorgese. Che poi chi era questo ventiquattrenne abbattuto a revolverate per aver difeso la fidanzata in una rapina? Un sovranista, come ha chiarito il sito di informazione di Enrico Mentana. Eh, i fatti, prima di tutto. La verità, a qualunque costo. Non per niente hanno pure l’omino petulante che fa le pulci agli altri, che si diverte a sbugiardare le notizie farlocche o che a lui così paiono. Verità, animo, rischio, il mestiere oltre l’ostacolo. Sono andati a spulciare i contenuti sui social del ragazzo mentre veniva dichiarato cerebralmente morto e hanno concluso: “era un giovane di idee sovraniste, come si vede chiaramente dai suoi post sulla sua pagina Facebook”. Mecojoni! Non un giovane a detta di tutti leale, serio, coraggioso, uno che aveva fatto della sua passione sportiva un mestiere, si era messo in gioco, aveva aperto una palestra, era un imprenditore, non uno che passava per il reddito di cittadinanza. Un sovranista, questo c’era da dire, questo è imprescindibile. Questo marca la differenza. Due italiani, forse, chissà, l’hanno fatto fuori ed era un sovranista, che ci vuoi fare?

Evviva, avete visto, gli italiani ammazzano anche loro, e non solo il sabato. O, per dirla meglio, gli italiani si ammazzano tra loro. E quindi zitti, muti, si andassero a nascondere sovranisti e salviniani, cos’hanno da dire adesso? Che sollievo, due farabutti italiani, italiani, italiani come non si stanca di ripetere la Repubblica. Chissà se per loro, quando li prenderanno, si scomoderà il deputato dem Scalfarotto. Forse sì, Caino è da sempre l’eroe nazionale di ogni sinistra, comunque che sollievo, che leggerezza, che Nemesi, che feroce ironia del destino, ora aspettiamo i pistolotti rieducativi di Saviano, Murgia, Lerner, come la mettiamo adesso coi nostrani che giustiziano i nostrani con un colpo alla testa?

A proposito: nessuno si azzardi a cavare una speculazione politica su questa tragedia, come ha tuonato il premier Conte col suo migliore sguardo da duro. Non provateci neanche, in altre parole, ad insinuare che nella Roma grillina, la Roma della sindaca Raggi si può crepare anche così, e non sarebbe la prima volta, o almeno restare storpiati, paralizzati, massacrati. Questo è il tempo del rispetto, del dolore compunto, della riflessione, della pietà. Non dello sciacallaggio. Non della miseria umana. Non delle insinuazioni volgari o subdole. Però che sollievo, che storia, due italiani, italiani, italiani che fanno secco un italiano, sovranista per giunta.

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