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Libertà e responsabilità. Il discorso che vorremmo ascoltare dal presidente Draghi

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“Non si può non notare il fatto che gli uomini che si limitano a esercitare le loro abitudini professionali e che sono troppo abituati all’uso ricorrente di queste loro facoltà, diventano inadatti e non qualificati per qualunque cosa dipenda dalla conoscenza dell’umanità, dall’esperienza di affari diversi, da una visione completa e corrente degli interessi vari, complicati, esterni e interni che concorrono alla formazione di quella cosa multiforme chiamata Stato.”
Edmund Burke

Cari concittadini, da più di un anno oramai stiamo affrontando tutti insieme le gravi difficoltà provocate dalla diffusione del virus Covid-19.

È inutile negare che siamo stati colti di sorpresa e che il mondo intero non era attrezzato per un risposta celere e adeguata alla diffusione della pandemia.

Non credo si possano biasimare, quindi, le misure particolarmente restrittive che sono state assunte dal Governo italiano nella prima metà del 2020. L’elevato numero di morti che sin da subito ha caratterizzato la pandemia, soprattutto in alcune regioni del nostro Paese, e l’impossibilità di usufruire nell’immediato di acquisizioni scientifiche affidabili hanno costretto i governi a imporre una grave compressione dei diritti e delle libertà fondamentali.

Lo choc emotivo è stato intenso e ha colpito ogni singolo italiano; mi sembrerebbe persino irriguardoso descrivere dalla mia posizione privilegiata i sacrifici economici ai quali siete stati costretti. Ma sappiate che ho piena consapevolezza delle condizioni in cui versa la Nazione che ho deciso di servire.

Nel corso di quattordici mesi sono state avanzate numerose ipotesi su come affrontare la pandemia e sono stati fatti diversi tentativi per cercare di arrestarne il corso. Purtroppo gli esiti non sono stati del tutto soddisfacenti e a distanza di un non più breve lasso di tempo dobbiamo guardare in faccia la realtà e ammettere che le conseguenze negative delle restrizioni adottate non sono più tollerabili.

Emergono con sempre maggiore evidenza le crescenti difficoltà in cui si imbattono milioni di nostri concittadini e milioni di giovani studenti. La profonda crisi economica degli ultimi mesi è la crisi dell’esistenza umana di un numero troppo elevato di italiani e abbiamo tentato di attenuarne gli effetti con soluzioni che compromettono inevitabilmente l’orizzonte futuro delle nuove generazioni. Si registrano effetti collaterali intensi nel benessere psicologico di un sempre maggior numero di cittadini e, ciò che appare sempre più evidente, la battaglia per debellare definitivamente il coronavirus non è questione di poche settimane ancora.

Il potenziamento del sistema sanitario non è affare di poco conto e devo prendere atto che rappresenta una sfida che non abbiamo voluto affrontare, scoraggiati forse dalle grandi difficoltà che ci attendevano.

La campagna di vaccinazione procede a ritmi non ancora del tutto soddisfacenti ed è lo Stato a essere responsabile di questo grave deficit organizzativo. Ne ho piena consapevolezza e mi sto adoperando, con tutte le risorse e le energie di cui può disporre il Governo, per un repentino cambio di passo.

I sacrifici che abbiamo imposto a milioni di operatori economici, l’impossibilità di procacciarsi i mezzi di sussistenza per molti mesi, non sono stati compensati celermente e adeguatamente con indennizzi e ristori.

Il mondo scientifico è ancora diviso sulla bontà di alcune soluzioni che abbiamo ritenuto di perseguire sino a questo momento.

Cari concittadini, è arrivato il momento di cambiare strategia, di guardare in faccia la realtà e di decidere di convivere col virus nel modo meno doloroso possibile. È arrivato il momento di riconoscere che lo Stato non è onnipotente e onnisciente. Non credo sia possibile andare oltre nella compressione della libertà di ciascuno di voi. Non sono tra quelli che ritengono che il Governo possa disporre a piacimento della vita dei cittadini nemmeno davanti a una prolungata crisi sanitaria.

Ritengo invece che superata la fase dello sconcerto e dello smarrimento la risorsa più efficace sia l’appello alla responsabilità di ogni italiano; nessuno sa meglio di voi come gestire e come affrontare nella quotidianità il rischio di potere contrarre il virus. Conoscete le potenzialità nocive del Covid per averle osservate da vicino in questi mesi, sapete quali sono le misure di precauzione che possono ridurre sensibilmente il rischio di contrarre il virus, disponete adesso della consapevolezza delle potenzialità limitate del servizio sanitario e, allo stesso tempo, delle nuove acquisizioni della medicina. Siete tutti in lista per una prossima e speriamo celere vaccinazione.

Non può essere più il Governo a prescrivere a milioni di essere adulti e responsabili la condotta da tenere in ogni singolo momento della quotidianità; non può essere il Governo che rappresenta il popolo a minacciarlo, intimorirlo, scoraggiarlo, rendergli impossibile l’esistenza.

L’Esecutivo ha piena consapevolezza dei suoi compiti: deve farsi carico di una campagna di vaccinazione celere ed efficace, deve garantire la continuità dello svolgimento di tutti i servizi pubblici essenziali, deve assicurare l’ordine e la sicurezza, deve fornire tutte le informazioni necessarie alla popolazione in un frangente come questo.

Non sono più disposto però a imporre divieti e restrizioni che umiliano la vostra libertà e la vostra dignità. Il mio compito è di ricordarvi che esiste un pericolo, un rischio da non sottovalutare e che si possono adottare misure per contenerlo nello svolgimento di qualsiasi attività umana. Comprendo allo stesso tempo che la decisione sulla gestione di ogni rischio connaturato all’esistenza umana spetta a ciascuno di voi e non posso pensare che la vita non sia cara a  ogni singolo cittadino.

La vera sfida adesso è quella di fare buon uso della libertà individuale di cui siamo dotati per natura nei limiti in cui non arrechiamo danni ad altri. Credo nella libertà e nella responsabilità di ogni singolo italiano.

Mi accingo, pertanto, a rimuovere ogni limitazione alla libertà di circolazione all’interno del territorio nazionale e ogni restrizione allo svolgimento di qualsivoglia attività economica e lavorativa.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

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