Anche in questa apertura dell’estate non si è spenta l’offensiva di primavera, che la sinistra e l’informazione mass-mediatica che la supporta hanno ossessivamente condotto contro Salvini, considerato come il vero ed unico padrone del Governo giallo-verde, come tale destinato inevitabilmente ad assumere il profilo di un dittatore in pectore. La sequenza degli attacchi alla baionetta è stata continua e massiccia, senza peraltro conseguire alcun risultato in termini di consenso elettorale, almeno a stare ai sondaggi che ogni lunedì Mentana ci somministra dal telegiornale serale di La7; anzi essi danno la Lega in continua crescita, fino a lambire il fatidico 40 per cento.
Si è data come sicura l’utilizzazione della finestra aperta fino al 20 luglio da parte della Lega, con la prospettiva di una consultazione politica a settembre. In contemporanea si è accreditata l’apertura della procedura per debito eccessivo su iniziativa della Commissione europea. Lo diceva la stampa, lo gridava la televisione, lo certificava tutta la composita squadra di guru, in perenne servizio attivo di metereologici del brutto tempo. Niente di niente, ma nessuna presa d’atto di previsioni errate, bensì solo giustificazioni a posteriori: la crisi se non c’è stata, ci sarà prima o poi; la procedura è stata evitata solo per aver osservato alla lettera le direttive provenienti da Bruxelles e, comunque, è posticipata all’autunno.
Naturalmente non è mancato il continuo martellamento sul fallimento delle due riforme identitarie del Governo, reddito di cittadinanza e quota 100, che, per oggi, hanno solo rivelato di costare meno del previsto, liberando somme per la manovra di assestamento del bilancio; nonché sul costante ed irreversibile deterioramento del sistema Italia, che, per il momento, mostra un equilibrio strutturale, se pure nel quadro recessivo comune alla stessa Germania, cioè alla preclara locomotiva dell’Europa. Ecco, allora, le armi segrete messe in campo. Una è stata la beatificazione della tedesca Carola, promossa da una confusa ordinanza della Gip di Agrigento, che se avesse avuto dubbi sulla costituzionalità del decreto sicurezza bis, avrebbe dovuto rimettere la questione alla Corte costituzionale, non essendo praticabile alcuna lettura secundum constitutionem. L’altra, assolutamente usuale, praticata ogni qualvolta la via politica è preclusa, di montare il caso “Moscopoli”, senza tener conto alcuno dell’indagine aperta dalla procura di Milano, che la ritiene complessa e lunga.
La lezione della storia non aiuta, perché con Berlusconi si è coltivata questa scorciatoia, ma, nonostante che lì c’era ben altro, considerato rilevante e provato giudizialmente, l’effetto elettorale negativo è mancato del tutto. La conferma è sempre la stessa, l’italiano è ampiamente vaccinato sui complotti e sui percorsi penali (a proposito non si è lasciato sfuggire Palamara in una delle sue intercettazioni che, in ragione della sua corrente nella Anm, doveva combattere Berlusconi!!!). Vuole proposte politiche che lui consideri condivisibili e praticabili, a cominciare dalla immigrazione e dalla sicurezza. Certo è analfabeta d’origine o di ritorno, è segnato da un patrimonio genetico orientato al fascismo, è provvisto di un pancione che digerisce ogni balla, è condizionato da una realtà percepita smentita da ogni analisi obbiettiva ecc.; ma, purtroppo è dotato costituzionalmente di un diritto al voto.
Da ultimo la votazione europea. Niente male, la candidata Ursula Von der Leyen si trova contro 70/80 franchi tiratori della sua tradizionale maggioranza, compensati dai voti sovranisti della Polonia e dell’Ungheria, nonché da quelli dei 5Stelle, che si illudono di poter contare qualcosa in futuro. Dopodiché la nostra laureata presidente della Commissione dichiara di aver vinto contro i sovranisti, cioè Le Pen e Salvini; per poi, in seguito, dichiarare pubblicamente che controllerà con rigore i conti italiani.
Per chiudere vorrei effettuare un breve confronto fra i due programmi che sono andati in scena giovedì sera 18 luglio su La7 e su Rete4. A In Onda c’è stato un interminabile soliloquio di Zingaretti, alimentato da due giornalisti, ogni qualvolta sembrava esaurito, con un’“ultima domanda”, con un quadro nerofumo dello stato del Governo, del sistema, del Paese, presentato con viva partecipazione emotiva. A Fuori dal coro, una esposizione articolata delle accuse penali mosse al sindaco di Riace, nonché una stringente ricognizione, accompagnata da una documentata casistica, circa la speculazione fatta da molte Onlus sui famosi 35 euro corrisposti per ciascun immigrato, con connivenze estese alle pubbliche istituzioni. Chiacchere alate contro informazioni puntuali: a chi è più facile che creda il paziente utente?