Politica

Londra come Gotham City? Ecco i deliri degli inconsolabili chiusuristi e anti-Brexit

A dare fastidio è che non si siano realizzati gli scenari apocalittici preconizzati per la linea aperturista di Johnson e la Brexit

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Hegel sosteneva che la lettura dei giornali è la preghiera dei laici. Da un po’ di tempo (e questa tendenza si è particolarmente accentuata nell’era pandemica), sfogliare i quotidiani richiede un grosso sforzo per non iniziare la giornata con una serie di imprecazioni.

La qualità dell’informazione risente chiaramente del paternalismo misto a tremendismo con cui si sono affrontate le vicende sanitarie, trasformando di fatto i giornali in riviste mediche. Naturalmente, una volta imboccata questa strada, si fa fatica a venir fuori dalle sabbie mobili anche per non cadere in stridenti contraddizioni.

L’articolo di Agnello Hornby

Ecco, allora, che sulla carta stampata è possibile ancora trovare un articolo come quello pubblicato su La Stampa a firma di Simonetta Agnello Hornby. Il titolo è già eloquente: “Se Londra diventa povera e cattiva”. Assomiglia a quello di una serie, Gangs of London, presentata come la Gomorra (che sta bene su tutto) del Regno Unito, in cui la capitale inglese è rappresentata come una sorta di crocevia della criminalità organizzata mondiale.

Scrive la Agnello Hornby che “la pessima gestione della pandemia l’ha trasformata. Nelle strade aumentano senzatetto, mendicanti e criminalità. Chi può va a vivere in campagna”. A parte che sfugge l’attinenza tra il periodo pandemico e tutte queste conseguenze nefaste enunciate dall’articolista. Infatti, il Regno Unito è stato bersagliato di critiche proprio per aver avuto un atteggiamento più flessibile, per aver stressato meno di altri Paesi l’economia e le libertà individuali.

Si ricorda la replica piccata del presidente Sergio Mattarella (“Noi amiamo la libertà ma anche la serietà”) a Boris Johnson che aveva spiegato come fosse più complicato far accettare al popolo britannico la compressione dei diritti per ragioni sanitarie. Invece, leggendo la Agnello Hornby, ora scopriamo che:

“la violenza per strada è aumentata e ha raggiunto punte inimmaginabili. In famiglia e nei condomini, gli abusi sui bambini e le persone fragili aumentano. Alcuni degli aggressori sono giovani. I senzatetto, i drogati e i mendicanti un tempo non erano minacciosi. Adesso sì. E colpiscono. I furti per strada sono aumentati visibilmente. Quando esco la sera, sono apprensiva. Le famiglie scappano da Londra e dalla City, vogliono allevare i figli in campagna e lavorare attraverso i computer…”

Adesso, a parte l’immagine bucolica ricorrente, stupisce questa rappresentazione degna di The Guns of Brixton, famoso pezzo dei Clash, oltre l’elogio dello smartworking che ha contribuito a impoverire le aree commerciali e a desertificare interi quartieri.

A Londra la pandemia è un lontano ricordo

Intanto, chi ha modo di frequentare la capitale inglese può accorgersi che qui l’era pandemica è un lontano ricordo: le strade sono piene, ci sono concerti ogni sera sia all’aperto che al chiuso, gli aeroporti sono di nuovo affollati e il turismo è ripartito a ritmi sostenuti invogliato pure dalla fine anticipata delle blande restrizioni sanitarie.

Per di più, in questi giorni, sono in programma i mega festeggiamenti per il Giubileo di Platino della Regina, i 70 anni di regno. Insomma, Londra è una città viva e in fermento molto lontana dalle metropoli italiane piegate dall’intransigenza sanitaria che ha provocato il fallimento di tante imprese medio-piccole e una crisi economica incalzante. Solo a volerlo ipotizzare, il paragone non reggerebbe.

Il vero bersaglio è Johnson

Infatti, continuando nella lettura, si comprende qual è il vero bersaglio: Boris Johnson definito “uno sbruffone dalla parola facile e un certo charme sessuale da Falstaff nonostante abbia frequentato le scuole dell’aristocrazia”.

Pure le mogli di Johnson (“che piace a certe femmine”) sanno che di lui “non ci si può fidare: è amorale e bugiardo”. Il fatto che abbia “tollerato, se non incoraggiato festini” è il motivo principale per cui si è beccato il virus venuto dalla Cina. E qui, più che nel sanitario, siamo proprio nel giudizio moralistico ma la Agnello Hornby va avanti per la sua strada senza rallentare anche a costo di perdere il filo.

Dice che il buon Boris ha allentato le misure per permettere all’economia di ripartire ma poi delinea uno scenario da incubo: untori per le strade, finanze fuori controllo e sanità allo sfascio (chissà se ha mai avuto esperienze con quella italiana e in particolare quella del meridione). È chiaro che lo scopo dell’invettiva è mettere in cattiva luce il leader conservatore sgradito a buona parte della stampa italiana.

Le città italiane messe peggio

Sarebbe più esatto affermare che i danni economici provocati dalla gestione dell’epidemia (non dall’epidemia in sé) sono stati più pesanti in quei Paesi, come l’Italia, che hanno insistito con regole e regolette particolarmente ottuse.

Così come è innegabile che tutte le grandi metropoli del mondo sono interessate da problemi di sicurezza, però da qui a tratteggiare Londra come una nuova Gotham City ce ne passa. Anche perché non vengono forniti dati ufficiali ma solo suggestioni.

Mentre da noi, invece, gli antichi vizi sono stati aggravati dal periodo pandemico come dimostrano, per esempio, le inchieste sulle forniture di dispositivi sanitari o lo spaventoso aumento della spesa pubblica. Senza considerare che, a fronte delle pesanti perdite subite da aziende e liberi professionisti, il governo italiano si è limitato a versare degli indennizzi così irrisori che sarebbe meglio definirli mancette.

I frutti della linea Johnson

Invece, il Regno Unito ha sostenuto davvero l’economia nel momento di massima difficoltà e adesso capitalizza i frutti di una visione politica più lungimirante e meno allarmista. Forse è proprio questo che dà fastidio: oltremanica sono tornati alla vera normalità, prima e meglio degli altri, quando si preconizzavano scenari apocalittici sia per le conseguenze della Brexit che per il post-pandemia. Nulla di tutto questo è successo. Londra chiama, l’Italia cosa risponde?

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