Esteri

Bloccato lo stop allo ius soli: il primo giudice intralcia Trump

Un giudice federale di Seattle ha bloccato temporaneamente l’ordine esecutivo firmato dal tycoon, già pronto alla battaglia: “Faremo appello”

Trump Usa © STILLFX e Serhii Yevdokymov tramite Canva.com

Sono passati quattro giorni dall’insediamento di Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti, ma ne sono bastati tre per vedere all’opera un giudice mentre tenta di mettere i bastoni tra le ruote al tycoon. Sì, perché da Seattle è arrivato il primo stop al titolare della Casa Bianca: un giudice, per la precisione John Coughenour, ha bloccato temporaneamente l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo con cui il presidente voleva negare ai figli di immigrati senza documenti la “birthrigth citizenship”, la cittadinanza per diritto di nascita, la versione a stelle e strisce dello ius soli.

Si tratta di un primo ostacolo per Trump, deciso a riscrivere le leggi sull’immigrazione a tempi record, di decreto in decreto. Lo stop allo ius soli è stato uno dei primi provvedimenti firmati dal presidente all’ingresso alla Casa Bianca ed è uno dei cardini della battaglia della Casa Bianca contro i migranti. The Donald è finito nel mirino di ventidue Stati che hanno immediatamente fatto causa chiedendo lo stop dell’attuazione del decreto perché in violazione del quattordicesimo emendamento della Costituzione.

Secondo i ricorrenti, l’ordine esecutivo di Trump negherebbe – illegalmente – a circa 150 mila bimbi nati negli Usa ogni anno la cittadinanza garantita loro dal quattordicesimo emendamento e dalla legge federale. Nominato da Reagan, il giudice Coughenour ha dato loro ragione: “Sono giudice da 40 anni e non riesco a ricordare un altro caso in cui la domanda presentata fosse chiara come questa. È palesemente incostituzionale. Dov’erano gli avvocati quando la decisione di questo provvedimento è stata presa?”.

Nick Brown, procuratore generale dello stato di Washington, ha applaudito la decisione della giustizia: “Speriamo che questo decreto esecutivo incostituzionale e anti-americano non abbia effetto grazie alla nostra azione”. Ma Trump non sembra intenzionato a restare a guardare, anzi. The Donald ha annunciato che il governo farà appello contro lo stop imposto da Coughenour. “Faremo appello”, ha detto il presidente parlando con i giornalisti nello Studio Ovale.

Il giudice ascolterà le argomentazioni in merito alla legalità del provvedimento, ma la sua linea appare piuttosto chiara: “Francamente ho difficoltà a capire come un avvocato iscritto all’ordine possa affermare inequivocabilmente che questo decreto è costituzionale”. Si tratta del primo di una lunga serie di capitoli dello scontro tra Trump e la magistratura? Noi ne sappiamo qualcosa di toghe schierate, una battaglia che va avanti da oltre trent’anni. E sappiamo cos’ha attraversato il settantottenne negli ultimi anni dal punto di vista della giustizia. Il timore è quello di trovarsi di fronte a una paralisi, con ricorsi, cause e ordini esecutivi maciullati ideologicamente.

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Non resta che capire come evolverà la situazione, ma difficilmente assisteremo a un passo indietro di Trump. Come promesso in campagna elettorale, il tycoon vuole realizzare tutte le promesse fatte ai cittadini americani, che lo hanno votato anche per la stretta sul dossier migranti, una delle criticità più urgenti per i cittadini, basti pensare all’inferno vissuto quotidianamente da New York, dove il sindaco dem Eric Adams s’è detto subito pronto a collaborare con The Donald per trovare delle soluzioni efficienti. La speranza è quella di non ritrovarsi di fronte a una magistratura travestita da opposizione, con i giudici pronti a vestire i panni dei dem per fermare l’azione del presidente.

Franco Lodige, 24 gennaio 2025

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