Le ultime Congregazioni Generali sono state assai calde, con un’aula piena di stracci volanti. Il Camerlengo Farrel è stato più volte redarguito per la sua incapacità di superare il ruolo di passacarte di qualcuno, certamente estraneo al collegio cardinalizio, tanto che più di un cardinale gli ha urlato in faccia che avrebbe fatto meglio e non accettare il ruolo di Camerlengo.
Nella sessione pomeridiana del 29 aprile il cardinale Krajewski, molto alterato dopo un pranzo impegnativo e in probabile partenza per fare l’arcivescovo di Cracovia dove la vodka è di migliore qualità e minor prezzo, si era alzato in piedi urlando che dovevano andarsene tutti via perché sino ad allora si era parlato solo di un argomento, quello del cardinale Becciu. Non era vero, perché agli inizi delle Congregazioni state date ai cardinali ampie rassicurazioni sulla situazione finanziaria della Santa Sede e il giorno 30 aprile i cardinali, che nel frattempo hanno imparato quanti documenti farlocchi venivano attribuiti al Papa defunto, hanno obbligato il Camerlengo, che è l’autorità che amministra le finanze della Chiesa durante la Sede Vacante, a tirare fuori i bilanci veri e hanno constatato che fino ad allora erano state servite loro una buona dose di chiacchiere e pure bugie.
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Per raffreddare il clima, nella serata sono state frettolosamente organizzate per primo maggio una serie di gite fuori porta. Così i cardinali hanno potuto scegliere, a loro piacere, se andare a San Giovanni Rotondo oppure a Pompei, Loreto, Assisi e Firenze. I latinoamericani hanno scelto Padre Pio, i nordamericani Firenze. Altri, invece, hanno optato per Castel Fusano, ospiti di alcune suore fortunate con accesso diretto alla spiaggia. Si sono presentati ieri con le guance arrossate — dal sole, si è detto — e sono finiti al centro di bonarie prese in giro. Vacanze romane, versione cardinalizia.
Luigi Bisignani, Il Tempo, 3 maggio 2025
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