Criptovalute

Monetizzare i dati: come i consumatori possono guadagnarci tre volte

Il consumatore che guadagna tre volte con i propri dati grazie a HUDI ed Ecosteer

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Così come il petrolio ha permesso lo sviluppo socio-economico mondiale nel 20° secolo, nel 21° secolo sono stati i dati a svolgere questo importante ruolo, che non solo hanno permesso e promosso il progresso sociale, ma creato nuove opportunità di business, modificato interi settori e sviluppato nuove figure professionali. 

Eppure questa mole infinita di dati è ancora in mano a pochi. Ecco che nasce, grazie all’utilizzo della blockchain e IoT (da cui proviene la rapida produzione e crescita di dati) una nuova economia basata sulla “monetizzazione” dei dati, che diventa un nuovo bene, una nuova moneta di scambio, aprendo a modelli di business completamente nuovi.

Un business da cui possono trarre profitto non più solo le aziende ma anche i consumatori, tre volte: scegliendo solo i dati che vorremo condividere ci permetterà di ricevere suggerimenti più personalizzati per i quali potremmo essere realmente interessati e risparmiare tempo nella ricerca, ricavare un profitto ogni volta che i nostri dati vengono utilizzati ed infine traendo un beneficio oltre che individuale anche sociale.

Secondo Elena Pasquali, CEO di EcoSteer e Responsabile Dipartimento Innovazione tecnologica di Consumerismo: “Dalle preferenze di acquisto, agli spostamenti, ai parametri sanitari, i nostri dati prodotti dai dispositivi intelligenti che portiamo con noi o che abbiamo in casa, descrivono puntualmente le nostre abitudini e servono alle aziende ed alle istituzioni per rendere le nostre città più sane, pulite e sicure”.

 

Cos’è la monetizzazione dei dati

La monetizzazione dei dati (o Data Monetization) è uno degli ambiti più discussi e di maggior interesse nel panorama digitale italiano e internazionale.

Per Data Monetization si intende quel processo attraverso cui un’impresa decide di far fruttare l’ampia quantità di dati raccolti durante la propria attività (i dati dei propri clienti, quelli generati dal rapporto con essi, i dati dei propri partner commerciali o più in generale, tutti i dati provenienti dall’intero ecosistema all’interno del quale si sviluppa il business aziendale), rendendole informazioni di valore e ricavandone un guadagno.

La Data Monetization è quindi un campo che può costituire una nuova fonte di profitto e un’ulteriore linea di business non solo per le aziende tecnologiche che si occupano principalmente di dati ma anche per compagnie che hanno core business completamente differenti, ed ora anche per i privati consumatori.

Lo dimostra lo studio condotto da Ogury, azienda tech specializzata in mobile journey marketing, su oltre 280mila utenti mobile (di cui più di 23.000 in Italia) che ha analizzato i  comportamenti dei consumatori in merito a privacy, dati, marketing e pubblicità. Ne è emerso che il 71% del campione sarebbe disposto a condividere i propri dati per l’uso di app e siti web anziché pagare per accedere ai contenuti; preoccupante invece è che il 59% degli italiani ha una scarsa conoscenza sull’utilizzo dei propri dati da parte delle aziende.

Una ricerca simile, condotta in Italia di recente da Kaspersky Lab, ha evidenziato che ben il 29% dei soggetti intervistati ha dichiarato di essere disposto a condividere i propri dati per poter ottenere qualcosa in cambio gratuitamente; il 39%, invece, sarebbe disposto a dare ad uno sconosciuto l’accesso totale ai propri dati personali in cambio di denaro.

 

Cos’è EcoSteer?

EcoSteer è una start-up di software IoT e Blockchain che si occupa di proprietà dei dati (Data ownership) e monetizzazione dei dati fondata da Elena Pasquali e Daniel Grazioli.  Grazie all’insieme di competenze ICT, legali e business del team, EcoSteer ha sviluppato e brevettato la DOP, Data Ownership Platform, una piattaforma che unita agli Smart Contracts della tecnologia blockchain, riesce a monetizzare i dati provenienti dagli oggetti connessi (IoT) e ne regola l’accesso da parte di applicazioni e stakeholder recuperandone il pieno controllo e di essere ricompensati per il loro utilizzo. Creando di fatto una nuova “Data Sharing Economy”, un’economia condivisa, tutto nel pieno rispetto delle normative sulla privacy dei dati (GDPR).

I vantaggi poi aumentano grazie alle loro collaborazioni tra cui quella con NTT DATA e Bleb Technology che si occupa di sensori IoT personalizzabili producendo così flussi di dati in tempo reale. Questa soluzione rappresenta un’opportunità significativa per creare valore sia per le aziende che per i privati che non solo possono monetizzare i dati che creerebbero, a prescindere, anche solo accedendo al web ma addirittura crearli attraverso i propri dispositivi smart riposizionando l’utente al centro.

Per capire le potenzialità di questo mercato basti pensare che secondo le ricerche il numero di dispositivi IoT in tutto il mondo potrebbe triplicare da 8,74 miliardi nel 2020 ad oltre 25,4 miliardi nel 2030, contribuendo alla crescita del mercato della monetizzazione dei dati IoT, che dovrebbe raggiungere 6,1 miliardi di euro entro il 2025.

È arrivato il momento di avviare un cambio di paradigma passando dalla protezione dei dati al possesso dei dati.

Possiamo tutti trarre beneficio da questa nuova (ri)evoluzione ora che non siamo soli. Infatti oltre queste piattaforme anche il governo italiano, attraverso il nuovo piano Next Generation nella “missione 1” dedicata alla “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura”, prevede uno stanziamento complessivo pari a 49,2 miliardi, puntando a promuovere la trasformazione digitale del Paese, con l’obiettivo di fare investimenti mirati nel settore delle infrastrutture digitali e diffondendo maggiormente la cultura dell’economia dei dati.

Secondo lo European data market study, pubblicato della Commissione europea il 6 luglio 2020, i lavoratori attivi in questo settore nell’Ue entro il 2025 sono stimati diventare 8,4 milioni, con un saldo positivo tra il 2020 ed il 2025 di 1,8 milioni di nuovi posti di lavoro creati dalla datasfera europea.

 

HUDI: la nuova piattaforma inglese con anima italiana

HUDI (Human Data Income), è la start up nata nel 2017, basata su blockchain e finanza decentralizzata, di diritto inglese fondata dagli italiani Francesco Maria Ballarani, Gianluigi Ballarani e Andrea Silvi con l’obiettivo di portare trasparenza, controllo e remunerazione nel mondo dei dati.

Si basa sul concetto che online i dati degli utenti vengono continuamente raccolti e scambiati dalle aziende, creando così un mercato da oltre mille miliardi di dollari all’anno da cui sono esclusi i veri proprietari. I dati in realtà appartengono agli utenti, che non riuscendo a monetizzarli hanno dovuto lasciare, fino ad ora, l’intero profitto alle aziende che li raccolgono. HUDI, fornisce questo strumento (e servizio), rappresentando una grande svolta per i consumatori e nuova fonte di guadagno.

Attraverso HUDI gli utenti potranno raccogliere i propri dati, arricchirli, scaricarli da tutte le aziende che li usano (Facebook, Google, Linkedin, Netflix, etc.) depositarli in una sorta di banca dei dati al fine di renderli disponibili nel mercato in forma anonima. La monetizzazione avviene ogni volta che questi dati vengono usati o acquistati e l’utente riceve un profitto.

Per ogni transazione, infatti, Hudi ridistribuisce il 70% del valore totale e il 50% va al proprietario. Per i propri dati si viene pagati in crypto con una particolare moneta digitale che si chiama Hudi e può essere utilizzata sia all’interno del sistema oppure scambiare nei mercati cripto con altre criptovalute o per dollari, euro, sterline. Sullo stesso marketplace anche le aziende potranno comprare e vendere dati l’una con l’altra. Il progetto punta ad avere 50 milioni di utenti entro il 2026. 

La IDO, ovvero l’offerta iniziale di scambio in cui un’azienda presenta il progetto al pubblico attraverso piattaforme specializzate in cui chiunque sia interessato può acquistare la crypto prima che arrivi sul mercato, si svolgerà il 15 settembre sulla piattaforma decentralizzata PancakeSwap.

Una piattaforma quella di Hudi accessibile a tutti, di semplice utilizzo e soprattutto in completa compliance normativa ai principi in tema di privacy, data protection ed utilizzo dei dati secondo il GDPR, il Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati personali.


Conclusioni

Sia una poco diffusa offerta tecnologica sia i proprietari di dati si rivelano ancora impreparati per dare vita ad un vero e proprio mercato dei dati, a rimediare a questa carenza ci viene quindi in soccorso la blockchain la quale, grazie alle piattaforme di EcoSteer e HUDI, permette di monetizzare i nostri dati.

Nella nostra società siamo ormai circondati da decisioni automatizzate prese da algoritmi, nutrite dai dati che noi stessi gli forniamo e che influenzano la realtà di milioni di persone ogni giorno. Possedere più informazioni possibili attualmente rappresenta la vera ricchezza, avere basi su cui fare previsioni, battere i competitor, arrivare prima sul mercato e conoscere profondamente il consumatore finale. Per realizzare tutto questo occorrono grandissime quantità di dati, pensate quindi a quanto possano essere disposti a pagare per poterli avere, quanto possano essere disposti a pagarvi.

Ma attenzione a rinunciare eccessivamente alla vostra privacy e a quanto siate disposti voi a condividere, perchè potreste ricavarne un profitto economico, è vero, tuttavia il valore dei vostri dati potrebbe rivelarsi ancora più alto nel dark web piuttosto che nel vostro portafoglio.

Ma di quanto valgono i vostri dati ne parleremo la prossima settimana.

 

Deborah Ullasci

 

 

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