Economia

L’inflazione? Ecco come cambia le nostre abitudini e la nostra vita

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In uno scenario tanto complesso quanto drammatico come quello di oggi, gli italiani e non solo loro devono adattarsi ai cambiamenti geopolitici ed economici e ciò che questi comportano a livello globale. L’attuale aumento dell’inflazione, congiunto alla recessione legata all’evoluzione della pandemia e della guerra in Ucraina stanno incidendo sulle abitudini di consumo delle persone di tutto il mondo.

 

ULTIMI DATI SUI PREZZI DI CONSUMO: QUADRO GENERALE

Le ultime previsioni primaverili della Commissione UE fissano il tasso di inflazione a circa il 6% per il 2022, con una discesa al 2,3% circa per il 2023. Lo stesso aumento è registrato dagli ultimi dati ISTAT sull’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al lordo de tabacchi su base annua. I dati di quest’anno sembrano superare le precedenti stime del 2,2%.

“La guerra in Ucraina ha esacerbato le strozzature nelle forniture alimentari e la pressione sui costi già esistenti”, dichiara la UE. La guerra in Ucraina ha frenato la crescita del Pil del bel paese, essendo questo uno dei maggiori esportatori di gas naturale russo tra i paesi dell’EU.

Ma se le previsioni parlano del 6%, le variazioni reali si fermano al 2,6%. NielsenIQ, azienda globale di misurazione e analisi dati che fornisce al mondo affidabili visioni sui consumatori e sui mercati, attribuisce questa discrepanza al forte cambiamento dei comportamenti dei consumatori. Secondo il recente studio dell’azienda infatti, in risposta al clima di incertezza di questo periodo, i consumatori di tutto il globo sono sempre più sensibili all’aumento dei prezzi e stanno rimodulando il mix di prodotti nel carrello.

Nel primo trimestre 2022 si è registrato uno stabile declino per il Largo Consumo Confezionato fino al mese di marzo, compensato poi temporaneamente dal contributo positivo di Pasqua. Anche i mesi estivi promettono una piccola ripresa dei consumi anche grazie alla spinta di un rilancio del turismo, ma si tratta di segnali positivi che mascherano un trend in discesa.

In linea generale, ISTAT riporta un aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da + 1% a +5,1%), dei beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5%), dei beni durevoli e non. Accelerano anche i prezzi dei prodotti per la cura della casa e della persona (da + 5,0% a 5,7%), accompagnati dai prezzi di abbigliamento e calzature (+5,5%). In termini di contributi, l’aumento del tasso di inflazione è dovuto principalmente ai prezzi di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,629 punti percentuali) e, in misura minore, dei trasporti (+ 1,297) e dei prodotti alimentari e bevande analcoliche.

 

MA COSA PENSANO GLI ITALIANI DELLìINFLAZIONE?

Alcuni esperti di livescience di recente hanno dichiarato che l’aumento del costo della vita porta ad un’incertezza economica che a sua volta può risultare in un aumento dello stress, ansia e fatica mentale.

Sempre lo studio rivela che l’inflazione non è legata a un peggioramento dello stato mentale in sé per sé. L’impatto sui diversi individui varia a seconda della condizione economica della singola persona. Per esempio, una persona con un importante debito da ripagare può beneficiare dall’aumento del tasso di inflazione dato che ogni volta il valore del pagamento vale meno. Ma se lo stipendio di quella stessa persona non aumenta di pari passo con l’inflazione, potrebbe rappresentare un problema per il suo stato economico.

Secondo Pascal Blanqué, chairman del Amundi Institute (istituto che riunisce le attività di ricerca, strategia di mercato e consulenza in materia di asset allocation), è in questo contesto di incertezza che si innescano i meccanismi psicologici che supportano e determinano la realizzazione dell’inflazione.

“Il ruolo della memoria collettiva di breve e lungo termine, le reazioni pubbliche, e la diffusione delle narrative tramite gli agenti economici e i media aumentano la probabilità che le previsioni sull’inflazione si realizzino.

I policy maker hanno un ruolo centrale per tenere sotto controllo l’aspetto psicologico dell’inflazione. Tuttavia, mentre quest’ultimi sono sotto pressione, l’inflazione sta favorendo l’aumento delle politiche accomodanti e non il loro smantellamento, col risultato che si genera altra inflazione”, questo è quello che rivela un articolo di Advisor.

In tutto questo, i media aiutano a diffondere le informazioni ma allo stesso tempo rischiano di accelerare e peggiorare la percezione delle persone nei confronti dell’inflazione.

 

LA RISPOSTA DEGLI ITALIANI

Sempre secondo il recente studio di NielsenIQ, il mercato globale sta assistendo ad un cambiamento nelle abitudini dei consumatori a seguito del declino del potere d’acquisto. Come abbiamo visto, l’inflazione sta coinvolgendo trasversalmente tutte le categorie di prodotti e per questo le istituzioni dovranno fare gioco di squadra per supportare la spesa degli italiani.

“[…] fare Network e indirizzare gli sforzi congiunti del mercato e del governo è quanto mai fondamentale per supportare consumi sempre più polarizzati e consumatori meno fidelizzati, in cerca del prezzo più vantaggioso per attutire il colpo” spiega l’amministratore delegato di NielsenIQ Italia, Luca De Nard.

I dati mostrano un aumento nel numero di famiglie che scelgono di rivolgersi ai discount e infatti il settore dei prodotti super scontati ha guadagnato un punto rispetto al 2019 avvicinandosi al 20% del valore.

Inoltre, l’ultimo sondaggio condotto su 17 mila cittadini di tutto il mondo, di cui 500 italiani, da EY Future Consumer Index (network mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità e formazione), ha rivelato la tendenza dei consumatori di concentrare le proprie spese su determinate categorie quali cibi freschi, prodotti per la casa e per la persona, con una grande attenzione rivolta alla sostenibilità delle scelte d’acquisto.

In particolare, il 61% degli intervistati italiani dichiara di prestare sempre più attenzione all’impatto ambientale di ciò che acquista, con la maggioranza di questi che considera il packaging il criterio di acquisto più importante. Nonostante questo interesse per la sosteniblità ambientale, il 73% degli intervistati ammette di non essere intenzionato a pagare un prezzo maggiore per beni o servizi più sostenibili.

Tra gli intervistati, il 39% dichiara di acquistare solo prodotti essenziali nei prossimi sei mesi e diminuirà l’acquisto in categorie come l’abbigliamento, servizi di elettronica, cosmetici e prodotti di bellezza e immobili, al contrario dei viaggi, anche grazie al graduale allentamento delle misure di contenimento del Covid.

Contemporaneamente emerge l’interesse verso l’esperienza del consumo che si sta espandendo sul mondo digitale del gaming e del metaverso, insieme al consolidamento di abitudini lifestyle più casalinghi (74% degli intervistati). Complice di questo trend è la rapida crescita dell’e-commerce con il 31% degli italiani che dichiara di essere intenzionato a fare shopping online di prodotti che in precedenza acquistava in negozio il 46% di recarsi nei negozi meno frequentemente.

In questo panorama in continua evoluzione, Vittucci Stefano, consumer products and retail sector leader di EY in Italia dichiara: “è dunque fondamentale per i brand e i retailer esplorare nuove modalità per rispondere e anticipare i nuovi bisogni dei consumatori, personalizzando la brand experience e rendendo sempre più accessibile e agevole l’acquisto”.

 

LA RISPOSTA DEGLI AMERICANI

Una situazione simile possiamo vederla anche negli Stati Uniti. Secondo un recente report di Morning Consult, società globale di intelligence decisionale, anche gli americani stanno diventando sempre più coscienti dei propri acquisti e stanno diminuendo le spese per affrontare la costante inflazione.

I consumatori sono sempre più previdenti, in risposta all’inflazione, la guerra in Ucraina e i lockdown in Cina, nonostante le misure attuate dalla Fed, banca centrale degli Stati Uniti, per domare l’inflazione. I nuovi risvolti economici hanno avuto impatti sugli approvvigionamenti di molti prodotti tra cui i generi alimentari e articoli per la casa, sempre più carenti.

I disordini in Ucraina hanno esacerbato le interruzioni della catena di approvvigionamento di prodotti agricoli come grano, oli e fertilizzanti e consumatori hanno riferito di avere maggiori difficoltà di acquisto da marzo ad aprile quando si trattava di cose come mobili e forniture per il miglioramento della casa ed elettrodomestici.

 

Emanuela Affattato, 24 maggio 2022

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