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Fondi pensione: come va il rendimento? Un tesoro da 243 miliardi

Dieci milioni gli italiani coinvolti. I rendimenti in crescita battono il Tfr

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I fondi pensione valgono più di 243 miliardi di euro, oltre il 10% del Pil italiano, e interessano più di 10 milioni di cittadini. È questo il quadro aggiornato della previdenza complementare in Italia, tracciato dalla Covip, l’autorità di vigilanza sui fondi pensione. Alla fine del 2024, queste forme di risparmio previdenziale rappresentavano circa il 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

I portafogli: titoli di Stato in prima linea

Nonostante una progressiva diversificazione, i titoli di Stato continuano a farla da padrone nei portafogli dei fondi pensione, rappresentando circa il 38% degli investimenti complessivi. La quota sale addirittura al 72,9% quando si guarda agli investimenti domestici, seppur in calo rispetto agli anni precedenti. Seguono investimenti azionari, immobiliari e in strumenti alternativi come i Fia (Fondi di investimento alternativi).

Rendimenti in crescita

Il 2024 è stato un anno favorevole per i rendimenti:

  • Fondi negoziali: +6%
  • Fondi aperti: +6,5%
  • Piani individuali pensionistici (Pip) nuovi: +9%

Numeri che spiccano se confrontati con la rivalutazione del TFR ferma all’1,9%. In prospettiva storica (2014–2025), i fondi negoziali hanno generalmente superato il rendimento del TFR (intorno al 2,2%), mentre i fondi aperti hanno avuto performance più contenute (circa il 2%).

Una risposta concreta all’aumento dell’età pensionabile

In uno scenario demografico segnato dall’aumento della speranza di vita l’Istat ha confermato un allungamento di tre mesi entro il 2027 — la previdenza integrativa si conferma sempre più necessaria. «Esiste un margine temporale di intervento», segnala l’Istat, qualora si volesse sterilizzare l’aumento dell’età pensionabile. In ogni caso, costruire un secondo pilastro pensionistico diventa fondamentale.

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Corbello (Assoprevidenza): “I fondi pensione non temono la tempesta dei mercati”

Nel pieno della nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con le Borse europee ancora frenate dall’incertezza, arriva un messaggio rassicurante da Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza.

«Gli andamenti dei mercati di questi giorni – ha dichiarato – non sono certo una bella notizia per gli enti previdenziali in genere e per i fondi di previdenza complementare in particolare, ma sarebbe sbagliato ogni eccessivo allarmismo». Corbello ha ricordato che i fondi pensione «sono investitori di lungo termine e operano secondo piani di investimento improntati alla prudenza, con minimizzazione del rischio, e alla diversificazione degli impieghi». Una strategia che ha permesso di assorbire senza traumi tutte le crisi finanziarie degli ultimi 20 anni.

Il ruolo stabilizzatore dei Fia

Particolare enfasi è stata posta sui Fondi di investimento alternativi. «In questa ottica – afferma Corbello – anche la sottoscrizione di Fia, decorrelati rispetto ai mercati, gioca un ruolo di stabilizzazione». Questi strumenti, investendo in asset meno liquidi come immobili, infrastrutture o partecipazioni in società non quotate, contribuiscono a ridurre la volatilità dei portafogli e a proteggere il patrimonio degli aderenti.

Previdenza privata sempre più cauta

Anche le casse professionali, come Enpam (medici e odontoiatri) e l’Adepp (che riunisce 20 enti previdenziali privati), confermano un approccio sempre più conservativo, con investimenti che privilegiano titoli di Stato e obbligazioni. Alla fine del 2023, su 114,1 miliardi di patrimonio, il 29% era in fondi mobiliari, il 23,7% in altri fondi d’investimento e il 16,8% in titoli pubblici.

Enrico Foscarini, 11 aprile 2025