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Guerra: chi guadagna svalangate di dollari e chi ne perde ogni giorno di più come l’Italia

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I 28 principali produttori mondiali di gas e petrolio hanno ricavato quasi 100 miliardi di dollari nel primo trimestre dello scorso anno.

La guerra, quindi, non è una sciagura per tutti. C’è qualcuno che sta guadagnando svalangate di soldi. A brindare alla guerra sono, soprattutto  le compagnie di combustibili fossili, che stanno moltiplicando i loro ricavi.  In tal senso la dichiarazione del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, lo scorso anno, ha creato non pochi interrogativi circa ciò che sta accadendo.

È immorale che le compagnie petrolifere e del gas traggano profitti record da questa crisi energetica che grava sulle spalle delle persone e delle comunità più povere e che ha un costo enorme per il clima. Ovunque i bilanci familiari risentono del rincaro dei generi alimentari, dei trasporti e dell’energia, alimentato dal collasso climatico e dalla guerra”.

Gli Stati Uniti rientrano a pieno titolo nella speciale classifica dei vincitori economici del conflitto, comunque vada a finire: l’industria bellica americana farà un gigantesco business, così come l’industria estrattiva di gas che rifornirà anche l’Europa dalla quale gli Usa otterranno una maggiore “dipendenza” sulle decisioni geopolitiche di Washington e un ruolo rinforzato della Nato.

Ma quanto è costato agli italiani questo primo anno di guerra?

Uno dei principali effetti del conflitto è il forte rincaro dei prezzi dell’energia, che ha contribuito in larga parte all’accelerazione dell’inflazione in tutto il mondo.

Corrente elettrica

Arera ha stimato che, per la bolletta elettrica, la spesa per la famiglia tipo nel periodo compreso tra il 1° aprile 2022 e il 31 marzo 2023 sarà di circa 1.374 euro, in aumento del 67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente.

Gas

La spesa del gas per la famiglia tipo nell’anno (febbraio 2022-gennaio 2023) risulta di circa 1.769 euro, in crescita del 36% rispetto ai 12 mesi dell’anno precedente (febbraio 2021- gennaio 2022).

L’accelerazione dell’inflazione e i prodotti più penalizzati

L’aumento dei costi energetici è sicuramente un driver importante dell’impennata dei prezzi registrata nel 2022, ma non l’unico. I prezzi di acqua, elettricità, gas e altri combustibili a gennaio 2023 mostrano un aumento su base annua del 35,2%, dopo aver toccato un picco del 57% nel mese di ottobre 2022.

Un’altra categoria particolarmente colpita è quella dei beni alimentari, complice la carenza di materie prime legata alle sanzioni e alla riduzione degli scambi commerciali. Alimentari e bevande alcoliche evidenziano un rincaro del 12,8%, con un rialzo del 12,7% per i prodotti alimentari e un incremento del 13% per gli alcolici. All’interno della prima categoria, l’aumento più marcato si riferisce a oli e grassi (+27%), seguiti da latte, formaggi e uova (+19,8%).

L’incremento delle spese militari

Gli aiuti dell’Unione Europea all’Ucraina ammontano a 30 miliardi di euro, mentre gli Usa hanno approvato misure per 100 miliardi di dollari a sostegno di Kiev. Entrambi gli importi includono gli aiuti militari.

Il costo per l’Italia delle armi inviate all’Ucraina ha già superato i 450 milioni di euro.

 

LEOPOLDO GASBARRO 25 FEBBRAIO 2023

 

 

 

 

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