Chiesa

Il Conclave è già iniziato: “Ci sarà una sorpresa”. Le manovre sui candidati

Le manovre sono già in atto da tempo: tre possibili indiziati, ma attenzione ai colpi di scena (come fu Bergoglio)

Vaticano Papa Francesco Cardinali in Conclave Da destra: Muller, Becciu, Zuppi, Parolin

Sabato si terranno i funerali di Papa Francesco, ma le manovre per il prossimo pontefice sono già partite. La grande macchina che porterà alla fumata bianca si è messa in moto, un Conclave che si prospetta lungo ma attenzione alle possibili sorprese. I cardinali non si candidano per la carica, è vero, ma è altrettanto vero che ci sono sempre dei favoriti, i cosiddetti “papabili”, indicati perché in possesso di qualità imprescindibili per diventare pontefici.

Il Conclave per eleggere il successore di papa Francesco si riunirà, in base alle norme della Universi Dominici Gregis, tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa, quindi tra il 5 e il 10 maggio. Il vincitore deve ricevere almeno due terzi dei voti da quei cardinali che hanno meno di 80 anni. Badate bene: non si tratta di una gara di popolarità, ma dell’elezione del Vicario di Cristo in Terra da parte dei principi della Chiesa. Ma la politica è fondamentale, come testimoniato dalla scelta di Bergoglio di nominare la stragrande maggioranza degli elettori, con profili in linea con le sue priorità pastorali.

I bookmakers sono già pronti per raccogliere le scommesse, ma come evidenziato in precedenza sarebbe un errore fare due-tre nomi per l’eredità di Bergoglio. Basti pensare ad alcune precedenti elezioni: se Papa Francesco era considerato troppo anziano nel 2013, Wojtyla era pressoché un autentico sconosciuto prima del Conclave del 1978. Fatta la doverosa premessa, c’è un frontrunner: parliamo del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, portato da Bergoglio a Roma per guidare l’ufficio di evangelizzazione missionaria del Vaticano. A tallonarlo c’è un cardinale italiano, Pietro Parolin, Segretario di Stato di Francesco dal 2014.

Tra i rumors che circolano si fa il nome del presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, e del patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, un candidato giovane visto che non ha ancora 60 anni. Tra gli accreditati si fa anche il nome del cardinale ungherese Peter Erdo, del tedesco Reinhard Marx e del francese Jean-Marc Aveline. Per la Chiesa africana, il congolese Fridolin Ambongo Besungu, senza dimenticare Robert Sarah, 79 anni, originario della Guinea, a capo dell’ufficio liturgico del Vaticano in pensione, da tempo considerato la migliore speranza per un pontefice africano. Per quanto riguarda l’ipotesi di un Papa americano, c’è in lizza il 69enne Robert Francis Prevost, attualmente prefetto del potente dicastero per i vescovi del Vaticano, incaricato di valutare le nomine dei vescovi in ​​tutto il mondo, nonchè presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. I bookmakers non escludono neppure due ultraottantenni che non parteciperanno al Conclave ma sono comunque sulla carta eleggibili come l’italiano Angelo Scola, ex arcivescovo di Milano, e il canadese Marc Ouellet.

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Ma bisogna tenere anche conto della politica, dicevamo. Da ogni punto di vista. Non è passato inosservato l’annuncio della presenza di Donald Trump ai funerali di Bergoglio, che molti hanno ricondotto alla necessità di fare sentire la sua attenzione di leader della super-potenza Usa a chi dovrà eleggere, fra poco, il successore dell’argentino. Gli States possono contare su 10 cardinali elettori, anche se posizionati su schieramenti non omogenei. E non è un mistero che il pontificato di Bergoglio sia stato una sorta di spina nel fianco per la linea del tycoon, basti pensare alle numerose critiche ricevute per la gestione dei migranti. Trump vorrebbe ovviamente un cambio di fronte a lui più favorevole in Vaticano.

I Cardinali sono guidati dallo Spirito Santo, ma anche da convincimenti personali. L’ala conservatrice si farà sentire e non è detto che quella “bergogliana”, con la sua morte, sia poi davvero così bergogliana. “Il futuro Papa non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro”, per dirla con le parole del cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller. Il quale è anche molto critico sul pontificato di Papa Francesco, come lo è stato – in fondo – anche quando la Sede non era Vacante. “Se parliamo del pontificato – ha detto – ci sono diverse opinioni. È unanime l’apprezzamento per l’impegno di Francesco con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia. Dall’altra parte, però, in alcuni momenti è stato un po’ ambiguo, ad esempio quando con Eugenio Scalfari ha parlato di resurrezione. Con papa Benedetto abbiamo avuto la chiarezza teologica perfetta, ma ognuno ha i suoi carismi e le sue capacità e penso che papa Francesco li avesse più nella dimensione sociale”. L’ala conservatrice si aspetta insomma un Papa che chiarisca “il documento” che ha autorizzato le benedizioni alle coppie gay, atto che “voleva aiutare pastoralmente queste persone” ma che ha rischiato di “relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio”.

Altri invece ritengono che potranno esserci sorprese. “Papa Francesco fu una sorpresa, non era nei pronostici. E fu una bellissima sorpresa”, ha detto l’arcivescovo di San Paolo, il cardinale Odilo Scherer, che non esclude un Pontefice africano o asiatico. “Non sarei sorpreso se il nuovo Papa provenisse da un continente diverso dall’Europa o dall’America. La Chiesa cattolica è per tutto il mondo”. In fondo i cardinali nominati da Francesco andavano in questa direzione: niente porpora per sedi storicamente cardinalizie (Parigi, Los Angeles, Milano, Venezia), mentre entreranno in Conclave le periferie della Chiesa. Dei 135 elettori che provengono da 71 Paes, gli europei sono la maggioranza relativa (53), ma sono cresciuti gli elettori dell’Asia (23), dell’America Latina (21), dell’Africa (18), dell’Oceania (4) e America del Nord (16). C’è poi la divisione per nomina. I “bergogliani” sulla carta sono 108, quelli nominati da Benedetto XVI solo 22, mentre cinque quelli indicati da Giovanni Paolo II e ancora con diritto di voto. Chi prevarrà?

Insomma, c’è il grande dolore per il lutto ma anche il brivido dell’elezione del successore di Bergoglio. I cardinali si riuniscono quotidianamente in “congregazioni generali” e il clima di segretezza e di tensione conferma che la grande macchina sta entrando nel vivo per individuare l’identikit del post-Francesco. In questa fase giocano un ruolo importante le relazioni, i cardinali studianoi curriculum dei colleghi che non conoscono, e possono giocare un ruolo anche i porporati ultra-ottantenni che poi non entreranno nella Cappella Sistina. Attenzione anche alle dinamiche: non mancano le prime polemiche e le prime defezioni – due, per motivi di salute. Da valutare, inoltre, l’ammissione dei cardinali in bilico, emblematico il caso di Angelo Becciu, che Bergoglio ha privato delle prerogative legate al cardinalato. Tutto può cambiare rapidamente, lo sappiamo, del resto funziona sempre il detto che chi entra in Conclave Papa esce cardinale. Ma il futuro della Chiesa si sta giocando ora e si tratta di una scelta epocale.

Franco Lodige, 24 aprile 2024

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