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L’errore che Draghi non deve commettere - Seconda parte

È interesse in primo luogo di Draghi garantire la massima cesura possibile, la più ampia discontinuità immaginabile, rispetto a una stagione politicamente fallimentare. Comprendiamo che molte cose possano spingerlo in una direzione diversa, e che nella formazione di un esecutivo entrino in gioco diverse esigenze di equilibrio e di compromesso: ma, sia dal punto di vista dell’immagine, della “foto di gruppo”, sia dal punto di vista della sostanza, cioè del giudizio politico ed economico sul Conte bis, restare legati a quei volti significa assumere su di sé il loro bilancio, i loro errori, la loro cultura, la loro filosofia.

È un peso del quale occorre invece liberarsi. A meno di correre il rischio dell’ennesimo remake: “A volte ritornano”.

Daniele Capezzone, 8 febbraio 2021

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