Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Si potrebbe ricorrere –si dovrebbe- a stantii modi di dire, tipo “in che mani siamo!”. Si dovrebbe, infine, levare le braccia al cielo e supplicare: “Signore, salvaci!”. Oppure si potrebbe rievocare l’aforisma di Carlo Cipolla che recita: “Chi fa male agli altri per avvantaggiare se stesso è un bandito; chi fa un danno a se stesso per procurare un vantaggio ad altri è un eroe; ma chi fa danno a se stesso e agli altri è un imbecille”.
Tutto questo viene in mente quando contempliamo lo spettacolo di un’Europa sbigottita di fronte alla minaccia americana di imporle dazi sulle merci da essa esportate. Ma come! –esclama in cuor suo la Ue- Ci siamo svenati per dare soldi e armi a un ex comico ucraino su input Usa (la padrinesca offerta-che-non-si-può- rifiutare), moltiplicando i morti ammazzati in una guerra locale che, diversamente, si sarebbe risolta in una settimana e che, diciamolo, non ci riguarda. Ci siamo privati del gas russo a basso costo per comprare il vostro che costa dieci volte di più. Abbiamo sopportato in silenzio che, per sicurezza, qualche manina abbia fatto saltare in aria il gasdotto che dava energia preziosissima alle nostre industrie. Per seguire supinamente le vostre follie elettriche abbiamo messo in ginocchio il nostro automotive, creando un inaudito buco tedesco nel settore. Abbiamo perciò perso la nostra “locomotiva”. Abbiamo perfino adottato tutte le fesserie woke che ci avete rifilato per complicarci vieppiù l’esistenza. E ora per tutto ringraziamento, minacciate di strangolarci ulteriormente coi dazi?
Di più: dobbiamo ormai affidarci alle capacità di intercessione di una Meloni, “fascista”, sì, ma nelle simpatie di Trump, una di “estrema destra” (nella narrazione europea, pappagallescamente ripetuta dai tiggì, la destra è sempre “estrema”, la sinistra mai) che abbiamo cercato di ostacolare in tutti i modi, arrivando a rifilarle un “torturatore” libico che avevamo lasciato liberamente circolare in attesa che si decidesse ad approdare in Italia.
È vero, il nostro territorio è letteralmente trapunto di basi militari americane, che si aggiungono a quelle Nato (il che è lo stesso), perciò agli “alleati” d’oltreoceano non potevamo dire di no. Ma non vogliamo credere al “complotto”: cioè guerra ucraina per ricacciare la Russia in Asia, ripristinare la guerra fredda che tanti affari ha implementato, ridimensionare l’Europa che era il maggior competitor economico degli Usa. Tuttavia, l’accoppiata Trump-Musk rivela che quel che si doveva temere non erano tanto gli Usa, ma i loro “dem”. Lo sfacelo è iniziato e si è svolto sotto l’accoppiata Obama-Biden. La quale, come da aforisma di Carlo Cipolla, è stata letteralmente vomitata via dal popolo americano. E Trump, lo si ricordi, deve prima di tutto servire quegli americani che lo hanno eletto per due volte. I dazi? Intanto è solo una minaccia, che altri hanno evitato addivenendo a più miti consigli (v. Messico, Colombia…). Se costringeranno la Ue a darsi finalmente una regolata, ben vengano. Ma intanto la partita è aperta. Staremo a vedere.
Rino Cammilleri, 5 febbraio 2025
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