Situazione a dir poco delicata per Olaf Scholz. Il teatrino sulla legge di bilancio è stato solo uno dei tanti episodi critici del suo governo, e ora è sull’orlo del baratro. La tensione tra i tre partiti di maggioranza è palpabile, tant’è che tra i liberali della Fdp – tra i più stroncati dai recenti sondaggi – circola una raccolta firme per porre fine all’esecutivo con socialdemocratici e verdi. Il centrodestra gongola, ma per il momento non affonda il colpo, mentre Afd continua a macinare consensi. Le rilevazioni di voto parlano chiaro: i tedeschi sono stufi di questo governo di sinistra/semaforo come dir si voglia. Per la precisione, tre quarti del Paese è insoddisfatta dell’operato del cancelliere. Ma le brutte notizie non sono finite qui, anzi.
La vera grana per Scholz ha un nome e non è quello di Boris Pistorius, attuale ministro della Difesa nonché politico più popolare in Germania dopo il presidente della Repubblica Steinmeier. Come riportato da Repubblica, il reale pericolo per il governo è il caso Wirecard, conosciuta anche come la paypal teutonica. Due fonti parlamentari hanno infatti posto l’accento sul disastro potenziale legato Jan Masalek, e enfant prodige della finanza di Berlino e deus ex machina del più grave scandalo finanziario della storia.
Da metodo di pagamento per siti hard a fintech di punta della Germania, Wirecard ha fatto sparire 2 miliardi di euro in Asia. Masalek è il responsabile degli affari e c’è un dettaglio da evidenziare: di fronte ai primi scoop sul raggiro, Bafin (di cui è responsabile il ministero delle Finanze, all’epoca retto da Scholz in un governo di coalizione con la Cdu), il governo Merkel e alcuni giornalisti si schierarono in difesa dell’impresa. Un consigliere dell’attuale cancelliere, Joerg Kukies, fece pressioni su una banca per ottenere l’allungamento di un prestito per Wirecard.
Leggi anche:
- Scholz come Orban: vuole “espulsioni di massa” dei migranti (e tutti zitti)
- Berlino invasa dai trattori: la mossa green di Scholz scatena gli agricoltori
Ebbene, al momento il Tesoro non ha dato il via libera alla pubblicazione degli incontri tra i vertici di Wirecard, Scholz e i suoi uomini, ma qualcosa potrebbe venire a galla. Il timore è che possa danneggiare il socialdemocratico. In base alle ricostruzioni delle autorità, Masalek è una spia al soldo della Russia, tant’è che avrebbe persino riciclato i soldi per conto di Mosca. Secondo i giornali americani, in questa fase starebbe riorganizzando i miliziani della Wagner direttamente da Dubai. Insomma, un fatto o una testimonianza sul legame con un uomo che potrebbe essersi macchiato di alto tradimento potrebbe costare carissimo a Scholz.
Franco Lodige, 27 dicembre 2023