Esteri

Putin e Zelensky: è ora di costringerli a trattare

Esteri

Ormai è chiaro, la guerra in corso ormai sembra più uno scontro personale tra Putin e Zelensky chiamati da più voci politiche internazionali a realizzare quell’atto di responsabilità per il bene del mondo, chiudendo il conflitto ed aprendo un dialogo serio e costruttivo per edificare la pace e per ricostruire città distrutte dalle armi e, soprattutto, al fine di risparmiare vite umane innocenti. Inoltre, il dramma di questa guerra ha coinvolto in un scenario orribile e grottesco di morte più di 100mila soldati russi o feriti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, dato riferito dal capo di Stato maggiore americano, il generale Mark Milley, che tra le perdite indica lo stesso ordine da parte ucraina. Dove si giungerà continuando su questa strada?

Operazioni di pace in corso

Gli Usa sembrano non voler ignorare questa domanda e sono pronti a creare un clima più distensivo, infatti, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che il suo Paese è “pronto” a cercare una soluzione diplomatica con la Russia sul conflitto in Ucraina. “Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Lima. La Russia è pronta a discutere con l’Ue le modalità di uscita dalla crisi, ma ogni proposta deve avere un valore aggiunto per Mosca. Lo afferma il ministero degli Esteri russo, come riporta la Tass.

Anche l’Iran sembra muoversi in direzione della pace. La “politica immutabile” della Repubblica islamica dell’Iran sulla guerra tra Russia e Ucraina si basa sulla necessità di una soluzione politica per il conflitto per porre fine alla guerra. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, come riporta Irna, durante una telefonata con l’omologo italiano Antonio Tajani in cui ha detto che Teheran continuerà a impegnarsi affinché il processo politico possa avanzare in questa direzione.

Il ruolo di Erdogan

Anche Erdogan è in piena attività diplomatica per la pace. “La decisione della Russia riguardo a Kherson è positiva e importante”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza in Uzbekistan, come riportano i media turchi. Erdogan ha ribadito poi il ruolo di mediatore della Turchia: “Il nostro lavoro di mediazione prosegue ininterrottamente. Quando tutto questo sarà finito, non possiamo dirlo”. Erdogan ha aggiunto di voler parlare con il presidente russo Vladimir Putin se dovesse essere presente al vertice del G20 in Indonesia e comunque porterà avanti i colloqui. “Se ci sarà una partecipazione al G20, avremo l’opportunità di incontrarci. Altrimenti continueremo a mantenere la nostra diplomazia telefonica con la Russia. La nostra speranza è questa: il passaggio da un mondo dominato dalla guerra a un mondo dominato dalla pace”, ha detto ancora Erdogan.

Il nuovo appello del Papa

I conflitti non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo. Papa Francesco all’udienza generale ripercorre il suo viaggio apostolico in Bahrein e richiama l’attenzione sulla folle guerra nella martoriata Ucraina.

Per quanto riguarda la nostra posizione, potrebbe essere opportuno non dimenticare i nostri retaggi culturali cattolici che hanno formato le coscienze degli italiani alla pace. Inoltre, anche sul piano strettamente laico e politico, la nostra Costituzione ci ricorda all’articolo 11 che: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.

Dunque come scritto in apertura, la linea da tracciare è quella della pace, l’unica via per iniziare a scavare un fondamento utile per la ricostruzione delle città devastate dalla guerra e per rigenerare il pensiero politico attraverso una nuova visione del mondo e delle cose.

Carlo Toto, 10 novembre 2022