Cronaca

“Quelle felpe son fasciste”. Ma non è come sembra: la verità sulla polizia

Ossessione antifà all’opera: la prima è di una palestra, la seconda si compra online. I pro-Pal distruggono Milano ma il problema è questo?

poliziotto pro pal ultra

Incredibile. Semplicemente incredibile. Sembra una boutade, ma è tutto vero. Sabato i violenti manifestanti pro-Pal hanno distrutto Milano e aggredito gli agenti presenti per garantire la sicurezza. Ma sapete qual è il problema per la sinistra e per i suoi house organ? Le felpe indossate da alcuni agenti di polizia. Sì, avete capito bene: le felpe indossate dalla polizia.

Andiamo con ordine. Nelle ultime ore è diventato pseudovirale in rete un video che mostra due poliziotti – casco blu con la scritta “Polizia” e scudo in plexiglass – indossano un giubbotto diverso da quello dei colleghi: il primo ha una felpa nera con un toro stilizzato, mentre il secondo ha ha un bomber nero con il logo bianco di un’aquila e la scritta Narodowa Duma. E secondo voi non c’è di mezzo il fascismo?

Secondo quanto sostenuto dal profilo X Osservatorio Repressione e immediatamente rilanciato da Repubblica (e da politici di sinistra) il toro si tratterebbe del il logo del gruppo “Orzeł Skulls” (Teschi dell’Aquila), ultras di estrema destra e militanti neonazisti polacchi; l’aquila invece del simbolo di “Narodowa Duma” (Orgoglio Nazionale), un gruppo nazionalista polacco. Smontiamo subito una bufala: la prima delle due felpe finite nel mirino non appartiene a nessun gruppo nazista, fascista, razzista, omofobo e così via: si tratta semplicemente del logo di una palestra di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. Altro che estrema destra e neonazismo. Ma andiamo avanti.

Passiamo alla seconda felpa. Si tratta sicuramente di un simbolo patriottico polacco, ma non necessariamente di chissà quale atto estremista: è un indumento che si può tranquillamente comprare su internet. Sarebbe sufficiente fare qualche ricerca in rete: la linea di felpe (ma anche giacche, adesivi e magliette) dice di rappresentare “un’espressione di vero amore per la Polonia” per rendere omaggio “alle figure di grandi eroi grazie ai quali possiamo vivere in una Polonia libera e indipendente”. Criticabile, magari, ma niente di pericoloso.

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Ma basta un simbolo per scatenare un putiferio. In prima fila troviamo come spesso accade Angelo Bonelli, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha annunciato di voler presentare “immediatamente un’interrogazione al ministro dell’interno Piantedosi per sapere se ritiene normale che un agente possa indossare, durante il servizio, una giacca con simboli chiaramente riconducibili all’estrema destra internazionale”. Inoltre, la Digos milanese ha acquisito le indagini per identificare i due poliziotti, sui quali potrebbero essere aperti procedimenti disciplinari.

Insomma, anziché parlare delle violenze dei pro-Pal, c’è chi preferisce dedicarsi alle felpe degli agenti, quotidianamente nel mirino di quella frangia violenta che cerca deliberatamente lo scontro. Le polemiche e le richieste di approfondimento finiranno presto nel dimenticatoio, ma purtroppo resterà viva la criminalizzazione nei confronti di chi ogni giorno rischia la propria incolumità per tutelare l’ordine pubblico e i cittadini.

Franco Lodige, 14 aprile 2025

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