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Rivolta studenti Sapienza, la lezione di libertà della Meloni

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I collettivi studenteschi non perdono occasione per collezionare magre figure e per dimostrare tutta la loro intolleranza verso ogni forma di democrazia. Se all’indomani del risultato elettorale delle politiche erano riusciti a trovare il coraggio di scendere in piazza per protestare persino contro il voto degli italiani, e dopo l’elezione dei presidenti di Camera e Senato erano arrivati ad impiccarne i relativi manichini, questa volta i giovani paladini delle libertà hanno voluto proprio esagerare mettendo in bella mostra tutta la loro ipocrisia. Gridare al fascismo, con tanto di striscioni e foto segnaletiche dei presunti ‘fasci’, per poi comportarsi esattamente come tali, cercando in ogni modo (lecito e non) di impedire lo svolgimento di una libera ed autorizzata conferenza.

Succede anche questo da quando il centrodestra è tornato al governo del Paese. Un esito, quello che le urne hanno restituito, al quale i collettivi non vogliono proprio rassegnarsi. Così, da bravi libertari, i giovani antifascisti (come loro stessi amano definirsi) hanno pensato bene di provare a mettere il bavaglio a chiunque potesse essere espressione di posizioni politiche diverse dalle loro. Nel caso specifico, i malcapitati rispondono ai nomi di Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale, e Daniele Capezzone, opinionista, saggista e già portavoce di Fi e Pdl. La loro colpa? Pensarla diversamente rispetto ai democraticissimi studenti rossi.

Accade così che Roscani e Capezzone siano addirittura costretti ad entrare ed uscire scortati dalla polizia per poter prendere parte ad un evento organizzato nella facoltà di Scienze Politiche della Sapienza. Proprio un fulgido esempio di rispetto per le libertà altrui quello fornito dai collettivi. Nelle medesime ore in cui gli scalmanati studenti rossi giocavano a fare gli squadristi, il neo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, pronunciava il suo discorso programmatico alla Camera dei deputati, facendo peraltro riferimento ad eventuali manifestazioni studentesche organizzate contro il suo stesso esecutivo: “Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro governo, perché inevitabilmente tornerà nella mia mente una storia che è stata anche la mia. Quindi, voglio parlare a questi ragazzi che inevitabilmente scenderanno in piazza anche contro di noi. Ricordo una frase di Steve Jobs, che diceva ‘Siate affamati, siate folli’. Vorrei aggiungere anche: ‘Siate liberi’, perché è nel libero arbitrio la grandezza dell’essere umano”.

Queste le parole di Giorgia Meloni alla Camera, come a voler prevedere l’assalto rosso alla Sapienza. Una magistrale lezione di libertà e democrazia per i giovani collettivi, che con i loro deprecabili atteggiamenti di queste ultime settimane tutto hanno dimostrato fuorché d’esser liberi (e democratici). Evidentemente gli studenti rossi hanno ancora molto da imparare (anche e soprattutto dalla Meloni). Così come appare pacifico che il free speech non rientri neppur lontanamente tra le libertà contemplate a sinistra. Perlomeno quando a parlare è qualcuno di ‘sgradito’, come nel caso di Roscani e Capezzone.

Talmente sgradito da non essere neppure ritenuto meritevole di esprimere la propria opinione senza correre il rischio di subire un assalto squadrista. Se è dunque questo il concetto di libertà caro a sinistra, non resta che dare ragione a Giorgia Meloni e rafforzare il suo monito: cari ragazzi siate liberi, veramente liberi.

Salvatore Di Bartolo, 27 ottobre 2022

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