Esteri

Trump-Zelensky e i volenterosi: cosa si sono detti ai funerali del Papa

Ieri in Vaticano si è di fatto rinsaldato il fronte occidentale, ma restano ancora dei nodi da sciogliere (anche tra Kiev e Washington)

Zelensky Trump Macron

Nel giorno dell’ultimo saluto a papa Francesco, nella Basilica di San Pietro si è aperto un inatteso spiraglio diplomatico sulla crisi ucraina. Il presidente americano Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono incontrati in forma riservata all’interno della basilica vaticana. Quindici minuti di colloquio, definito da entrambe le parti “costruttivo”, immortalati da una fotografia che ha fatto il giro del mondo. Il faccia a faccia ha segnato un inatteso riavvicinamento dopo il teso confronto avvenuto due mesi fa alla Casa Bianca. L’atmosfera è apparsa più distesa, con i due leader seduti a pochi passi l’uno dall’altro, impegnati in un dialogo fitto e dai toni seri. “Un incontro molto produttivo”, ha fatto sapere la Casa Bianca. Zelensky ha parlato di un momento “simbolico, che potrebbe diventare storico se porterà a risultati concreti”. Ma la trattativa a che punto è?

Ieri in Vaticano si è di fatto rinsaldato il fronte occidentale a sostegno di Zelensky, ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere tra Washington e Kiev, e naturalmente tra Ucraina e Russia. L’obiettivo è costruire un’intesa condivisa sul futuro assetto della sicurezza in Europa orientale e secondo fonti diplomatiche l’Ucraina avrebbe sottoposto a Washington una controproposta al piano americano per la sicurezza postbellica, ricevendo segnali di apertura. Nella controproposta di Kiev non sarebbe prevista alcuna restrizione alle dimensioni delle forze armate ucraine, sarebbe previsto “un contingente di sicurezza europeo” sostenuto dagli Stati Uniti da dispiegare in territorio ucraino per garantire la sicurezza, mentre gli asset congelati russi dovrebbero essere usati come riparazioni di guerra. Secondo il New York Times, queste tre disposizioni potrebbero non essere un punto di partenza per il Cremlino, ma alcune parti del piano ucraino suggeriscono la ricerca di un terreno comune. Non si fa cenno al pieno recupero da parte dell’Ucraina di tutto il territorio conquistato dalla Russia o all’insistenza sull’adesione dell’Ucraina alla Nato, due questioni che Zelensky ha da tempo dichiarato non essere oggetto di negoziati.

Ma non è tutto. Secondo il Telegraph, gli Usa si sono offerti privatamente di fornire garanzie di sicurezza alla “coalizione dei volenterosi” voluta da Sir Keir Starmer. I funzionari americani hanno aperto la porta alla possibilità di fornire intelligence e supporto logistico ai soldati britannici ed europei per sostenere un accordo di pace in Ucraina via terra, aria e mare. Non si tratta di un passaggio di poco conto, considerando che Starmer ha fatto pressione su Trump per ottenere tali garanzie per due mesi. La disponibilità di Washington a intervenire se i soldati occidentali venissero attaccati dalla Russia – un punto critico per la fattibilità del progetto – resta invece una questione aperta.

Sempre per quanto concerne le richieste di Zelensky, alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto sanzioni più pesanti a Mosca. “Attenzione particolare è stata data alla preparazione del 17esimo pacchetto di sanzioni Ue. E’ cruciale che questo pacchetto colpisca settori cruciali dell’economia russa e serva come uno degli elementi di pressione perché la Russia ripristini la pace” la conferma del leader ucraino: “Teniamo al sostegno dell’Unione europea. Insieme lavoriamo per la sicurezza delle persone, per una pace giusta, e per il futuro europeo dell’Ucraina”.

Sul fronte russo, il Cremlino ha annunciato la riconquista dell’intera regione di Kursk e si è detto pronto a riaprire i negoziati “senza precondizioni”. Una mossa che potrebbe preludere a una nuova fase di dialogo, pur in un quadro ancora incerto. Non mancano, infatti, i segnali contrastanti. Trump, che da settimane intrattiene un canale informale con Mosca tramite l’imprenditore Steve Witkoff, ha da un lato parlato di un accordo ormai vicino, dall’altro ha accusato Vladimir Putin di voler guadagnare tempo, minacciando nuove sanzioni in caso di ulteriori rinvii.

Leggi anche:

Uno dei nodi principali resta quello dei territori: secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times, l’amministrazione americana sarebbe disposta a concedere alla Russia il controllo delle regioni già occupate, compresa la Crimea. Una prospettiva che Kiev, almeno ufficialmente, respinge. Zelensky ha ribadito che ogni trattativa dovrà partire da un cessate il fuoco completo e verificabile. Un’impostazione condivisa dai partner europei. “Mosca deve dimostrare con i fatti di voler la pace”, ha dichiarato Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Zelensky. “Ora tocca a Putin”, ha aggiunto il presidente francese Macron, parlando di “un lavoro di convergenza” tra Kiev, Washington e i principali Paesi europei per giungere a “una tregua solida”.

Franco Lodige, 26 aprile 2025

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it
la grande bugia verde

SEDUTE SATIRICHE