Economia

“Graduidamente” non esiste: la lezione di Milei che dovremmo imparare in Italia

Il presidente argentino vieta l’uso della parola “gratuito” nelle pubblicità di prestazioni o servizi statali: nulla è gratis, a pagare sono sempre i contribuenti

Il popolo ha scelto Milei Argentina

La cura shock del nuovo presidente Javier Milei per rimettere in piedi l’Argentina non è fatta solo di privatizzazioni, riforme e misure di liberalizzazione economica – che abbiamo descritto in un recente articolo.

L’articulo 209

Lo shock è anche simbolico e culturale. Una norma potente, nota come articulo 209, contenuta nel progetto di legge omnibus di 664 articoli appena presentato al Congresso, prevede che d’ora in poi nella pubblicità di prestazioni o servizi statali di qualsiasi tipo, a livello nazionale, provinciale, municipale e della Città autonoma di Buenos Aires, non si potrà usare la parola “gratuito” o simili, e dovrà essere chiaro invece che si tratta di prestazione o servizio “pagato dalle tasse dei contribuenti”.

Milei ha spiegato che l’uso della parola “gratuito” in riferimento a questi servizi o funzioni non è che una menzogna. Ai cittadini si deve dire la verità e la verità è che nulla è gratis. I servizi pubblici sono sempre pagati da qualcuno, in genere con i soldi delle tasse, quindi a pagare il conto sono i contribuenti.

Soldi dei contribuenti

Così il neo presidente argentino si pone sulla scia di Margaret Thatcher e del suo celebre monito: “There is no such thing as public money; there is only taxpayers’ money” (“Non esistono soldi pubblici, esistono solo i soldi dei contribuenti”).

Lo stesso Milei in passato ne aveva parlato a proposito del sistema universitario: “Poiché nulla è gratis e qualcuno deve pagare per questo: sei disposto a pagare per indottrinare le persone per derubarti? Esiste libera concorrenza se qualcuno viene sovvenzionato? È etico che coloro che non frequentano sovvenzionino coloro che lo fanno?”

Circolo vizioso

La falsa percezione – ormai fortemente radicata nei cittadini di molti Paesi liberaldemocratici, alimentata dalle agenzie di comunicazione e dalla maggior parte degli organi di informazione – che prestazioni di interesse generale come la sanità o l’istruzione pubblica siano gratis, solo perché nel momento di accedervi si paga poco o nulla, fa venir meno la necessaria accountability del potere politico e dell’intera pubblica amministrazione.

Se i soldi non sono di nessuno, che importa quanti se ne spendono e, non secondario, come vengono spesi? Si indebolisce così, fino ad azzerarsi, il controllo dell’opinione pubblica sulla gestione finanziaria e sull’efficienza dei servizi e si genera un potente incentivo implicito ad accrescere la spesa pubblica.

Avrete notato come nel dibattito politico la questione centrale, su cui i partiti si scontrano, sia sempre la mancanza di soldi, “coperture” in politichese, per finanziare questa o quella voce di spesa, nonostante un bilancio statale di dimensioni mostruose (la spesa pubblica è oltre la metà del Pil), e mai invece come gestire servizi e funzioni statali in modo più efficiente ed economico.

Questo perché intere generazioni di elettori sono state allevate nell’illusione che il governo possa espandere servizi e funzioni all’infinito, come se i soldi crescessero spontaneamente sugli alberi, come gli zecchini d’oro di Pinocchio. E più lo Stato si espandeva, peggio spendeva e ancor meno era in grado di garantire servizi efficienti. Questo circolo vizioso va interrotto.

Una rivoluzione culturale

Una mini-rivoluzione culturale, quella del presidente argentino Milei, che sarebbe molto saggio importare anche in Italia, dove nell’ultima campagna elettorale il leader di un partito in particolare, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle, ha chiesto e ottenuto molti voti facendo leva proprio sulla parola chiave “graduidamente”. Vi abbiamo dato il reddito di cittadinanza, gratuitamente. Vi abbiamo permesso di ristrutturare casa, gratuitamente, e così via.

Ovviamente di gratuito non c’era e non c’è nulla e anzi proprio queste due misure hanno generato autentiche voragini nei conti pubblici. Ma purtroppo questa mentalità appartiene a tutti i partiti ed è, come detto, radicata nella maggior parte degli elettori-contribuenti, che sembrano ignari che è dei loro soldi che si sta parlando.

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