Hanno suscitato un certo sgomento le immagini degli incendi che negli ultimi giorni hanno colpito Israele, partendo dalle colline vicino a Gerusalemme per poi estendersi in altre zone del Paese. Mentre lo Stato ebraico dichiarava lo stato di emergenza, Hamas ha invitato i suoi sostenitori a “bruciare tutto ciò che possono: boschi, foreste e case dei coloni”.
Poco dopo lo scoppio degli incendi, sono stati arrestati i presunti responsabili. Secondo il KKL (Keren Kayemeth LeIsrael, principale organizzazione ambientale in Israele), in un solo giorno sarebbero andati in fumo oltre 2.000 ettari di terreno.
I precedenti
Questa non è la prima volta che Hamas e altre organizzazioni terroristiche fanno ricorso a queste tattiche contro lo Stato ebraico: nel giugno 2018, lanciarono da Gaza aquiloni e palloncini ai quali erano attaccate molotov e stracci incendiari, che secondo Fox News arrivarono a bruciare circa 2.800 ettari di terreno nell’arco di un mese.
Kobi Sofer, un ranger dell’Autorità israeliana per la natura e i parchi, raccontò di aver visto istrici, serpenti, tartarughe, lucertole e altri roditori e insetti bruciati, per non parlare dei luoghi dove cercavano cibo. Girando per la zona, gli unici animali in vista erano uccelli che beccavano carcasse carbonizzate.
Anche dopo il 7 Ottobre non sono mancati episodi in cui gli attacchi dei terroristi hanno causato danni ingenti all’ambiente: nel corso del 2024, i missili sparati sul nord d’Israele da parte di Hezbollah hanno fatto strage della fauna locale, e in particolare di rettili e piccoli mammiferi quali ricci e conigli. Tra gli uccelli, invece, si potevano salvare solo quelli adulti e in grado di volare, mentre i pulcini non avevano via di scampo.
Il silenzio degli ambientalisti
Tutti questi episodi spesso avvengono nel silenzio più totale delle principali organizzazioni ambientaliste internazionali. Al contrario, gli attivisti più noti in genere prendono posizione sul conflitto unicamente per attaccare Israele.
Greta Thunberg, in particolare, dopo il 7 Ottobre ha spostato gran parte della sua attenzione dal clima alla guerra a Gaza. Lo ha fatto protestando contro la presenza della cantante israeliana Eden Golan all’Eurovision Song Contest 2024 a Malmö, così come partecipando ad una manifestazione nella stessa città dove si inneggiava a Yahia Sinwar, defunto leader di Hamas e mandante del 7 Ottobre, al grido “Sinwar non ti lasceremo morire”.
Questa cecità da parte dell’ambientalismo globale è dovuta ad una certa visione progressista secondo la quale cause come quella palestinese e quella ambientale sarebbero interconnesse, impedendogli di vedere come Hamas pur di distruggere Israele è disposta a distruggere con esso anche quello stesso ambiente che loro vorrebbero proteggere, in teoria.