Esteri

La croce di Rubio e Ramadan a Windsor: anche sui simboli si gioca il futuro

Nello storico castello la preghiera del muezzin, un’immagine che sintetizza la trasformazione culturale in atto nel Regno Unito e non solo. Occidente diviso anche nei simboli

Ramadan Windsor (Ytube)

La politica, la cultura e la storia sono da sempre intrecciate con il linguaggio dei simboli. Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a una serie di eventi dal forte valore simbolico che delineano visioni contrastanti del futuro occidentale.

La recente discussione tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale, trasmessa in mondovisione, ha rappresentato la plastica dimostrazione che gli Stati Uniti stanno riconsiderando il loro supporto al leader ucraino. Un segnale chiaro di un possibile cambio di rotta nella politica estera americana.

Mercoledì scorso, il segretario di Stato Marco Rubio è apparso sull’emittente Fox News con una croce di cenere sulla fronte, celebrando apertamente la tradizione cristiana del Mercoledì delle Ceneri. Un gesto che ribadisce l’attaccamento a valori e tradizioni cristiane.

Ramadan a corte

Ma è dall’Inghilterra che ci arriva forse il simbolismo più forte e controverso. Per la prima volta in oltre mille anni, il Castello di Windsor ha aperto le sue porte per celebrare il Ramadan islamico. Un evento senza precedenti che ha visto il re Carlo III e la regina Camilla partecipare attivamente, confezionando datteri per la comunità musulmana in segno di ospitalità.

La storica St. George’s Hall, normalmente utilizzata per intrattenere capi di Stato e per organizzare banchetti con personalità mondiali, ha accolto 350 musulmani per l’Iftar. Prima del banchetto, il richiamo alla preghiera del muezzin ha risuonato tra arazzi, statue di nobili e cavalieri inglesi, un’immagine che sintetizza la trasformazione culturale in atto nel Regno Unito.

Due visioni contrapposte

È evidente che l’Occidente risulta più che mai diviso anche nei simboli, che certificano una tendenza pluridecennale di visioni diverse su come interpretare il passato, vivere il presente e costruire il futuro.

Da un lato c’è chi vede il passato come un retaggio da rileggere in chiave critica, da archiviare per procedere verso un’assimilazione culturale che tende a sostituire l’identità tradizionale con qualcosa di nuovo o, considerate le politiche demografiche, con qualcosa di estraneo.

Dall’altro lato, l’America di Trump sembra voler combattere strenuamente per preservare ciò che è stato costruito nei due secoli di storia statunitense, opponendosi a quello che viene percepito come un mix di cultura woke in salsa mediorientale che minaccia di spazzare via le tradizioni occidentali.

Europa disorientata

L’Europa continentale appare ancora culturalmente disorientata di fronte a questa sfida. Se da un lato le principali istituzioni culturali sembrano mal digerire il passato con le sue tradizioni, dall’altro si teme che un’accelerazione verso il nuovo possa esacerbare tensioni e far rinascere istanze di restaurazione culturale che al momento appaiono improbabili, ma che potrebbero covare nell’animo di milioni di europei.

Ondata conservatrice

Alla fine, l’America di Trump eserciterà inevitabilmente la sua influenza anche sull’Europa. La potenza culturale, economica e politica statunitense, unita alla forte personalità del presidente, finirà per tracciare una rotta che il Vecchio Continente non potrà ignorare.

Come è sempre accaduto nella storia recente, le onde che partono da Washington si propagano attraverso l’Atlantico, plasmando tendenze e orientamenti. Questa nuova ondata conservatrice americana potrebbe quindi rappresentare l’inizio di una controtendenza globale, un tentativo di riaffermare valori e identità tradizionali che, nonostante le resistenze delle élite culturali europee, troverà terreno fertile in un continente sempre più alla ricerca di riferimenti solidi in un’epoca di incertezze. Il pendolo della storia sembra oscillare nuovamente, e questa volta nessuna forza politica o culturale potrà fermarlo.