Anatole France scrisse: “Coloro che sono morti in questa guerra non sapevano perché sono morti. Si pensa di morire per la patria; si muore per gli industriali”.
Non è un caso che continui l’aspro confronto a distanza Macron-Putin sull’Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron ribadisce la sovranità dell’Ucraina, affermando che Mosca non ha voce in capitolo sulla presenza di forze europee sul suo territorio.
Nel corso di un’intervista concessa a diversi giornali regionali domenica 16 marzo, Macron ha dichiarato che il governo russo non deve “accettare o meno” il dispiegamento in Ucraina di “forze alleate” se Kyiv ne fa “richiesta” per garantire un eventuale accordo di pace. Inoltre, “l’Ucraina è sovrana”, insiste Macron, e non ha bisogno di ricevere alcuna benedizione di Mosca.
I guadagni degli industriali
Dichiarazioni sempre pungenti e poco diplomatiche. Ci sarà un motivo? Forse, trovare un pretesto geopolitico per giustificare e finanziare il riarmo? Non a caso, cinque delle cento più grandi aziende produttrici di armi al mondo sono francesi: Airbus, Thales, Naval Group, Safran e Dassault Aviation. Altri gruppi emergenti, come MBDA e Arquus, sono destinati a beneficiare dell’aumento della domanda.
I risultati finanziari del settore sono già da record: nel 2024 Thales ha registrato un aumento degli utili netti del 39 per cento, mentre Dassault Aviation ha segnato un +19,2 per cento. Con un portafoglio che include ordini che sfiorano i 50 miliardi di euro, questi colossi prevedono un’ulteriore espansione grazie all’obiettivo europeo di portare la spesa militare al 3-3,5 per cento del Pil.
Come finanziare il riarmo
L’altra faccia del riarmo è il peso che tutto questo avrà sui cittadini francesi. Le Dauphiné Libéré cita il ministro dell’economia Éric Lombard che sottolinea la necessità di “più persone al lavoro” per finanziare l’aumento delle spese per la difesa della Francia. In un’intervista a BFMTV, Lombard ha chiesto una “revisione del nostro modello”, sottolineando che l’aumento dell’occupazione genererebbe più contributi e tasse per aiutare a bilanciare le finanze pubbliche.
Parole accolte con molto scetticismo dalle opposizioni di destra e sinistra e dai sindacati, spaventati dal fatto che mettere in discussione il modello francese possa significare toccare pensioni ed età pensionabile e tasse per finanziare il riarmo.
Infatti chi finanzierà lo sforzo bellico francese? Libération sintetizza il dibattito sulle spese per la difesa della Francia in questo modo: una scelta tra “cannoni” o “pensioni”. Il presidente Macron esclude per ora l’aumento delle tasse, proponendo invece di aumentare la produzione e ottimizzare la spesa pubblica.
Il quotidiano economico Les Echos ricorda che mentre il 59 per cento dei francesi è favorevole a un prestito nazionale per finanziare la difesa, il 64 per cento si oppone all’aumento delle tasse, esprimendo incertezza su come finanziare la difesa senza danneggiare la stabilità economica.
La bomba pensioni
La bomba che sta per scoppiare in Francia non è un missile ipersonico russo lanciato su Matignon ma la questione spinosa delle pensioni, strettamente connessa al riarmo. Il premier François Bayrou, escludendo l’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni, ha scatenato reazioni ostili da parte dei sindacati e degli oppositori politici di tutti gli schieramenti politici.
Il Rassemblement National minaccia una nuova mozione di censura, mentre il principale sindacato CGT ha definito la decisione “scandalosa”. Il ministro dell’economia Lombard ha cercato di allentare le tensioni, affermando che “spetta alle parti sociali decidere”, pur riconoscendo che l’età pensionabile di 62 anni “ha un costo elevato” ma potrebbe essere compensata da altre misure.
Ma il coro indignato che si è alzato dagli scranni di tutti i seggi, tranne quelli sparuti dei macronisti, indica che anche questa decisione forse passerà in carrozza con qualche escamotage giuridico o qualche misura di urgenza da prendere di fronte “all’imminente pericolo russo” (Von der Leyen docet).
Riforma del servizio militare
Intanto, a spaventa è anche la notizia che la Francia intende raddoppiare la propria riserva operativa per rafforzare la difesa, con il presidente francese costretto a smentire il ritorno del servizio militare obbligatorio, in quanto ritenuto “un’opzione non realistica”.
Ma grandi manovre sono in corso per rifondare il servizio militare. Il piano si concentra sul reclutamento di un maggior numero di riservisti, per i quali è richiesta la cittadinanza francese, di età compresa tra i 17 e i 72 anni. Il ministro delle forze armate, Sébastien Lecornu, suggerisce di “rafforzare” la riserva militare a 100.000 persone, per passare dall’attuale “un riservista ogni sei militari attivi” a “un riservista ogni due militari attivi”.