Esteri

Spagna verso il voto: destra favorita, guarda al governo Meloni

Voglia di cambiamento dopo l’incubo socialista di Sanchez. Dopo Mitsotakis in Grecia, il governo Meloni potrebbe ritrovarsi con un alleato in più in Europa

Giorgia Meloni interviene ad un comizio di Vox Giorgia Meloni interviene ad un comizio di Vox

Il prossimo 23 luglio gli elettori spagnoli saranno chiamati alle urne, in quella che sarà una tornata elettorale anticipata e dall’esito atteso: la destra al governo.

Il popolo spagnolo nel corso delle varie elezioni che si sono succedute da tre anni a questa parte ha manifestato un crescente dissenso verso il governo socialista guidato da Pedro Sanchez, colpevole di aver reso ancor più precaria l’economia e di aver spalancato le porte all’immigrazione clandestina. L’ultima umiliazione subita alle amministrative di maggio ha infatti costretto il premier in carica ad anticipare le elezioni che si sarebbero dovute tenere il prossimo dicembre.

Il più socialista

Per la Spagna si tratterà infatti della fine di un incubo, perché il governo Sanchez si è rivelato uno dei più socialisti di sempre: l’agenda economica era un tradizionale tassa e spendi tipico dei partiti di sinistra, fatta di imposte patrimoniali, “imposte di solidarietà”, sussidi e mancette agli elettori del PSOE, il suo partito.

In questi anni il mercato del lavoro ha pagato a caro prezzo le riforme introdotte dalla sinistra socialista di Sanchez, che limitando quasi totalmente i contratti temporanei ha irrigidito il mercato, di conseguenza paralizzando le assunzioni. Fa pensare alle proposte di Landini!

Modello Meloni

Il Partido Popular guidato da Alberto Núñez Feijóo e Vox di Santiago Abascal, principali partiti della destra spagnola, propongono invece la liberalizzazione dei contratti sul modello di quanto attuato dal governo Meloni. La flessibilità permette di combattere la disoccupazione giovanile perché garantendo alle imprese la possibilità di licenziare si rende più semplice e meno vincolante l’assunzione, cui può seguire un contratto a tempo indeterminato.

La destra viene data nettamente in testa e altro non potrebbe essere data la situazione che tutto il Paese sta vivendo: l’immigrazione clandestina si fa sempre più dilagante, la lotta al carovita attraverso i sussidi non ha funzionato e soprattutto le politiche del tassa-e-spendi hanno indebolito l’economia e aumentato il debito.

Come in Italia, la destra non risolverà i problemi da un giorno all’altro, ma una volta che il Partido Popular e Vox saranno al governo, l’immigrazione e il lavoro saranno sicuramente al centro dell’agenda di governo, anche se per riparare a ciò che è stato fatto, ci vorrà molto tempo.

Per l’Italia un alleato in più

La lotta contro le follie green vedrà più numeroso, probabilmente, lo schieramento del pragmatismo e del buon senso che si opporrà alle idee scellerate della sinistra radicale e verde e della Commissione europea, come i limiti alla circolazione in auto o lo stop ai condizionatori d’estate: sì, robe da matti.

Il governo Meloni, a questo punto, potrà saldare un fronte unico con i governi di Spagna e Grecia, Paesi d’arrivo dei migranti, che per la prima volta dalla crisi libica e salvo eventuali sorprese, saranno tutti dello stesso colore politico. Ora non resta che attendere il voto, augurandoci che in Spagna trionfi il buon senso che negli ultimi mesi sta portando in alto la destra europea come mai prima d’ora.

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