Politica

Stretta su Euro 4 e 5 in Piemonte: anche il centrodestra in pieno delirio green

Delibera Cirio in stile Pd-grillini: un incubo distopico, attacco bipartisan alle nostre libertà con il pretesto dell’ambientalismo. Restrizioni senza basi scientifiche

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio

Blocco, o restrizioni e tracciamento, per i due terzi dell’intero parco auto piemontese

Molti di voi avranno sentito parlare degli inauditi limiti alla circolazione che la Regione Piemonte si appresta ad imporre ai suoi cittadini a partire dal prossimo 15 settembre.

Cosa prevede la delibera

In buona sostanza, la delibera consente la libera circolazione sul territorio regionale a chilometraggio illimitato alle sole autovetture “full electric” e a quelle EURO 6, mentre stabilisce un limite massimo di km annui che sarà possibile percorrere con le autovetture di classe inferiore a EURO 6, via via decrescenti in funzione della classe ambientale – da un massimo di 9.000 per i veicoli EURO 5 ad un minimo di 1.000 per i veicoli EURO 0-1-2 – nell’intero territorio dei comuni interessati a tale riduzione e quindi non solo nelle aree urbanizzate vere e proprie. Per la cronaca, i comuni aderenti rappresentano la stragrande maggioranza dei comuni piemontesi.

All’esaurimento dei chilometri “concessi” (lo scrivono proprio così nella delibera, con le virgolette!) in funzione della classe ambientale, l’autovettura non potrà più circolare fino alla conclusione dell’annualità di riferimento. I trasgressori saranno puniti mediante sequestro dell’auto e multe salatissime, i cui importi non sono tuttavia specificati nella delibera.

Un incubo distopico

Per regolamentare tutto ciò, la Regione ha aderito ad un complesso sistema di conteggio già presente in Lombardia che fa invidia al peggior regime autoritario che vi possa venire in mente, basato su app per smartphone, un dispositivo satellitare da tenere in auto e una piattaforma web di gestione su cui i possessori di auto fino a EURO 5 devono registrarsi per poter avere il diritto a circolare nei limiti del chilometraggio annuo loro assegnato. Tale diritto a circolare non sarà ovviamente gratuito ma costerà salato: 50 euro per l’iscrizione al portale e 20 euro annui in aggiunta alla tassa di proprietà dell’autoveicolo, ça va sans dire.

Ma quel che è peggio è che, con il sistema Move In – così si chiama questo incubo distopico – l’autovettura sarà continuamente tracciata nei suoi parametri fondamentali: posizione, velocità e accelerazione: un enorme “Grande Fratello”, grande quanto l’intero Piemonte, il primo vero “Truman Show” mondiale su vasta scala. Resta solo da stabilire se, dal 15 settembre, i cittadini piemontesi inizieranno anche a salutarsi con la famosa frase di rito: “Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”

Naturalmente, come in ogni buon regime totalitario che si rispetti, accanto al bastone c’è anche la carota: la piattaforma Move In stabilirà infatti, per ogni utente, un coefficiente di merito di “guida virtuosa” basato sulla capacità dell’utente di avere una guida dolce, senza brusche accelerazioni e mantenendo una velocità di crociera bassa, in base al quale verranno attribuiti, a giudizio insindacabile della piattaforma stessa, dei km annui aggiuntivi che sarà “concesso” percorrere secondo il seguente schema:

  • 0,2 km aggiuntivi per ogni km percorso su autostrade con velocità compresa tra 70 e 110 km/h;
  • 0,1 km aggiuntivi per ogni km percorso su strade urbane con accelerazioni non superiori a 2 m/s².

Inutile dire che, mentre l’osservanza del primo criterio è resa possibile mediante il tachimetro, quella del secondo sarà di fatto impossibile con gli strumenti di bordo. Pertanto, il governo regionale sta di fatto stabilendo un obiettivo non misurabile e, per questo, non raggiungibile, in barba alle più elementari regole stesse del “bastone e la carota”!

In ogni caso, riuscite a immaginare qualcosa di più invasivo della privacy e di più odiosamente liberticida?

Infine, ciliegina sulla torta, il sistema prevedrà “il monitoraggio periodico dell’efficacia del sistema Move In, in termini di adesione, grado di soddisfazione dell’utenza ed effetti ambientali”: il classico “fessi e contenti”, tanto per usare la meno indecente delle espressioni che possono venire alla mente in frangenti come questo!

Voi mi direte: “Ma lo fanno per il nostro bene, per la nostra salute e per il bene del pianeta!”

Ma siete proprio sicuri che sia così? Mettiamo per un attimo da parte la sacrosanta rabbia e cerchiamo di analizzare a mente fredda, come al solito, i dati salienti alla base di tutto ciò. E quale modo migliore di farlo se non iniziando a vedere ciò che prescrivono le classi ambientali?

Classi ambientali

Le classi ambientali o EURO “X” sono categorie definite dall’Unione europea entro cui sono stabiliti i limiti massimi di emissioni di quattro componenti fondamentali:

  • Emissioni di ossido di carbonio (CO);
  • Emissioni di idrocarburi liberi (HC);
  • Emissioni di ossidi di azoto (NOx);
  • Emissioni di particolato di dimensione inferiore ai 10 µm (millesimi di millimetro, detti PM10).

Le autovetture si suddividono pertanto in classi crescenti, da EURO 0 per le vetture immatricolate prima del 1992 che non dovevano sottostare ad alcuna limitazione, ad EURO 6 per le vetture immatricolate a partire dal 2015, la classe attualmente più severa ed anche quella asseritamente “più ecologica”.

Tralasciando le autovetture più vecchie di 20 anni che sono per fortuna un’esigua minoranza del parco circolante, vediamo il confronto delle varie classi ambientali rispetto ai quattro parametri di emissione:

Tabella delle classi ambientali da Euro 3 a Euro 6
Tabella delle classi ambientali da Euro 3 a Euro 6

Emissioni CO: tralasciando la classe EURO 3, le classi EURO 4, EURO 5 ed EURO 6 hanno i valori massimi identici.

Emissioni HC: in questo caso, la classe EURO 5 è addirittura più severa della EURO 6.

Emissioni NOx: mentre per le autovetture a benzina EURO 4, 5 e 6 il valore limite è rimasto pressoché lo stesso, per quelle diesel c’è un’effettiva maggiore severità per classe crescente. Gli ossidi di azoto possono provocare irritazione oculare, nasale o a carico della gola e tosse. Alterazioni della funzionalità respiratoria si possono poi verificare in soggetti sensibili come bambini, persone asmatiche o affette da bronchite cronica.

Tuttavia, il Ministero della salute stabilisce come limite di guardia assolutamente prudenziale per i soggetti più a rischio il valore di soglia di concentrazione in atmosfera di 0,2 mg/m3 medi nelle 24 ore. Essendo gli ossidi di azoto leggermente più pesanti dell’aria (densità 1,229 kg/m3 contro il valore medio di densità dell’aria di 1,225 kg/m3), essi tenderanno a depositarsi verso il basso. Tuttavia, per raggiungere il valore di guardia stabilito dal Ministero della salute occorrerebbe assenza totale di vento e una concentrazione di 1.600 auto diesel EURO 4 ed EURO 5 col motore acceso per km2 24 ore su 24.

Tenendo conto che, mediamente, le superfici urbanizzate del nostro Paese sono occupate per il 15 per cento circa da strade asfaltate, possiamo affermare che, nel caso peggiore di tessuto fortemente urbanizzato, la superficie delle strade in 1 km2 è all’incirca di 150.000 m2 che, divisa per la larghezza standard di 7 metri delle vie in area urbana, equivale a 21,5 km di vie. Sotto tale ipotesi, occorrerebbe quindi un’auto diesel EURO 4 o EURO 5 ogni 13 metri accesa 24 ore su 24.

È sufficiente poi che il vento soffi alla velocità media di avanzamento delle auto – 15-20 km/h – ed ecco che il numero di auto diesel necessarie per raggiungere i livelli di guardia degli NOx stabiliti dal Ministero della salute diverrebbe il doppio: 3.200, un’auto diesel EURO 4 o EURO 5 ogni 6 metri e mezzo accesa 24 ore su 24, e via dicendo. Come si vede, quindi, la discriminazione delle auto per classe ambientale EURO 4 ed EURO 5 in riferimento alle emissioni di ossidi di azoto è del tutto arbitraria.

Emissioni PM10: anche in questo caso, mentre per le autovetture a benzina non vi è alcuna differenza nelle emissioni tra EURO 4, 5 e 6, per quelle diesel l’unica differenza sostanziale sta nel passaggio da EURO 4 a EURO 5, dal momento che EURO 6 ha mantenuto lo stesso valore limite di EURO 5.

Pertanto, in questo caso la discriminazione delle auto a benzina per classe ambientale EURO 4 ed EURO 5 e delle auto diesel per classe ambientale EURO 5 in riferimento alle emissioni di PM10 è del tutto arbitraria.

Ostracismo ingiustificato

Cosa possiamo quindi concludere dalla disamina delle classi ambientali? Che, a partire dalla classe EURO 4, cioè per tutte le autovetture immatricolate a partire dal 2006, in complesso i livelli di emissione sia per le auto a benzina che per quelle diesel non presentano reali apprezzabili differenze se non esigue nuances. Ne deriva quindi che l’ostracismo nei confronti delle EURO 4 ed EURO 5 è destituito di qualsiasi fondamento scientifico, visti i numeri in gioco.

A tal proposito, è appena sufficiente ricordare quanto, nostro malgrado, si poté osservare durante quell’enorme esperimento a cielo aperto su vasta scala che fu il lockdown del 2020 quando, nelle principali città italiane, a dispetto di ogni previsione e teoria circa le polveri sottili, i livelli di queste ultime aumentarono a dismisura nonostante l’assenza di autoveicoli in circolazione.

Ma questi dati di fatto sono forse troppo “triviali” per le instancabili menti che lavorano alacremente in Regione Piemonte giorno e notte per rendere meravigliosa la vita dei piemontesi.

Auto circolanti in Piemonte

A questo punto voi, in perfetto stile “avvocato del diavolo”, mi direte: “Si vabbè, ma in fin dei conti stiamo parlando di macchine vecchie di quindici anni, quante mai potranno essercene in circolazione?” Ed io volentieri rispondo. A fine 2021, le auto circolanti in Piemonte erano 2.878.450 così suddivise per classi ambientali:

EURO 0-3:       714.315

EURO 4:          690.424

EURO 5:          516.904

EURO 6:          947.085

ALTRE (BEV):       9.722

Pertanto, con la delibera in questione della Regione Piemonte, dal 15 settembre potrà liberamente circolare solo il 33 per cento dell’intero parco autovetture piemontese mentre un ulteriore 42 per cento di auto EURO 4 ed EURO 5 che, come abbiamo visto, non presentano alcun significativo scostamento nel valore effettivo delle emissioni rispetto a quelle EURO 6, dovrà sottostare a intollerabili limitazioni nella circolazione che non trovano alcuna giustificazione né scientifica né tecnologica.

In altre parole, il Piemonte si appresta de facto a diventare portabandiera anzitempo, con ben 12 anni di anticipo, di quelle stesse follie antiscientifiche dell’Unione europea che prevedono lo stop all’immatricolazione di auto a motore endotermico a partire dal 1° gennaio 2035.

Conclusioni

A conclusione di questa breve digressione, resta l’amarezza per la fiducia tradita di quei 1.091.814 cittadini che alle elezioni del 2019 preferirono un governo di centrodestra in alternanza al precedente governo di centrosinistra, anche per poter avere leggi di buon senso che non calpestassero le libertà individuali e non dover sottostare proprio a leggi folli come questa in perfetto stile piddo-grillino.

L’augurio di cuore che mi sento di rivolgere agli amici piemontesi è che essi abbiano la determinazione per contestare questa misura liberticida nelle sedi opportune e che essi riescano a ristabilire i principi di equità e di libertà messi in pericolo dalla Giunta Cirio con questa delibera.

Una cosa è certa: se anche il centrodestra non onora le promesse elettorali, questo non solo farà accrescere l’astensionismo ma causerà la dispersione dell’elettorato di riferimento che oggi non può non constatare che “questo e quello per me pari son”.

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