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Il “cretinismo di sinistra” è vivo e lotta intorno a noi

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Leonardo Sciascia, nel suo libro “Nero su Nero”, pubblicato per la prima volta nel 1979, constatava la nascita del “cretino di sinistra”. L’indimenticabile Sciascia, che non era certo sospettabile di simpatie destrorse, individuava il proliferarsi a sinistra, già a partire dal 1963, di una classe di “cretini”, i quali, nonostante il parlare di cretini intelligenti possa sembrare un ossimoro, potevano anche essere capaci e colti, ma si rifugiavano nel conformismo più bieco. Si pensava, secondo Sciascia, che i cretini albergassero solo a destra, ed invece no, anche la sinistra ne era stracolma. Sorgeva una sorta di convenzionalismo per il quale la sinistra, in particolare l’allora Partito Comunista Italiano e relativi satelliti del mondo dell’informazione, sindacali e culturali, era migliore ed infallibile a prescindere. Quasi un totem dinanzi al quale inginocchiarsi senza porre domande, anche per non essere tacciati poi di fascismo. Una qualsivoglia azione politica diventava più o meno buona a seconda dell’autore e la stessa cosa poteva assumere un valore ben diverso se compiuta dalla destra o dalla sinistra, (naturalmente deprecabile nel primo caso, encomiabile nel secondo). Quanto denunciava Leonardo Sciascia, forte della propria libertà ed indipendenza da dogmi ideologici, era drammaticamente vero e i cosiddetti cretini di sinistra hanno continuato a moltiplicarsi sino ai giorni nostri. Sono ancora fra noi.

Prendere atto di questo è molto diverso dallo snobismo con cui gli intellettuali, o sedicenti tali, radical chic hanno sempre giudicato gli elettori di centrodestra. Il cretinismo di sinistra, che nel frattempo da rosso fuoco è diventato fucsia, ha attraversato la Prima Repubblica, i giorni caldi di Tangentopoli, la cosiddetta Seconda Repubblica e resiste oggigiorno, ma con una costante immarcescibile: la sinistra comunista e post-comunista, con quei cattolici sempre felici nel soccomberle, è il meglio che si possa avere, e tutte le alternative possibili sono guidate da ladri oppure da aspiranti dittatori. Tutta la Prima Repubblica si autofinanziava in modi non perfettamente legali, come ebbe a dire Bettino Craxi, ma solo il leader socialista doveva essere considerato e giudicato come ladro. Ciò che è stato detto e fatto dagli eredi del PCI a Silvio Berlusconi è storia più recente e ce ne ricordiamo meglio. L’unico che pare averla dimenticata è lo stesso Berlusconi, e la cosa è abbastanza grave, ma si tratta di un altro discorso.

Matteo Salvini viene dipinto come un soggetto addirittura pericoloso per la tenuta democratica del Paese, e Giorgia Meloni, se a volte è ritenuta degna di una qualche forma di rispetto, ma solo per far dispetto a Salvini, rimane comunque, per i “migliori”, la solita fascista della Garbatella. A Giuseppe Conte viene perdonato l’uso massiccio dei famigerati Dpcm, che dovrebbe avere invece un limite anche in piena pandemia, ma il medesimo approccio non sarebbe stato minimamente tollerato in presenza di un governo di centrodestra. Un governo di sinistra può scarcerare dei boss mafiosi di un certo rilievo senza che i professionisti dell’antimafia (gli stessi che si sono occupati per più di vent’anni di Andreotti, Berlusconi, Dell’Utri e dello stalliere di Arcore), emettano nemmeno un colpo di tosse.

Sciascia aveva le idee molto chiare anche su quanti trasformano la lotta, meritoria di per sé, in ideologia settaria, e vale a dire tanto i professionisti dell’antimafia quanto quelli dell’antifascismo. Il cretinismo di sinistra mistifica e distorce la realtà ad uso e consumo di obiettivi partigiani ed ideologici. Pur di non mettersi in discussione, il cretino rosso o fucsia va contro il buonsenso e l’interesse generale del proprio Paese. Insiste su scelte notoriamente sbagliate e non importa se esse generano maggiore povertà, infelicità e disoccupazione (le imprese in Italia avevano vita difficile anche prima del coronavirus ed oggi si assiste ad un’ulteriore recrudescenza delle difficoltà). Oltre ad essersi sempre trovato dalla parte “sbagliata” della storia, persevera nel compiacere quegli attori stranieri che meno soddisfano le esigenze italiane. Un esempio di questo ci è stato fornito giorni fa da Pierluigi Bersani, il quale, ospite a Piazza Pulita, ha sostanzialmente dato ragione a Olanda e Germania, che frenano sugli aiuti da concedere all’Italia a causa della pandemia, poiché quello italiano sarebbe un popolo di evasori. Incendiano la loro casa pur di accontentare il vicino

Ciò che Leonardo Sciascia, con molta lungimiranza, vedeva già parecchi decenni fa, ha partorito poi altri mostri come il mito della decrescita felice e la difesa dell’ambiente trasformata in ideologia illiberale, sulla base di stupidaggini vere e proprie spacciate per verità incontrovertibili. Il M5S è ormai un gruppo che cerca di sopravvivere nel palazzo, ma le radici pentastellate affondano nel rifiuto dello sviluppo economico, delle fabbriche e dei cantieri pubblici, quindi il movimento fondato dal comico genovese è anch’esso un prodotto del cretinismo di sinistra. L’emergenza mondiale provocata dal coronavirus ha relegato in un angolo Greta e i gretini, ma non sono mancati coloro i quali hanno manifestato un certo grado di soddisfazione nel vedere le strade deserte a causa del lockdown, la diminuzione dell’inquinamento dovuta alla minore circolazione di automobili e la natura che “si riprende i suoi spazi”. Sono state addirittura postate delle fotografie sui social con bivacchi di animali sulle nostre strade provinciali, e qualcuno era così entusiasta da non accorgersi di pubblicare immagini di altri Paesi spacciandole per realtà italiane. Se strade ed autostrade diventassero dominio esclusivo di erbacce, cinghiali (non quelli osservati da Vincenzo De Luca) e anatre selvatiche, sarebbe la fine di tutto, ben peggiore di qualsiasi ipotesi da film catastrofico, ma vallo a spiegare a chi ritiene l’uomo colpevole di ogni cosa, ovvero un essere meritevole di estinzione. Quanti scrivono sui social, anche per ragioni banali, la seguente frase: “Meritiamo l’estinzione”? C’è da dire che il Covid-19 sta parzialmente accontentando questa fetta di umanità. Purtroppo i cattivi maestri contagiano anche, peggio di un virus, parte della gente comune, la quale, oltre a tollerare troppo, forse perché colpita da sindrome di Stoccolma, l’abuso dell’emergenza ad opera di questo governo, si commuove per un cervo sdraiato sulla strada. Meglio lui che tante fastidiose automobili. Qui non c’entra il rispetto e l’amore per gli animali, che, credeteci, riguardano anche chi vuole rimanere orgogliosamente estraneo alla solfa ambientalista.

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