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Le minacce iraniane: ora una commissione d’inchiesta sui rapporti opachi Iran-politici europei

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Lo scorso 8 maggio, neanche due ore dopo l’annuncio del presidente americano Donald Trump di uscire dall’Iran Deal, il giornalista di origine curda Raman Ghavami riportava le incredibili parole di Hossein Jaberi Ansari, consigliere del ministro degli esteri iraniano Zarif. Secondo quanto denunciato da Ghavami, Ansari avrebbe affermato:

“Se gli europei termineranno di fare affari con l’Iran e non metteranno pressioni sugli Stati Uniti, noi riveleremo quali politici europei hanno preso soldi (e quanti soldi hanno preso) durante i negoziati che hanno portato all’accordo nucleare”.

Si tratta di affermazioni che, se confermate, sarebbero gravissime. Sarebbero gravissime in due sensi: 1) se fossero affermazioni vere, significherebbe che esiste un intero establishment politico europeo corrotto che, in cambio di un sostegno acritico ad un accordo vergognoso, ha accettato di ricevere soldi da parte di Teheran; 2) se invece si trattasse di affermazioni veramente dette da Ansari, ma non reali, si tratterebbe comunque di qualcosa di gravissimo. Il regime iraniano, infatti, per raggiungere i suoi scopi, non si starebbe limitando unicamente a lanciare un “tour diplomatico” da parte del ministro Zarif, ma starebbe anche ricorrendo a minacce vergognose ai politici europei.

Ovviamente, da garantisti, non ci permettiamo di accusare nessuno. Riteniamo però che sia necessario e fondamentale che si faccia subito chiarezza su questa storia. Deve essere immediatamente istituita una commissione d’inchiesta che chieda conto a Ghavami della fonte delle sue informazioni e che, una volta ottenuta questa fonte, chieda conto ai principali soggetti europei coinvolti in questi anni nei negoziati con Teheran di chiarire immediatamente. E’ quindi necessaria una inchiesta a tutto campo per vedere se, importanti ex leader europei, abbiano ricevuto in questi anni finanziamenti illeciti (compresi i finanziamenti alle loro eventuali fondazioni).

Ricordiamo che in America il presidente Trump ha appena annunciato che aprirà una inchiesta sul processo che ha portato all’accordo nucleare. Questo perché è ormai noto che, per giungere al JCPOA, l’ex amministrazione Obama-Kerry – lo stesso Kerry che oggi predica per mezza Italia – hanno imposto la chiusura di una importante inchiesta sul narcotraffico di Hezbollah e, come ammesso dallo stesso Ben Rhodes, ex speechwriter di Obama, la Casa Bianca ha imposto ai media una falsa narrazione dell’Iran, al fine di vendere al pubblico l’accordo nucleare. Praticamente ha ammesso di aver imposto una mezza censura ai media e di aver distrubuito volontariamente fake news…

Infine, se l’inchiesta dovesse rivelare il coinvolgimento di politici e opinion maker italiani nell’affaire dell’Iran Deal, si aprirebbe il grandissimo capitolo del “Processo Stato-Mafia”. Ovvero, si dovrebbe condannare questi rappresentanti italiani non solo per corruzione internazionale, ma anche per aver trattato con un regime mafioso, fondamentalista, estremista e primo finanziatore al mondo per finanziamento del terrorismo internazionale. Se non è questa una “minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario” dello Stato…

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