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Nel post-Brexit, Regno Unito in marcia sulla rotta Atlantica e proiettato verso l’Asia

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Londra rilancia: porti franchi e allineamento regolamentare dei servizi finanziari agli Usa, mentre LSE (London Stock Exchange) cede Borsa Italiana. Nel nuovo ordine mondiale post Brexit, l’Uk è in marcia sulla rotta Atlantica, allineata agli Usa su commercio, finanza e geopolitica e proiettata in Asia via Hong Kong e Singapore mentre l’Europa è un interesse sempre più periferico

Londra rilancia. Il governo ha diffuso un comunicato per ufficializzare che il Regno Unito ha aperto il Programma Freeports. L’Uk lancerà la prima zona economica speciale nel 2021; porti marittimi, aeroporti e scali ferroviari possono competere a condizioni paritarie per ottenere lo status di porto franco e la relativa gestione. Il Tesoro sta lavorando con i governi devoluti di Belfast, Cardiff ed Edimburgo per stabilire almeno un porto franco in ciascuna delle Home Countries. Parlando con TalkRadio, il segretario di Stato per il commercio Liz Truss ha spiegato che il Programma Freeports è pensato per accelerare la crescita dell’economia britannica attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro attorno agli hub di trasporto. L’agenda del governo prevede di livellare l’economia interna dal lato dell’offerta e per farlo mira a creare ecosistemi di filiera e distretti di settore promuovendo il consolidamento di cluster imprenditoriali. Da questo punto di vista, i porti franchi sono ideali per attrarre investimenti internazionali invogliati da procedure doganali semplificate, azzeramento dei dazi sulle merci, e pacchetti di sgravi fiscali.

Il segretario al commercio ha anche illustrato i benefici dell’accordo di libero scambio con il Giappone. Truss ha spiegato che il Fta di Londra con Tokyo va “oltre e più velocemente” rispetto a quello di Tokyo con l’Ue, e introduce disposizioni estremamente vantaggiose in materia di norme di origine, quelle cioè che determinano la nazionalità delle merci. La partnership economica nippo-britannica prevede che solo il 50 per cento dei componenti automobilistici dovrà provenire dai due Paesi per poter beneficiare di tariffe preferenziali. Tale rapporto è inferiore alla soglia del 55 per cento prevista dall’accordo commerciale tra Giappone e Ue. Pertanto, ciò apre l’accesso al mercato del Regno Unito per le automobili assemblate in Giappone, nonché per i prodotti industriali.

La Conferenza nazionale del Partito conservatore a Birmingham ha portato ulteriore chiarezza. Rishi Sunak ha rivelato che l’Uk cercherà di allineare la sua regolamentazione dei servizi finanziari con le principali piazze finanziarie extraeuropee. Il governo dunque “rivedrà il quadro normativo” sui servizi finanziari su basi nuove. “Non essere all’interno dell’Ue più in generale ci dà la possibilità di fare le cose in modo diverso”, ha detto il Cancelliere dello Scacchiere, “permettendoci di concentrarci sull’allineamento della regolamentazione a New York, Tokyo e Hong Kong”. La cessione di Borsa Italiana ad Euronext è coerente con le parole del Cancelliere.

Nel nuovo ordine mondiale post Brexit, l’Uk è in marcia sulla rotta Atlantica, allineata agli Usa su commercio, finanza e geopolitica, e proiettata in Asia via Hong Kong e Singapore, mentre l’Europa è un interesse sempre più periferico. Ma questo significa che l’Uk punta ad un accordo con l’Ue a zero dazi-zero tariffe sulle merci, accontentandosi della dichiarazione di equivalenza sui servizi finanziari, accantonando uno dei nodi negoziali più controversi. Questa prospettiva ha alimentato l’euforia dei mercati. Goldman Sachs sta consigliando ai clienti istituzionali di acquistare la sterlina. Gli analisti di Plumtree Court, il nuovo quartier generale Emea della banca d’affari, 10 piani di alta tecnologia, per il quale Goldman Sachs ha investito 1 miliardo di sterline, prevedono che Uk e Ue potrebbero raggiungere un accordo commerciale post-Brexit entro i primi di novembre. L’ufficio studi ha scritto che, “sebbene non si possa escludere il rischio di rottura dei negoziati, [la view dell’ufficio è che sia pronto] un accordo commerciale ‘agile’ a tariffe e quote zero da firmare in novembre e ratificare in dicembre”. L’ultimo ostacolo rimane Emmanuel Macron, attestato su una linea rossa sui diritti di pesca, ma la sensazione è che manca solo un regalino ai francesi per chiudere in bellezza. Anche se con il passaggio di Borsa Italiana ad Euronext, il presidente francese potrebbe già avere incassato un cospicuo anticipo.