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Se gli obiettivi non sono dichiarati, forse è perché il Green Pass era il fine, non il mezzo

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Buone prassi di governo e stato di diritto vorrebbero che in emergenza le misure adottate per fronteggiare i rischi e permettere un miglioramento della situazione siano finalizzate al raggiungimento di un obiettivo concreto, esplicitato nel momento in cui le stesse misure prendono forma e vengono adottate.

Un esempio potrebbe essere la chiusura delle scuole quando una forte nevicata imprevista si abbatte su una qualsiasi città italiana. Chiaramente, passata la nevicata e cosparse le strade di sale, la normalità riprende e gli studenti tornano in aula già dal giorno successivo. Obiettivo della chiusura delle scuole è la rimessa in sicurezza degli spostamenti, pertanto, una volta raggiunto, nessuno si sognerebbe mai di spostare ancora più in là la riapertura per motivi oscuri.

Queste considerazioni di buon senso si sperava valessero anche per il Green Pass che il governo ha imposto ai cittadini per svolgere anche le attività più essenziali. Provvedimento più che discutibile, ovvio, ma in questa sede non vogliamo entrare nel merito dell’assurdità di legare la propria vita ad un QR code. Stiamo invece analizzando il nesso necessario tra misura emergenziale e obiettivo da raggiungere: durante l’estate si era parlato, infatti, di un target dell’80 per cento di italiani vaccinati come soglia raggiunta la quale sarebbero venute meno tutte le restrizioni e di conseguenza anche il certificato verde. Ebbene, il target è stato spostato in autunno prima all’85 e poi al 90 per cento, ma da alcuni mesi è diventato un oggetto misterioso.

Nessuno conosce più quale sia il traguardo finale di questi provvedimenti, probabilmente perché questo traguardo non esiste più e il provvedimento in sé è diventato il fine ultimo. Gli indizi non mancano: da alcune settimane si ventilava l’ipotesi di rendere indefinita la validità del Green Pass di chi ha ricevuto tre dosi (non essendone al momento previste altre: tutto rigorosamente scientifico, no?). La decisione è stata presa nell’ultimo Consiglio dei ministri. Delle due l’una: o a tra i consulenti di Palazzo Chigi c’è qualche scienziato così illuminato da prevedere un’emergenza pandemica perenne per giustificare questa estensione, oppure il Green Pass è diventato esso stesso lo scopo.

I più distratti potrebbero accogliere questa novità con sollievo: “Finalmente non devo più preoccuparmi di scadenze e nuove dosi di vaccino”, è il ragionamento che molti tenderebbero a fare a primo impatto, senza accorgersi, invece, delle gravi implicazioni di un provvedimento del genere. Se il Green Pass non ha più scadenza, per esempio, vuol dire per caso che rimarrà anche oltre lo stato di emergenza? O che lo stesso stato di emergenza (che non trova riscontro nella realtà) verrà ulteriormente prorogato oltre il 31 marzo? Insomma, con molta probabilità siamo ormai all’emergenza sine die.

Bisogna opporsi a un modello di società in cui tutto è subordinato al corretto funzionamento di un quadrato bianco e nero sul tuo smartphone, perché questo è il vero e proprio comunismo pandemico che sognano in molti al Ministero della salute e non solo. Occorre prendere consapevolezza della condizione in cui si ritrovano gli italiani da alcuni mesi a questa parte e rendersi conto che, se per qualsiasi motivo dovesse verificarsi un malfunzionamento di una app, della batteria del telefono o della rete internet, automaticamente il cittadino bi o tri vaccinato perderebbe all’istante tutti i suoi diritti e sarebbe impossibilitato a svolgere qualunque attività.

Il modo meccanico in cui facciamo leggere il nostro QR code all’entrata di bar, ristoranti e altri pubblici esercizi non deve diventare un’abitudine, ma risuonare come il campanello d’allarme di uno Stato onnipresente, che agisce sempre per il tuo bene, presunto, e comprime i tuoi spazi di libertà individuale a beneficio, sempre presunto, della “collettività”.

Anche in uno stato di emergenza ci sono cose che allo Stato non dovrebbero mai essere consentite e che invece sono ormai purtroppo sdoganate. Si sono creati dei precedenti pericolosi che autorizzano il Leviatano a qualunque azione, surrettizia e non, per spingere il singolo ad adeguarsi alle sue richieste. Se uno strumento come il Green Pass (che da un paio di giorni impedisce di lavorare e di portare il pane a casa a cittadini sani ma non vaccinati) è stato concepito per indurre gli italiani a vaccinarsi, allora in un prossimo futuro potrà essere impiegato per spingere verso un altro comportamento o adempimento.

Alle poche voci libere, mediatiche e non, il compito di mettere in luce tutto questo e di rappresentare dei punti di riferimento per la difesa della libertà.

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