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Studiare il “Fenomeno Salvini”, evitando banalità e demonizzazione

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“Fenomeno Salvini” è un libro da leggere. È un libro da leggere perché analizza puntualmente l’ascesa del leader leghista e va a fondo delle dinamiche del suo successo. L’approccio scelto da Giovanni Diamanti e Lorenzo Pregliasco, cogliendo e descrivendo l’intima unità tra la strategia politica e la strategia comunicativa di Salvini, è particolarmente convincente. Il volume ha il grande pregio di non cadere nelle banalizzazioni e nelle demonizzazioni che talvolta accompagnano gli editoriali relativi alla comunicazione e alle politiche promosse dal capo della Lega. I saggi presenti al suo interno infatti trattano il fenomeno Salvini con il massimo rigore e la massima serietà: da un lato ne analizzano la rivoluzione politico-ideologica in senso nazionale, dall’altro ne studiano la forza comunicativa che la rende così pervasiva ed efficace. In questo senso il sottotitolo-obiettivo del libro “Chi è, come comunica, perché lo votano”, viene pienamente centrato.

I saggi di Giovanni Diamanti, di Salvatore Borghese e Matteo Cavallaro e Davide Policastro illustrano con grande chiarezza la svolta impressa alla Lega Nord bossiana. L’intuizione vincente di Salvini è quella di nazionalizzare un partito localistico limitato al solo Nord, e trasformarlo in un partito sovranista ed euroscettico, cavalcando con anticipo l’onda populista. Quella attuata dal ministro degli interni è a tutti gli effetti una rivoluzione che ridisegna completamente la Lega Nord. Un partito nato per tutelare esclusivamente gli interessi dell’Italia settentrionale diventa gradualmente un partito nazionalista nel nome delle battaglie securitarie e dell’antieuropeismo. In questa logica i nemici si modificano: da Roma ladrona e dai meridionali, si passa ai papaveri di Bruxelles e agli immigrati irregolari. Questa mutazione genetica è racchiusa nell’eliminazione del termine “Nord” dal nome ufficiale del partito, nel passaggio dallo slogan “Prima il Nord” a “Prima gli italiani” e nel cambio cromatico che vede la sostituzione del verde padano con il blu nazional-trumpiano.

Questo processo, però, non si fonda solo sulle grandi abilità strategiche e sul fiuto politico di Salvini. In esso la comunicazione gioca un ruolo decisivo, perché aiuta a promuovere e a rendere appetibile il nuovo posizionamento leghista, diventando così parte integrante e decisiva della strategia politica.

I saggi di Lorenzo Pregliasco, Martina Carone e Matteo Cavallaro studiano dettagliatamente la strategia comunicativa salviniana e la sua complessità. In essi viene descritto in modo chiaro e articolato il sistema comunicativo del Capitano leghista. Un sistema non riducibile ai social network, che ha nell’organizzazione maniacale, nella costanza, nella disintermediazione e nella naturalezza i suoi punti di forza. La formula TRT (televisione, rete, territorio) descritta dallo spin doctor di Salvini, Luca Morisi, risulta particolarmente efficace. Ibridando i canali tradizionali della comunicazione politica e i social media, il team guidato da Morisi riesce a moltiplicare la forza comunicativa del leader leghista. I suoi slogan e i suoi messaggi immediati, polarizzanti e facilmente reiterabili non solo diventano pervasivi, ma dettano anche l’agenda mediatica e politica grazie ad alcune tecniche di framing (si pensi al termine invasione usato per descrivere la questione migratoria).

In questa organizzazione capillare anche i post più frivoli legati al cibo e alla vita quotidiana assumono un ruolo ben preciso, perdendo la loro apparente banalità. Come evidenziato dagli autori, le foto che ritraggono gli svaghi di Salvini non sono un modo per distogliere l’attenzione dai temi dell’attualità, ma costituiscono la modalità con cui instaurare un rapporto colloquiale ed intimo con i suoi sostenitori. A questo processo di umanizzazione che aiuta a costruire una community ampia e fedele concorre anche la retorica del buonsenso che trasforma in normalità le decisioni più dure e radicali. E così la lotta all’Unione europea e all’immigrazione clandestina diventano battaglie di buonsenso, perché promosse da un uomo comune che vive come il popolo che rappresenta.

Questo libro rende dunque giustizia a un fenomeno complesso, spesso descritto in modo grossolano da alcuni analisti. L’intervista finale a Morisi e l’utilizzo di alcune sue slide presentate a Election Days ‘18 sono la ciliegina sulla torta che completa un volume già molto ricco, impreziosito dalle interviste a Marco Damilano e Matthew Goodwin.

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