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Guida alla legislatura (anzi, alle legislature): l'”ideologia italiana” in un dialogo a due voci tra Callido e Stolido

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Pietro Di Muccio de Quattro, direttore emerito del Senato, saggista, scrittore, è un autentico punto di riferimento per i liberali italiani. In una fase politica così carica di incognite, Atlantico sceglie come guida alla legislatura (o forse: come guida alle legislature…) un suo piccolo capolavoro di stile e di pensiero pubblicato da Liberilibri.

Stavolta, non un saggio tradizionale. Ma un dialogo (ammirevole, tra l’altro, la capacità di far vivere in modo così brillante un genere, un tono e una cifra linguistica) tra due maschere, Callido e Stolido, a ben vedere due lati della stessa medaglia italiana.

Attraverso la vivezza del dialogo, per via induttiva anziché per tradizionale logica deduttiva, Di Muccio fa a pezzi – uno per uno – tutti i feticci immaginabili, e ci costringe impietosamente a vedere nello specchio ciò che siamo, e che troppo spesso neghiamo a noi stessi.

Ecco alcuni bersagli. La democrazia e la sovranità popolare: perché – annota – “non siamo governati da alieni ma da connazionali”, e quindi il problema siamo proprio noi. La Costituzione repubblicana: così povera di un autentico respiro di libertà, così condizionata dalla retorica collettivista, talvolta con richiami pari pari alla costituzione sovietica. Il mito della giustizia sociale: paravento dietro cui si nascondono invidia sociale e tassazione punitiva. L’ipertrofia della legge e il relativo groviglio normativo: randello per bastonare, anziché scudo per limitare il potere e difendere le libertà dei singoli. La propensione a collettivizzare: anziché lasciare in pace individui, famiglie e imprese. Il sindacalismo: come difesa degli interessi esistenti, come ossificazione dello status quo. La stessa antipolitica: che “biasima l’altrui irresponsabilità e rifugge la propria responsabilità”.

Ecco perché è appropriato parlare di “ideologia italiana”: sia pur tra furbizie e confusioni, si è infatti venuto consolidando un blocco compatto, un vero e proprio sistema, tutto orientato contro la libertà. Ma è inutile farsi illusioni o cercare capri espiatori. La responsabilità è innanzitutto nostra, del “popolo”. Lasciamo dunque la parola a Stolido e Callido per uno scambio di battute decisivo e illuminante.

-Stolido: “La nostra democrazia sarebbe, dunque, ostile alla libertà compiuta”.

-Callido: “Al popolo piace così com’è. Non sono molti i suoi lati buoni. Essa obbedisce a chi è forte. Comanda invece ai deboli. Ama lodarsi con esagerazione. E’ ignava nelle grandi imprese. Esegue gli ordini di pochi. Non ascolta la voce dei molti. Impaurisce i vecchi. Non entusiasma i giovani. E’ impietosa verso gl’infelici. Verso i felici è divorata dall’invidia. Antepone la finzione alla realtà. Non premia la virtù né riconosce le benemerenze. Perseguita i ricchi per compiacere i poveri. E’ infida con gli onesti. Non ha pietà per il piccolo furfante. Tributa onori ai grandi delinquenti. E’ diffidente nella concordia. Nell’odio parteggia ciecamente. Atterrisce i buoni. Non sa intimidire i cattivi”.

C’è bisogno di aggiungere altro?

L’ideologia italiana – Dialogo tra Callido e Stolido
Pietro Di Muccio de Quattro
Liberilibri 2016-2017
Pagg 144 – Euro 15

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