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“Autonomia e libertà”, di Ugo Cappellacci: esperienza di governo e raccolta di idee

Nel libro dell’ex governatore della Sardegna la sua esperienza di governo e una raccolta di idee per la sua terra valide anche per l’Italia intera

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Riceviamo a volentieri pubblichiamo la recensione a cura di Antonello Picci del libro “Autonomia e libertà”, dell’ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci

Siamo come canne al vento, Ugo Cappellacci ricorre al premio Nobel Grazia Deledda per descrivere i sardi, un popolo piegato da mille vicissitudini della storia e mai sconfitto.

A sfogliare il pamphlet “Autonomia e libertà”, fresco di stampa (edito da Rizzoli e già nelle librerie di tutta Italia) si scorre l’esperienza da governatore della Sardegna fra il 2009 e il 2014. “Per sancire alcune verità” – come l’autore esplicitamente dichiara – e anche per proporre delle idee per la sua terra ma che valgono per tutta l’Italia.

Ugo Cappellacci è un libero professionista (fa il commercialista) prestato alla politica, oggi è deputato del gruppo di Forza Italia.

La vicenda Saremar

Fra le verità che l’ex governatore intende ristabilire c’è la vicenda Saremar, la flotta marittima sarda che incrinò, o cercò di farlo, il cartello di quelli che lui chiama i signori del mare:

“Io sono per il mercato libero, per convinzione ideale e direi pure per mestiere. La vicenda di Saremar rappresenta un interessante esempio, anche dal punto di vista di scuola. Cioè quello di un intervento pubblico per ripristinare le regole di un sano mercato, contro il cartello vero e proprio posto in essere dalle compagnie marittime che gestiscono il traffico dei traghetti da e per la Sardegna. Il giorno che accesi i motori per il primo viaggio della nave Saremar è fra i ricordi più emozionanti di tutti gli anni del mio governo”.

Un armadio di scheletri

C’è spazio pure per aneddoti divertenti. In particolare, quando si rivolse al presidente emerito Francesco Cossiga per dei fondi destinati ai lavori di rifacimento della Sassari-Olbia, incagliati in qualche ufficio romano. Cappellacci venne ricevuto da Cossiga intento a fare cyclette “con delle scarpe dal colore sconcertante”, il quale telefonò direttamente al ministro competente e gli “spalancò un intero armadio di scheletri”, cosa che produsse di lì a breve l’arrivo dei soldi in Sardegna.

Energia

I temi affrontati sono tanti. Da quello dell’energia “la nostra regione, così strategicamente posta al centro del Mediterraneo, potrebbe essere del tutto autosufficiente; in particolare le nuove tecnologie che ricavano energia dai moti ondosi affrancherebbero la Sardegna da ogni dipendenza”. E siamo nuovamente all’autonomia annunciata nel titolo del libro.

Lavoro

Così come quello della valorizzazione della formazione universitaria e altamente specialistica per rispondere alle sfide della globalizzazione e creare “lavoratori della conoscenza”: quelli che Peter Ducker chiama knowledge workers, lavoratori che non forniscono alla produzione un apporto materiale ma uno immateriale costituito da conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Sovranità e federalismo

Ci sono infine delle attualissime pagine sul concetto di sovranità, quando questa parola è ormai argomento di divisione nel dibattito pubblico. Non ci può essere né autonomia né libertà se un popolo non è sovrano; egli si innesta nella grande storia dei pensatori autonomisti sardi (Lussu e Bellieni fra tutti) immaginando uno stato federale in cui la sovranità di ognuno sia declinata in almeno cinque punti: alimentare, economica, istituzionale, energetica e monetaria.

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