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Viva Halloween, abbasso il governatore della Campania che cerca di coprire il disastro della sua sanità

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Il governatore della Campania, l’ex membro del Partito Comunista Italiano Vincenzo De Luca, in uno dei suoi roboanti e deliranti comunicati anti-Covid ha definito Halloween “una americanata monumento all’imbecillità”. Suona abbastanza strano che per colpire un virus considerato tremendo come la nuova ‘peste’, il Covid-19, si arrivi a insultare una festa che trae ispirazione da una tradizione britannica che ricalca tutte le tradizioni simili d’Occidente e che ha preso piede fra i ragazzi grazie anche ai film dell’horror e alla musica rock. Strano perché in realtà la tradizione di Halloween è in un certo senso ricordata anche in opere di spiriti e fantasmi di edoardiana memoria (per inciso, governatore, parliamo di Edoardo De Filippo, e delle sue opere teatrali meravigliose, come per esempio “Questi fantasmi”). Strano anche perché Halloween celebra All Hollows Eve, la festa dove si ricordano i morti, ma anche i santi e i martiri, esattamente come si fa nella Campania di De Luca da tanti secoli e in quegli stessi giorni.

Viene da pensare che dietro la strategia di questo personaggio macchiettistico, e più adatto a un programma della Dandini che a governare una regione, ci sia un attacco mirato ai valori occidentali, figlio di quel comunismo che ha perso la Guerra Fredda e oggi è tornato più vendicativo che mai e vede nella pandemia (nel cavalcare la pandemia) un mezzuccio con cui regolare i conti. Tanto è vero che per quella serata, il Crozza-De Luca ha sbraitato le sue ire funeste con affermazioni lapidarie (e per questo comiche): “Sarà il coprifuoco, non sarà consentita neanche la mobilità. Probabilmente potremo decidere un blocco della mobilità dopo la mezzanotte anche prima di quel weekend”. Come si giustifica questo con la diffusione del virus rimane un mistero per la scienza medica, ostaggio ormai di una politica predatoria e partigiana, superstiziosa e tirannica. Sono parole che sottolineano piuttosto una voglia di vendetta, di rivincita, anche a coprire gli ingenti danni fatti a una sanità (quella campana), che il governatore durante tutto il suo mandato non è stato in grado di riparare e adesso, come il Governo Conte insegna, si prodiga nel rigirare la frittata. Colpa vostra se il virus circola e non dei nostri ospedali che o non sono stati adeguati al pericolo o non hanno i medici e le strutture necessarie (sempre per i beneamati tagli alla sanità su cui si possono leggere articoli interminabili ovunque sulla stampa).

Siccome non sono un giornalista ma uno scrittore, non starò qui a elencare i problemi della malasanità campana non gestita o mal gestita da De Luca. Mi limiterò a raccontargli l’origine di Halloween e la magia delle tradizioni folcloristiche e misteriche anglo-sassoni (e pagane). La festa deriva, si dice, dalle tradizioni gaeliche e irlandesi legate al periodo di Samhain, la fine della stagione del raccolto, lì dove si entrava nel semestre buio, e dove il velo che divide i mondi (del visibile e dell’invisibile) si faceva più sottile. E per questo, gli spiriti (chiamati dai nord europei folletti o fate) potevano risultare percepibili se non addirittura visibili. Uno degli spiriti più famosi che si aggiravano fra i mondi era Will ‘O the Wisp, o dal latino Ignis Fatuus, che, con la sua lanterna, si divertiva a confondere il viaggiatore che passava nei campi deserti di notte (una brillantezza chiamata per questo Jack ‘O The Lantern). Il povero malcapitato seguiva la luce e rimaneva vittima del suo incantesimo, oppure svaniva e si ritrovava in altri mondi (molti ufologi hanno sostenuto che i primi rapimenti alieni sarebbero riconducibili al racconto di questi fenomeni). Di Will O-The-Wisp parlano in tanti nel mondo della cultura e dell’arte (dai Pet Shop Boys nel loro nuovo singolo a Shakespeare, che immaginiamo il governatore abbia letto in lingua originale, che in “King Lear” parla di un “walking fire”; curiosa chiosa intellettuale, c’è un volumetto intitolato “Will-O-The-Wisp, or The Elusive Shakespeare” di George Hookham, il quale sostiene che le opere del grande poeta inglese di Strattford Upon Avon, fossero in realtà scritte da Francis Bacon… vabbè capricci da letterati, inutili per la narrazione dei governatori sceriffi).

Per sopravvivere all’inverno, i Will-O-The-Wisp dovevano essere propiziati, bisognava rivolgersi a loro con preghiere, invocazioni, canti e balli e, nella tradizione moderna, questa celebrazione e questa invocazione proseguono nel mondo cristiano con le messe e le processioni e le preghiere, mentre fra i ragazzi, pienamente inglobati nel Magical Mystery Tour della cultura pop e della mondanità, vuol dire andare in giro a fare “Dolcetto o Scherzetto” alle porte dei vicini; si offrono dolcetti (agli spiriti) o si accetta che Will ci faccia un dispettuccio. Meglio, decisamente, che accetti il dolcetto. Come, del resto, insegna Freddy Kruger che di Halloween è il simbolo o come ricorda Ozzy Osbourne, l’inquietante rock star che della festa di All Hollows Eve è un po’ il simbolo musicale (tra l’altro, il consiglio di ascolto per la notte del 31 ottobre è la sinistra “Let Me Hear You Scream”, titolo che è tutto un programma).

Insomma, la morale di questa favola è che noi parteggiamo senza dubbio per Halloween e a chi, come i vecchi comunisti livorosi, vuole impedirla o addirittura abolirla, consigliamo di togliere, almeno per quella sera, la mascherina chirurgica e indossare una maschera dell’horror; vi fa molto più belli.

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