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Dalla Francia all’Italia scoppia la guerra delle pensioni - Seconda parte

Ora mettiamo assieme questi dati. I 12 milioni di donne feconde oggi in italia tenderanno ad invecchiare e ad uscire dalla fascia riproduttiva. Al tempo stesso riducendosi il numero delle nascite, questo gruppo riproduttivo tenderà a diminuire sempre di più negli anni, dal 2008 la diminuzione sfiora già il 10%. Ciò vuol dire che ci saranno sempre meno donne in grado di fare sempre meno figli. Mentre al tempo stesso ci saranno sempre più persone anziane che avranno bisogno di sempre maggior assistenza sanitaria (welfare) e di pensioni. Come le alimenteremo? Già la spesa pensionistica quest’anno produrrà un buco che sfiora i 28 miliardi (differenza tra pensioni erogate e contributi percepiti). Cosa accadrà riducendo sempre di più i contributi ed aumentando sempre di più la quantità di pensionati.

Io non ho le risposte. Ma questi sono i numeri. Basta con le falsità di chi ci dice che si può andare in pensioni a 62 anni. La Piazza francese sta segnando il primo tempo di una partita difficilissima. C’è bisogno di rendere edotte le persone. Di tutelare le categorie che vanno protette, di fare piani che portino i giovani a fare più figli, creando una visione del futuro diversa da quella che abbiamo oggi. Basta con le bugie. Una volta per tutte. In Germania, qualche anno fa, è stata prodotta una serie tv (mandata in onda da Sky), dal titolo “2030 la rivolta degli anziani”. Credo si potrà anche scriverne una che parli anche della rivolta dei giovani. Ma la rivolta, la Francia lo dimostra, è già cominciata.

Leopoldo Gasbarro, 7 dicembre 2019

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