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Una storia di scelte e comportamenti

Quando stiamo per affrontare una svolta, un cambio di direzione, una scelta nella nostra vita, nella stragrande maggioranza dei casi, sappiamo quale opzione prendere.

Nei contesti finanziari ed assicurativi i comportamenti intrapresi indicano l’esatto opposto.

Una data da ricordare, una data che il tempo farà dimenticare. Quarantacinque anni sono passati da allora, generazione dopo generazione con ricordi inevitabilmente più sfumati. In tutto questo il tempo è galantuomo. Sempre meno memorie storiche tra noi a raccontarlo. Purtroppo o per fortuna il tempo sbiadisce i colori delle fotografie, rigorosamente stampate, di allora.

All’epoca dei fatti ero un bambino che non si poteva rendere conto di quello che stava accadendo. Eppure quelle sensazioni emozioni e paure riaffiorano in pochi istanti al primo sussulto del sottosuolo. Quel suono cupo profondo dubito qualcuno potrà mai descriverlo, soprattutto scordare.

L’ultima generazione a rendere ancora vive quelle ondulazioni quei tremolii di pareti sedie e lampadari, quei mille interminabili rintocchi di campane a testimonianza e ricordo di chi non c’è più. Allora i nostri genitori e nonni non avevano scelta, questa forse col senno di poi si è rivelata essere, nella tragedia, una fortuna.

Non c’era il tempo nemmeno di piangere, bisognava ricostruire e pure in fretta.

Senza casa senza fabbriche senza lavoro, sembrava senza futuro. Invece quel futuro che pensavamo cancellato per sempre, dopo quei lunghissimi cinquantanove secondi, ci ha portato inevitabilmente ai giorni nostri. Non senza fatica sacrifici ed errori abbiamo ricostruito case, fabbriche, ponti strade ed attività commerciali.

Abbiamo continuato a vivere, non ponendoci nemmeno il problema se ci fosse un’alternativa. Come oggi non c’era tempo da perdere in chiacchiere bisognava “fare”.

Oggi non possiamo che ringraziare chi è prontamente venuto in soccorso nelle zone devastate dal sisma, aiutandoci con supporto economico e morale a “ricostruire”. Senza di loro non avremmo potuto concretizzare tutto quello che oggi siamo nonostante il covid.

Coi mezzi e le tecniche di allora ci abbiamo messo qualche decennio, ma la ricostruzione e le evidenti migliorie apportate al nostro vivere quotidiano paiono oggi esistere da sempre.

Qualità e stili di vita, l’inevitabile sviluppo culturale, commerciale ed imprenditoriale non sono oggi nemmeno lontanamente paragonabili. Avevamo ricominciato a correre sempre più veloci, immaginando che nulla potesse fermare quella corsa.

Il tempo sembrava trascorrere sempre più veloce, la frenesia quotidiana inarrestabile fino al febbraio dello scorso anno. Un microscopico ed invisibile virus ha come rallentato, intrappolato il mondo in un limbo temporale che si fatica ancora a realizzare, metabolizzare e contrastare.

Ora come allora dobbiamo ricostruire, ciò che sarà sempre più importante di una casa di un fabbrica di un’intera economia. Dobbiamo ricostruirci “dentro”. Dobbiamo ritrovarci nei nostri ricordi nelle nostre gioie e dolori, nella nostra voglia di fare.

Sarà sempre una questione di scelte.

Oramai dopo oltre un anno non abbiamo più scelte. Sarà così dopo ogni tragedia per un semplice motivo… un futuro comunque attende chi avrà motivi e forza per poterlo raccontare dopo dieci venti o quarant’anni.

Abbiamo le risorse a disposizione per farlo. Paradossalmente le abbiamo da sempre, da mai le facciamo fruttare. Alla costante ricerca di quella sicurezza finanziaria dietro cui celiamo i nostri ingiustificati timori e molta della nostra incompetenza finanziaria e cultura gestionale del risparmio familiare.

L’imponderabile farà sempre parte delle nostre vite, spetta ad ognuno di noi fare in modo di essere per quanto possibile preparati al domani. Sembriamo aver smarrito la via maestra, la direzione data dalla routine e dall’incedere giorno dopo giorno.

Eredi di una cultura a compartimenti stagni, ora dobbiamo crescere nella cultura del risparmio traguardando lavoro, risparmio, previdenza e protezione in un unico obiettivo, Cercare l’ipotetica quanto teorica certezza di una remunerazione cedolare nel risparmio, quando non si pensa a tutelare ancor prima, la capacità di reddito significa mettere a rischio i risultati ed i sacrifici di una vita.

Creare un portafoglio immaginando di dover affrontare mai storni e prese di profitto nei e dei mercati, è pia illusione.

Non provvedere ad assicurare se stessi mentre aumentano le capacità di reddito risparmio ed investimenti, equivale a preoccuparsi solamente della cedola tenendo concretamente a rischio tutte le nostre disponibilità mobiliari ed immobiliari ossia il nostro capitale.

In particolare nell’ambito assicurativo prima percepiamo il bisogno di protezione minore sarà l’impatto economico del premio al rischio a salvaguardia dell’intero capitale a nostra disposizione.

Allo stesso modo, prima apriremo una posizione previdenziale ai nostri figli, minore sarà il gettito che mensilmente dovremo contribuire per ottenere i medesimi risultati.

Ritrovarsi per ritrovarci, dando un senso, cercando e trovando uno scopo un obiettivo per superare prima possibile questa pandemia. Ne usciremo? Certo. Saremo diversi? Apparentemente simili, profondamente  ed intimamente diversi.

Nuovi lavori nuove competenze nuove attitudini saranno richieste. La tecnologia ci supporterà.

Stiamo cambiando, ma non abbiamo tempo per rendercene conto. Oggi perché domani sarà troppo tardi, poniamo le basi per un futuro degno di tale nome. Lo dobbiamo a chi domani, seguendo le nostre orme, leggerà tutto questo nei libri di storia.

Con le dovute proporzioni, come ogni grande crisi finanziaria l’ultima, ossia, quella che stiamo vivendo sembra la peggiore, quella da cui ne usciremo mai.

Eppure la storia insegna che da tutte ne siamo usciti. Come le abbiamo raccontate è dipeso dalle scelte che ognuno ha dovuto o voluto prendere.

Cultura, economia, finanza e politica tutti indissolubilmente legati, tutti dovranno giocoforza partecipare. Nessuno potrà esimersi chiamandosi fuori dalle responsabilità in questo importantissimo periodo storico.

Ora raccogliamo quello che le scelte dei decenni passati hanno fruttato. Oggi dobbiamo “seminare” le scelte che ci permetteranno domani di raccogliere ciò che desideriamo.

 

Non possiamo più procrastinare.

 

Giovanni Cedaro

 

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