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“No ai rubli”, “Niente beneficenza”. Perché ora rischiamo di restare senza gas

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Ormai è come la sfida all’ O.K.Corral. Da una parte l’Unione Europea, dall’altra Putin. Il secondo vuole che il gas lo si paghi in Rubli, i primi, oggi rappresentati dal G7, vogliono che si rispettino i contratti che prevedono il pagamento con una valuta non modificabile. Quella valuta è il dollaro. Insomma un altro braccio di ferro con Putin che minaccia la sospensione dell’erogazione a partire dal 31 marzo prossimo.

Chi manterrà la propria posizione?

Qualcuno proverà ad abbassare i toni dello scontro?

Bisogna dire che in questo caso si tratta più di una questione di principio. Insomma sembra di assistere al gioco di chi ce l’ha più lungo. É davvero poco edificabile assistere a tutto questo bailamme. Nel mezzo ci sono migliaia di vite spezzate, di città distrutte, di psicologie squilibrate.

Di mezzo ci vanno i piccoli che per colpa di pochi si privano di tutto, anche delle loro stesse vite.

 

Gas si, gas no. Rubli sì, rubli no.

I ministri dell’Energia del Gruppo dei Sette hanno respinto all’unanimità la richiesta del presidente russo Vladimir Putin di pagare in rubli i contratti per il gas naturale. La richiesta di Putin rappresenta una “violazione unilaterale e chiara dei contratti”, ha affermato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck. “Noi non facciamo sconti”, ha dichiarato Dmitry Peskov portavoce del cramlino. “Non forniremo gas gratuitamente, questo è certo. È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione”. No Rubli, no gas. Un pò come una vecchia pubblicità di una nota crema splamabile.

Putin, Biden, Zelensky e tutti gli alri.

Preferisco il “siete pazzi” di Papa Francesco. Ma forse si è trattenuto nel giudizio, anche se la sua espressione facciale lasciava presagire altro. 

Aspettiamo allora, appuntamento a giovedì 21 e poi sapremo, sapremo tutto…

 

Leopoldo Gasbarro, 28 marzo 2022

 

 

 

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