Se davvero per un manager pubblico può esistere un mantra, per Pasqualino Monti, ancora formalmente in carica al vertice dei porti della Sicilia Occidentale, ma già protagonista di un trasferimento unico, dal mare al cielo, nelle vesti di amministratore delegato di Enav, questo mantra quasi al confine con un’ossessione, è la lotta alla burocrazia.
Un transito non casuale da un Ente pubblico a una società quotata a maggioranza di capitale pubblico. Non casuale perché Pasqualino Monti ha gestito i suoi porti, prima Civitavecchia, quindi Palermo e porti vicini, con lo stile e l’energia di un manager privato sempre seguendo il fil rouge “del fare” anche a rischio, come accade a Civitavecchia, di reazioni scomposte della macchina burocratica e in conseguenza della macchina giudiziaria.
A Civitavecchia, Monti realizza il sogno di trasformare lo scalo laziale in uno dei principali hub del mondo per il mercato delle crociere. Durante il suo mandato il porto di Civitavecchia conquista, con oltre 2,6 milioni di passeggeri, la leadership mediterranea nel mercato delle crociere, ottenendo il riconoscimento di miglior porto italiano nel comparto crocieristico dalla Cruise Lines International Association (CLIA); realizza quello che si candida a diventare il più importante porto per mega yacht a livello europeo, concretizza un piano di integrazione tra la città e il porto.
Nel settore cargo e container promuove e definisce accordi internazionali che coinvolgono porti americani e del Far East, dando vita ad un hub strategico per l’automotive, sviluppando le rotte transatlantiche verso Halifax e Baltimora. Il 30 ottobre 2015 la European Sea Ports Organisation conferisce un importante riconoscimento al porto di Civitavecchia, annoverandolo tra le eccellenze a livello europeo per il traffico commerciale e per l’attenzione prestata alla sostenibilità ambientale.
Nulla in confronto a quello che viene ormai definito il “miracolo Palermo”; catapultato (con la segreta speranza di vederlo fallire) in Sicilia, con il destino segnato di una “mission impossible”, Monti rovescia letteralmente non solo il porto di Palermo, ma anche quelli vicini di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle.
Il risultato è clamoroso a Palermo, dove l’assetto e l’identikit stesso del porto sono rivoluzionati al punto da rendere lo scalo irriconoscibile. Non è solo la nuova stazione marittima peraltro data in gestione subito ai big delle crociere o la risistemazione del bacino di carenaggio, ma è proprio la riscrittura del rapporto porto-città con l’abbattimento di tutto ciò che ha rappresentato per decenni il degrado. Progetti anche vecchi di trent’anni sono sbloccati e, in rapida successione, il porto di Palermo centra tutti i goal che si è prefisso diventando “un caso” di studio anche sui media nazionali e internazionali.
All’insegna del “si può fare”, Monti combatte la sua personale battaglia contro la burocrazia anche pubblicando un libro “Controvento” in cui emerge tutta la solitudine di un manager pubblico costretto a combattere ogni giorno contro i mulini a vento di un apparato che non funziona, rallenta ed esalta la non responsabilità.
Il fenomeno Palermo, da destinazione che molti avevano letta come punitiva, si trasforma per Pasqualino Monti in un trampolino di lancio, dal mare al cielo. Forte dei risultati conseguiti in Sicilia, Monti viene chiamato, con la carica di amministratore delegato, alla guida di Enav, l’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo, che, a onta del suo low profile comunicazionale, ha comunque una responsabilità diretta su tutti gli aeroporti italiani e si prepara a gestire sfide come quella relativa alla cyber security, all’abbattimento delle soglie di inquinamento nel settore aereo e alla gestione delle nuove tecnologie, in primis i droni.
Anche sulle rotte del cielo Monti si muove come un equilibrista su un filo teso, aggirando e zittendo tutti quelli che gli attribuiscono, nel bene e nel male, amicizie e protezioni eccellenti. Secondo molti Enav è solo un nuovo step di transito verso altri obiettivi. L’ambizione certo non gli manca.
Cosi’ come quella conoscenza che potrebbe fare di lui l’artefice di una riforma, una vera riforma, del sistema portuale italiano. Non un cambio di nomi come quello voluto dal ministro del Rio che è riuscito a soffocare nel ridicolo di definizioni infinitamente lunghe (Autorità di sistema portuale del Mare …occidentale) i nomi storici di porti che dovevano essere riconosciuti anche all’estero.
Una riforma autentica lanciata in anteprima e probabilmente destinata a diventare la chiave di lettura del governo: quella basata su una società per azioni centrale stile Enav, partecipata a maggioranza dallo Stato, ma quotata in Borsa e quindi obbligata a liberarsi della burocrazia per pianificare la grande opportunità che si para davanti al sistema portuale italiano
16. Continua …
Leggi tutti i capitoli:
- Un paese molto strano
- Isole infelici
- Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
- Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
- Tutti i porti dei presidenti: Cristoforo Canavese
- Tutti i porti dei presidenti: Paolo Costa
- Tutti i porti dei presidenti: Roberto D’Alessandro
- Tutti i porti dei presidenti: Alessandro Di Cio’
- Tutti i porti dei Presidenti: Michele Lacalamita
- Tutti i porti dei Presidenti: Rinaldo Magnani
- Tutti i porti del presidente: Marina Monassi
- Tutti i porti dei Presidenti: Gianni Moscherini
- Tutti i porti dei Presidenti: Francesco Nerli
- Tutti i porti dei Presidenti: una via di fuga
- Tutti i porti dei Presidenti: Luigi Merlo
- Tutti i porti del Presidente: Pasqualino Monti
- Tutti i porti del Presidente: dimenticati
Si ringraziano per la collaborazione:
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- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale
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