Economia e LogisticaMare e porti

QUINDICESIMA PUNTATA

Tutti i porti dei Presidenti: Luigi Merlo

Il primo a transitare dal vertice di un’Autorità portuale a un incarico per un grande operatore privato. Esempio che sarà seguito in tempi recenti a Trieste e La Spezia

Tutti i porti dei presidenti, di Bruno Dardani

Luigi Merlo, un passato da giornalista, politico e assessore regionale, i due mandati al timone dell’Autorità portuale di Genova coincidono con uno dei periodi più intricati, complessi e forse anche pericolosi per il più importante scalo marittimo del Paese.

Merlo approda a Palazzo San Giorgio, sede storica in anni passati del Consorzio autonomo del porto, quindi dell’Autorità portuale, in una situazione quasi libanese. Le polemiche e gli scontri conseguenti l’arresto del suo predecessore, Giovanni Novi, poi scagionato in sede processuale, hanno lasciato strascichi pesanti anche in una comunità portuale che ha sempre faticato a diventare coesa e all’interno della quale ogni contingenza negativa non ha mai mancato di fare emergere storiche contrapposizioni, talora vere e proprie faide.

Merlo è forse l’uomo che più detesta le contrapposizioni; per lui appeasement è norma di vita. Lo ha imparato sin da quando, ventenne, collabora con Luciano Faraguti, uno degli uomini della DC più sensibili alle esigenze del territorio e dell’economia; e a Genova proprio questa capacità di mediazione rappresenta la chiave di volta, prima per raggiungere un armistizio, poi per una pace che viene siglata anche superando momenti di forte tensione come quelli conseguenti la revoca della concessione al terminalista PSA.

L’essere spezzino e quindi non parte integrante né degli equilibri, né degli squilibri anche famigliari che da decenni, forse da secoli, condizionano la vita del porto di Genova, rappresenta un valore aggiunto. Non deve chiamarsi fuori dalle concioni, lo è quasi in automatico e questo gli consente di porre le basi per cambiamenti importanti. Sotto la sua presidenza si materializza la prima idea della Diga e dell’adeguamento tecnico funzionale dalla quale dipende.

Con un record storico nel traffico container, così come in quello dei passeggeri sulle navi da crociera, lancia anche il primo progetto per l’elettrificazione delle banchine. Sua l’impostazione del nuovo Piano regolatore e anche il più massiccio intervento di dragaggio dei fondali del porto.

Ma i suoi due mandati saranno caratterizzati anche dalla tragedia della Torre Piloti, abbattuta da una nave in manovra all’imboccatura del porto e diventata anche il simbolo drammatico di un’inchiesta che coinvolge tutta la città e che si propagherà anche nei corridoi di Palazzo San Giorgio. Peraltro un’altra tragedia del mare, quella della nave da crociera Costa Concordia, avrà un epilogo genovese proprio in virtù dello sforzo del Presidente di farne effettuare la demolizione a Genova.

L’unicità della presidenza Merlo si concretizza nel passaggio, forse unico, dal pubblico al privato, da Presidente dell’Autorità portuale di Genova a direttore dei Rapporti Istituzionali per l’Italia del gruppo MSC nonché Presidente di Federlogistica (carica quest’ultima abbandonata da pochi giorni.

Un cambio di casacca tutt’altro che semplice, caratterizzato da una lunga battaglia legale e da sentenze contradditorie sino al chiarimento definitivo di ANAC, l’Autorità anti-corruzione che archivia in modo definitivo l’accusa di pantouflage e non ravvisa nella carriera di Merlo alcun elemento di violazione del divieto di “svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta”.

Un caso quello di Merlo che sancisce e contrassegna i confini di una incompatibilità che, in caso contrario, nell’applicazione più rigida delle norme, porrebbe in congelatore risorse professionali essenziali non solo per le aziende ma anche per lo sviluppo del Paese. E Merlo queste risorse le dispiega anche ai vertici di Federlogistica, nonché pubblicando un libro sulla politica marittima del Paese che probabilmente, in parte, è destinato ad anticipare i tempi della riforma.

L’esempio di un salto fra pubblico e privato sarà poi seguito in tempi recenti, dall’ex presidente di Trieste, Zeno D’Agostino, dimessosi dall’Autorità e approdato in Technital. Quindi in modo più traumatico dall’ex presidente di La Spezia e Marina di Carrara, Mario Sommariva, dimessosi dall’ADSP e nello stesso giorno passato alla presidenza di quel Gruppo Spinelli, al centro dell’inchiesta genovese che ha decapitato la Regione Liguria e l’autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale. E nel passato anche Nereo Marcucci, presidente del porto di Livorno, quindi di Confetra e uomo di vertice di Contship Italia.

15. Continua …

Leggi tutti i capitoli:

  1. Un paese molto strano
  2. Isole infelici
  3. Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
  4. Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
  5. Tutti i porti dei presidenti: Cristoforo Canavese
  6. Tutti i porti dei presidenti: Paolo Costa
  7. Tutti i porti dei presidenti: Roberto D’Alessandro
  8. Tutti i porti dei presidenti: Alessandro Di Cio’
  9. Tutti i porti dei Presidenti: Michele Lacalamita
  10. Tutti i porti dei Presidenti: Rinaldo Magnani
  11. Tutti i porti del presidente: Marina Monassi
  12. Tutti i porti dei Presidenti: Gianni Moscherini
  13. Tutti i porti dei Presidenti: Francesco Nerli
  14. Tutti i porti dei Presidenti: una via di fuga
  15. Tutti i porti dei Presidenti: Luigi Merlo
  16. Tutti i porti del Presidente: Pasqualino Monti
  17. Tutti i porti del Presidente: dimenticati

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