Politica

No, io non sono “figlio della Resistenza”

I giornali di oggi e quell’enorme secchiata di retorica sulle celebrazioni del 25 aprile

Vi devo dire la verità: questa cosa del 25 aprile oggi i giornali la trattano con una gigantesca ed enorme secchiata di retorica. Repubblica e Corriere titolano “Noi figli della Resistenza” riferendosi alla frase del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E poi ancora “ora e sempre Resistenza!”.

Mi fa piacere che loro si definiscano figli della Resistenza, ma io non lo sono affatto! Avendo 50 anni, io sono figlio degli anni di piombo, sono figlio degli anni 70-80 in cui c’erano i terroristi. Sono figlio degli attentati a Falcone e Borsellino e di uno Stato che rispondeva a quella roba lì. La Resistenza per la mia generazione è bella che è andata, figuriamoci per i ventenni e trentenni. Le libertà le stavamo perdendo negli anni 70-80 proprio per via dei brigatisti che, in una certa misura, si rifacevano proprio alla Resistenza partigiana contro la Democrazia cristiana che loro consideravano il nuovo fascismo.

Leggo poi Massimo Donelli che fa un tweet in cui giustamente dice: “Toc Toc! Oggi Ezio Mauro e tutti quanti i grandi giornalisti di Repubblica incensano il Presidente della Repubblica, Mattarella, siciliano, democristiano, ma non era Repubblica quella che tanto odiava quella democrazia cristiana “mafiosa, corrotta, politicante”? E adesso è diventata la rappresentante della grande nostra libertà?” È una cosa pazzesca.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro 26 aprile 2023

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