Sin dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas scoppiata dopo i fatti del 7 Ottobre, per la conta del numero dei morti nella Striscia di Gaza quasi tutte le istituzioni e le testate internazionali si sono affidate interamente al Ministero della sanità di Gaza, senza tenere conto che esso è controllato da un organizzazione terroristica e dando per scontato che fosse una fonte affidabile.
Una recente ricerca di Salo Aizenberg, dirigente del sito ed ente no profit HonestReporting, ha recentemente rivelato che almeno 3.400 morti precedentemente identificati, tra cui più di 1.000 bambini che Hamas aveva affermato essere stati uccisi negli attacchi aerei israeliani, sono stati cancellati.
Dati truccati
La discrepanza è stata rivelata attraverso un confronto dettagliato tra gli elenchi delle vittime pubblicati da Hamas nell’agosto e nell’ottobre 2024 con una versione rivista pubblicata nel marzo 2025. Queste liste, pubblicate in formato pdf dal Ministero della sanità di Gaza, gestito da Hamas, sono state ripetutamente citate come credibili dai media internazionali e dalle Nazioni Unite, spesso in maniera totalmente acritica.

“Hamas ha falsificato i dati sulle vittime nelle guerre passate, come mostra questo thread – nonostante le affermazioni dei suoi difensori, che insistono erroneamente sul fatto che Hamas è sempre stato accurato, e affermano persino falsamente che Israele accetta i dati di Hamas come affidabili”, ha scritto Aizenberg in un post che include diverse prove che le cifre sono state gonfiate.
Secondo Andrew Fox, ricercatore presso la Henry Jackson Society ed ex paracadutista britannico che ha collaborato con Aizenberg, l’intero sistema di segnalazione è talmente fallace da rasentare la frode. “Le liste sono talmente inaffidabili che i media di tutto il mondo non dovrebbero citarle come affidabili”, ha detto.
Fox ha spiegato che le liste delle vittime di Hamas sono compilate utilizzando dei Google Form, il che significa che chiunque abbia il link può inviare un nome, senza alcuna verifica. “Hanno accettato i nomi in quella lista senza alcuna prova”, ha osservato Fox. “Ora, stanno chiaramente cercando di fare marcia indietro e cancellare quelli che non possono dimostrare”.
La cecità di media e Onu
Eppure, nonostante le crescenti prove di invenzione, i principali media e persino l’Onu continuano a ripetere a pappagallo le affermazioni di Hamas sulle vittime civili, ripetendo spesso la frase che “la maggior parte delle vittime sono donne e bambini”.
I dati rivisti di Hamas raccontano una storia ben diversa. Di tutte le vittime registrate in età compresa tra i 13 e i 55 anni, che è la fascia complessiva dei membri di Hamas generalmente impiegati in combattimento, il 72 per cento sono maschi. Questa è una prova a sostegno della versione dei fatti dell’IDF, secondo la quale Israele ha condotto attacchi mirati contro terroristi operativi, compiendo sforzi significativi per ridurre i danni ai civili.
I precedenti
Un precedente report della Henry Jackson Society, pubblicato nel dicembre 2024 e stilato proprio da Andrew Fox, sosteneva che Hamas ha sistematicamente falsificato i numeri dei morti, ad esempio non facendo alcuna distinzione tra civili e combattenti, gonfiando i numeri di donne e bambini morti o addirittura includendo i nomi di persone morte prima ancora che iniziasse la guerra.
Prima ancora l’IDSF (Israel Defense and Security Forum), organizzazione nata per rappresentare i militari che nel 2023 protestavano contro la riforma giudiziaria di Benjamin Netanyahu (e che pertanto non può certo essere accusata di fare propaganda a suo favore), ha fatto notare che anche se si prendessero per buoni i dati forniti da Hamas, la guerra in corso si è rivelata molto meno letale per i civili rispetto ad altri conflitti avvenuti negli ultimi decenni: all’inizio di settembre 2024, l’IDF risultava aver eliminato oltre 14.300 terroristi, a fronte di 24.000 vittime civili.
Ciò si traduceva in un rapporto di circa 1,5 civili uccisi per ogni combattente. Per fare un confronto, la guerra provocata dall’invasione sovietica dell’Afghanistan negli anni ‘80 aveva un rapporto di 10 a 1, mentre la guerra del Biafra scoppiata in Nigeria negli anni ‘60 un rapporto di 15 a 1. Inoltre, i morti a Gaza erano comunque inferiori rispetto al numero di perdite civili registrate fino a quel momento in Siria (617.000) e Yemen (367.000).
Un utilizzo strumentale
Il numero dei morti civili a Gaza, gonfiato da Hamas, è stato sfruttato per accusare Israele di genocidio, tanto che il Sudafrica ha intentato una causa contro lo Stato ebraico all’Aja. Tuttavia, anche in questo caso le cose non sono come sembrano: secondo un report pubblicato nel novembre 2024 dall’ISGAP (Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy), il partito di governo sudafricano ANC avrebbe ricevuto ingenti donazioni dall’Iran e dal Qatar per portare avanti la sua battaglia legale contro Israele.