Politica

Bordata di Musk contro Berlino. E a sinistra si invoca la censura

Il botta e risposta su X: “violate la sovranità dell’Italia, è traffico di essere umani”. La nostalgia della sinistra per il vecchio Twitter che censurava gli avversari

Elon Musk confine Messico Usa Elon Musk in visita al confine Usa-Messico di Eagle Pass

Dopo aver visitato il confine tra Messico e Stati Uniti per rendersi conto di persona di cosa sta accadendo, Elon Musk è entrato a gamba tesa nel dibattito europeo sulla crisi migratoria e in particolare nelle polemiche tra Italia e Germania sui finanziamenti tedeschi alle ong che fanno la spola tra coste africane e italiane. In realtà, Musk si era già interessato alla recente ondata di sbarchi a Lampedusa, accusando le organizzazioni di Soros di “voler distruggere la civiltà occidentale”.

La posizione di Musk è ragionevole e può scandalizzare solo quei settori del mondo politico e mediatico completamente scollegati dalla realtà e talmente ideologizzati da essere ormai privi di qualsiasi logica e onestà intellettuale.

L’immigrazione clandestina deve essere fermata, ma sono assolutamente favorevole ad una maggiore espansione e semplificazione dell’immigrazione legale. Chiunque dimostri di essere un gran lavoratore, talentuoso e onesto dovrebbe poter diventare americano. Punto.

Il post di Musk

Ma cosa è accaduto venerdì? Musk ha ripostato su X un post dell’account RadioGenoa – in cui si riportava delle 8 navi di ong tedesche finanziate da Berlino impegnate a raccogliere migranti e “scaricarli” in Italia – chiedendosi: “L’opinione pubblica tedesca ne è consapevole?”

Rispondeva niente meno che il Ministero degli Affari esteri tedesco: “Sì, si chiama salvare vite“. Ma Musk replicava:

Quindi ne siete davvero orgogliosi. Interessante. Francamente dubito che la maggioranza dell’opinione pubblica tedesca lo sostenga. Avete fatto un sondaggio? Non costituisce sicuramente una violazione della sovranità dell’Italia il fatto che la Germania trasporti un gran numero di immigrati clandestini sul suolo italiano? Suona come un’invasione…

Ma un commento forse ancora più tagliente alla risposta di Berlino è arrivato su X da John O’Sullivan, politico e giornalista conservatore, ex consulente di Margaret Thatcher, ex direttore di Radio Free Europe/Radio Liberty e di National Review, di cui ora è commentatore. Certo non un pericoloso fascista…

Sarebbe una risposta ragionevole se le ong che ricevono finanziamenti ufficiali dalla Germania trasportassero i migranti ad Amburgo. Allo stato attuale, il governo tedesco sta finanziando la violazione deliberata delle leggi italiane e un’invasione non militare di un alleato Nato. Immagino che alcune abitudini siano difficili da interrompere.

Solidarietà alla tedesca

Come noto, sul punto si sta consumando uno strappo tra il governo italiano e quello tedesco, dopo che Berlino ha ufficializzato da un lato la sospensione del meccanismo di redistribuzione dei profughi e la chiusura dei confini a est, dall’altro di finanziare le ong che operano nel Mediterraneo centrale per “soccorrere” e traghettare migranti in Italia. Una bella faccia tosta: solidarietà con i confini altrui, l’ha efficacemente ribattezzata Giorgia Meloni.

Il governo Scholz a quanto pare prosegue sulle orme di Angela Merkel nell’epocale errore di spalancare le porte dell’Europa ai migranti irregolari (la cancelliera poi si adoperò per chiudere la rotta che più infastidiva Berlino, quella balcanica, regalando 6 miliardi di euro di tutti gli europei a Erdogan).

Si chiama pirateria

Ma Musk ha osservato anche ciò che dovrebbe essere evidente a tutti: “Sembra molto più un traffico di esseri umani che un salvataggio di vite umane”. Come abbiamo ripetuto su Atlantico Quotidiano, infatti, non esistono naufragi programmati. Se si simula un naufragio, si imbarcano persone su natanti non idonei, mettendo a rischio vite umane, al solo fine di attirare i soccorsi e completare così la traversata, si chiama pirateria. In tal caso, più “soccorri”, più aiuti i pirati, come chiunque dovrebbe essere in grado di comprendere.

Sarà bene anche ricordare che le convenzioni parlano di “luogo sicuro”, non di “porto sicuro”, e che come spiegato non si tratta di veri naufraghi ma di migranti irregolari e il Paese di primo approdo è quello la cui bandiera batte la nave che li prende a bordo.

L’intervento di Musk ha provocato ovviamente le reazioni scandalizzate della sinistra immigrazionista. Ne citiamo due a nostro avviso emblematiche e utili ad approfondire ulteriori aspetti.

Cosa c’entra il Digital Service Act

Il parlamentare di Più Europa Riccardo Magi ha accusato Musk di aver ripostato un profilo di fake news, chiosando “viene da chiedersi se il proprietario di X sia in grado di assicurare tutti i requisiti di trasparenza degli algoritmi di X nel rispetto del Digital Service Act“.

L’invocazione del Digital Service Act in questa circostanza rivela in modo più efficace di tante analisi il fine ultimo di questa normativa: uno strumento di censura dei contenuti che urtano la suscettibilità dei progressisti o comunque disturbano i “manovratori”.

In pratica, Magi sta chiedendo a Bruxelles di sanzionare il social di Musk per una presunta fake news, che in realtà è semplicemente una lettura degli eventi diversa dalla sua. Vedremo come si muoverà la Commissione dinanzi a simili sollecitazioni che arriveranno senz’altro da più parti.

E il vecchio Twitter che censurava?

L’altra reazione è quella dell’editorialista del Corriere della Sera Antonio Politico, che riferendosi chiaramente ai post di Musk si chiede: “Ma X ha un’agenda politica? E noi che stiamo su X, serviamo solo come fondale teatrale?”

Anche questa molto interessante. Musk esprime liberamente una sua opinione politica su X, e non impedisce ad alcuno di esprimere la sua, mentre quelli di prima – è provatocensuravano su pressione di agenzie governative e per proprio pregiudizio ideologico. Una differenza non da poco. I post di Musk si possono criticare (fino ai limiti dell’insulto) senza incorrere in limitazioni, censure, shadow-ban, come invece accade su altri noti social a chi esprime certe posizioni e usa certi termini.

Quando il vecchio Twitter espelleva il presidente Donald Trump e oscurava migliaia di altri account conservatori dalla piattaforma; quando a pochi giorni dalle elezioni presidenziali censurava la storia del laptop di Hunter Biden sulla base di una operazione di disinformazione FBI-CIA; quando censurava scienziati non allineati sull’origine del Covid e sui vaccini; quando faceva tutto questo non aveva un’agenda politica? Non era, anzi, un’agente di propaganda di cui siamo stati tutti – chi più e chi meno – vittime o per lo meno oggetto?

E Mark Zuckerberg, Bill Gates, George Soros e tanti altri, non hanno forse “agende politiche” persino globali che esprimono esplicitamente nei loro discorsi, ma quando qualcuno lo fa notare si becca l’accusa di complottista o peggio? Eppure, questa domanda Polito sente l’esigenza di porsela ora, con Musk. Significativo, non trovate?

Come ha osservato Andrea Venanzoni su X, “complottisti dell’anti-complottismo. Irridono le paranoie altrui, espongono e criticano le teorie dei complotti, e ora scrivono di accordi occulti tra Musk e le estreme destre mondiali”.

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