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Fakhrizadeh: conferme sulla pista interna, guerra tra fazioni a Teheran in vista delle presidenziali

Zuppa di Porro: rassegna stampa del 17 settembre 2019

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Quando lo scorso 27 novembre lo scienziato Pasdaran iraniano Mohsen Fakhrizadeh fu ucciso in Iran, Atlantico Quotidiano è stato il primo – e probabilmente anche il solo – media italiano a non escludere che dietro quell’omicidio, oltre alle possibili e note piste estere, ci potesse essere anche una pista interna iraniana, riportando che era in corso in Iran una guerra senza confini tra fazioni, il cui obiettivo ultimo era la conquista del potere alle elezioni presidenziali del 18 giugno 2021.

In quella occasione, in un successivo articolo, riportammo anche del conflitto in corso tra il Parlamento – di fatto totalmente controllato dalla Guida Suprema Khamenei – e il Governo Rouhani, per il controllo del programma nucleare iraniano.

La nostra ipotesi era che la morte di Fakhrizadeh potesse essere utile alle fazioni oltransiste per rafforzare la loro posizione interna e per aumentare il livello di scontro esterno con gli Stati Uniti, anche in prossimità dell’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden (da gennaio 2021 ufficialmente presidente degli Stati Uniti).

Ora, una possibile conferma di questa pista arriva direttamente dall’Iran. Secondo quanto dichiarato dal ministro iraniano per la sicurezza e l’intelligence, Mahmoud Alawi, un membro dei Pasdaran avrebbe fornito le informazioni necessarie per uccidere Mohsen Fahkrizadeh. Non solo: Alawi ha affermato che il suo ministero, noto con l’acronimo MOIS, aveva informato per tempo i Pasdaran sul rischio di un possibile attentato contro Fakhrizadeh, proprio nello stesso posto dove lo scienziato sarebbe stato poi ucciso. Ma nonostante tutto, nulla è stato di fatto messo in atto per prevenire l’attentato.

Ora, tutte le piste e le affermazioni in merito alla morte di Fakhrizadeh vanno ovviamente prese con le pinze. Potrebbe semplicemente trattarsi di un agente Pasdaran corrotto o semplicemente di congetture inventate da Alawi, allo scopo di scaricare su altri le responssabilità per la morte dello scienziato iraniano. Le sue affermazioni dimostrano però come non solo in Iran sia in corso uno scontro politico per le prossime elezioni presidenziali, ma anche uno scontro istituzionale tra fazioni, che non risparmia nemmeno le varie agenzie e forze di sicurezza presenti nel Paese.

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