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Prove di Global Britain e preoccupazione per Hong Kong: parla l’ambasciatore Uk a Roma Jill Morris

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“C’è un rispetto profondo e reciproco tra Italia e Regno Unito. Siamo onorati del fatto che 700 mila italiani vivano e lavorino in Uk e, come ha detto il nostro primo ministro, continueremo a sostenere i loro diritti e a dare loro il benvenuto da noi”. Con queste parole l’ambasciatore del Regno Unito in Italia, Jill Morris, ha parlato del rapporto tra Roma e Londra durante il forum organizzato da Diplomatia “La relazione futura tra Regno Unito e Unione europea: le sfide e le opportunità per l’Italia”.

L’occasione è stata propizia per fare il punto su diverse questioni lasciate aperte dal nuovo corso delle relazioni internazionali del Regno Unito post-Brexit: dal concetto di Global Britain alla futura relazione tra Uk e Unione europea, passando per lo stato delle trattative sull’accordo di libero scambio con Bruxelles e la posizione del governo britannico su Covid-19, Hong Kong e Cina.

“Con l’Italia la cooperazione resterà molto stretta anche nel breve periodo”, ha detto Morris. “Noi ci apprestiamo a presiedere il G7, mentre l’Italia avrà la presidenza del G20. Inoltre, a novembre a Glasgow saremo co-organizzatori della COP26, la conferenza mondiale sul clima dell’Onu nella quale porteremo avanti la nostra ambiziosa agenda green”.

Come membro dell’Unione europea anche l’Italia sta partecipando e seguendo le trattative sull’Accordo di Libero Scambio (FTA) tra il Regno Unito e l’Unione, che definiranno il quadro dei rapporti economici e commerciali tra i 27 e Londra. “Usciamo dall’Unione europea, non dall’Europa. I nostri valori saranno quelli europei anche quando il processo di transizione sarà completato. La scorsa settimana c’è stata una videoconferenza tra il nostro primo ministro, Boris Johnson, e la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e mi sembra ci siano stati passi avanti. Le trattative ora accelereranno nel mese di luglio perché contiamo di chiudere tutto prima dell’autunno”. Ma quali sono i punti ancora di contrasto nelle negoziazioni per il Regno Unito? L’ambasciatore Morris ha affermato che “il Regno Unito ritiene sproporzionate alcune richieste dell’Ue sul level playing field” che vincolerebbero troppo Londra agli standard normativi europei.

E poi c’è la Global Britain, la Gran Bretagna post-Brexit inserita da nazione indipendente nella più ampia comunità politica ed economica mondiale. Già questa settimana sono stati fatti progressi sugli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti. In più, il ministro del commercio, Liz Truss, ha annunciato che sono state avviate trattative in tal senso anche con altri partner storici dello Uk, la Nuova Zelanda e l’Australia. E la “comunità di democrazie” di cui parla spesso Boris Johnson? “Fa anch’essa parte della strategia di Global Britain, per cui è essenziale che il Regno Unito promuova diritti umani e democrazia nel mondo”, ha affermato l’ambasciatore, in Italia da ormai 4 anni. “Il recente accorpamento del Department for International Development nel Foreign Office aumenterà la nostra influenza all’estero”.

Nel giorno della visita di Stato del presidente francese Emmanuel Macron, l’ambasciatore Morris ci ha tenuto a parlare anche della situazione di Hong Kong, “dove il primo ministro e il ministro degli esteri sono molto attivi” e dove “c’è preoccupazione per l’azione della Cina che non rispetta gli accordi internazionali basati sulla soluzione ‘Un Paese, due sistemi’”. Parlando di Cina è inevitabile che affiori l’argomento Covid-19: il Regno Unito è stato uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia la cui risposta, secondo Morris “deve necessariamente arrivare da un maggiore cooperazione tra gli stati, come dimostrato dal vertice globale sui vaccini che abbiamo ospitato la scorsa settimana”.

Infine, un’area che sta molto a cuore ai due Paesi: il Mediterraneo, la Libia. “Noi britannici condividiamo gli stessi obiettivi e la stessa analisi dell’Italia in Libia. La risoluzione della crisi deve essere diplomatica. La nostra è una partnership storica in una zona in cui abbiamo la fortuna di essere accanto a un Paese che vanta una conoscenza dell’area molto approfondita. Anche in Libia il rapporto tra Uk e l’Italia è molto solido”.

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