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Rimossi da Facebook centinaia di account della disinformazione iraniana in rete

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In un comunicato ufficiale, Facebook ha annunciato di aver rimosso centinaia di account fake (anche su Instagram), per oltre la metà provenienti da Russia, Georgia e Iran. Facebook ha preso questa decisione dopo aver scoperto che questi account appartenevano ad un vero e proprio network, che aveva come scopo una campagna di pressione fondata sulla disinformazione, spesso legata all’emergenza coronavirus. I network basati in Russia e Iran avevano come obiettivo un pubblico internazionale, mentre quelli nel Caucaso e in Georgia avevano come obiettivo un pubblico nazionale (obiettivi elettorali interni).

Per quanto riguarda il network iraniano, stavolta è venuto fuori qualcosa di sorprendente. Non è una novità infatti che il regime iraniano organizzi attacchi cyber per mezzo dei Pasdaran, o che controlli account social falsi per fini di disinformazione internazionale. Questa volta Facebook ha scoperto che a guidare il network iraniano era direttamente la IRIB – Islamic Republic of Iran Broadcasting Corporation – ovvero il sistema di telecomunicazioni dello Stato iraniano! Per capirci meglio, sarebbe come se domani venissimo a sapere che centinaia di account falsi che diffondono fake news nel mondo – allo scopo di creare panico e diffondere l’ideologia fondamentalista – sono direttamente controllati da un network che fa capo alla Rai!

In particolare, legati all’Iran sono stati rimossi:

  • 118 pagine like;
  • 389 account Facebook;
  • 27 gruppi;
  • 6 account Instagram.

L’attività, come suddetto, aveva come centro l’Iran – precisamente l’IRIB – e si estendeva all’estero, includendo Paesi come l’Algeria, il Banghladesh, la Bosnia, l’Egitto, il Ghana, la Libia (nel cortile di casa italiano), la Mauritania, il Marocco, la Nigeria, la Sierra Leone, la Somalia, il Sudan, la Tanzania, la Tunisia, lo Zimbabwe, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Ricordiamo infine che già a metà aprile Atlantico Quotidiano aveva riportato di una campagna di disinformazione sui social da parte del regime iraniano, coordinata dal gruppo IUVM, che aveva tra i Paesi obiettivo anche l’Italia. Obiettivo di quella campagna di disinformazione era diffondere l’ideologia islamista iraniana, la propaganda pro palestinese e fake news sull’origine del coronavirus, slegata dalle responsabilità cinesi.

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