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“Il nazista che salvò gli ebrei”: storie di coraggio nel libro di Andrea Vitello

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Ci avviciniamo alla giornata della Memoria, il 27 gennaio, e nel panorama della saggistica italiana possiamo trovare un libro che racconta una storia poco nota, se non dimenticata: “Il nazista che salvò gli ebrei, storie di coraggio e solidarietà in Danimarca” (edito da Le Lettere), un saggio scientifico scritto dal giovane storico Andrea Vitello.

Nel libro, impreziosito dalla prefazione di Moni Ovadia, l’autore, grazie all’analisi scientifica di fonti, documenti e testimonianze, ci fa conoscere la vicenda di Georg Ferdinand Duckwitz, nazista tedesco della prima ora che lavorerà, sotto l’ala di Alfred Rosemberg, all’ufficio esteri del partito nazista dal 1933 al 1935, il quale renderà possibile il salvataggio di più di 7 mila ebrei che si trovavano in Danimarca, e per questo in seguitò riceverà il titolo di Giusto tra le Nazioni.

Il sabotaggio

La storia si svolge quasi esclusivamente in Danimarca, Paese con una costituzione liberale, invaso dai nazisti il 9 aprile 1940, con i quali deciderà di attuare una cooperazione pacifica in grado di fargli mantenere una certa autonomia e di non far introdurre le leggi di Norimberga contro gli ebrei.

Proprio in Danimarca, Georg Ferdinand Duckwitz ricoprirà il ruolo di membro dell’ambasciata tedesca a Copenaghen, con stretti rapporti con il Ministero degli esteri del Terzo Reich. Quando l’11 settembre verrà a conoscenza che sono cominciati i preparativi per deportare, nei campi di concentramento, gli ebrei della Danimarca, questi farà il possibile per sabotare l’operazione e far scappare gli ebrei in Svezia, fin quando il 28 settembre, scoprendo la data ufficiale della retata, farà in modo che l’informazione raggiunga la popolazione danese e la comunità ebraica.

Così facendo, il popolo danese riuscì a salvare quasi tutti gli ebrei presenti in Danimarca, prima nascondendoli dal raid nazista avvenuto la notte tra il 1° e il 2 ottobre, e poi aiutandoli a fuggire in Svezia, Paese rimasto neutrale.

Un caso unico

Il caso danese è unico perché, rispetto ad altri salvataggi avvenuti nel corso della Seconda Guerra Mondiale in altri Paesi, in Danimarca l’intera popolazione, dal re fino alle persone appartenenti alle classi sociali più umili, contribuì al salvataggio degli ebrei.

L’autore segue l’andamento cronologico delle vicende, e grazie a una seria ricostruzione storica ci permette di scoprire molte vicende umane del tempo, poco note, compresa quella di Duckwitz, che sarà anche coinvolto nella congiura per assassinare Hitler, culminata nel fallito attentato del 20 luglio 1944.

Il ritmo del libro è godibile e scorrevole, inoltre la sezione dedicata alle storie di salvataggio è scritta con uno stile molto vicino a quello della narrativa. Un saggio originale da far leggere anche agli studenti delle scuole, per dimostrargli come l’Olocausto non sia stato un evento ineluttabile.

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