Esteri

Controffensiva nel Kursk e droni su Mosca: la strategia di Kiev

Si intensifica l’azione ucraina dopo il no al cessate il fuoco di tre giorni proposto da Putin

zelensky

Nuova controffensiva di Kiev nella regione russa di Kursk. Gli incursori ucraini sarebbero riuscito a entrare nella periferia di Tetkino,  non molto lontano da Sudzha, dove le forze di Volodymyr Zelensky avevano lanciato la precedente controffensiva il 6 agosto del 2024. Nella zona sono stati registrati intensi combattimenti. Immagini diffuse online mostrano bombardamenti massicci: l’esercito ucraino sostiene di aver colpito postazioni di artiglieria e unità di droni russe, mentre Mosca tenta di arginare l’avanzata utilizzando bombe plananti. Secondo le ricostruzioni, operazioni simili sarebbero in corso anche più a est, in direzione di Novy Put, lasciando intendere la possibilità che Kiev stia cercando di aprire nuovi varchi nel territorio russo.

Al momento non sono giunte conferme ufficiali né da Kiev né da Mosca, ma il dibattito è già aperto sui media specializzati, compresi esperti militari ucraini come Mikhail Zhirokhov. Come riportato da Repubblica, alcuni giorni si segnalavano movimenti di truppe e trasferimenti d’urgenza di rinforzi russi nell’area, ma secondo le ultime informazioni gli ucraini sarebbero riusciti a penetrare nella cittadina di confine. Tetkino si trova in una particolare posizione geografica, essendo circondata da territorio ucraino su tre lati, uno dei quali reso difficilmente accessibile da un’area paludosa.

L’azione militare arriva alla vigilia del 9 maggio, data simbolica per Mosca che celebra la vittoria nella Seconda guerra mondiale. Il Cremlino aveva auspicato una tregua di tre giorni in coincidenza con le celebrazioni – quest’anno impreziosite dalla presenza del presidente cinese Xi Jinping – ma Kiev ha respinto l’ipotesi, dichiarando invece di auspicare un cessate il fuoco di durata ben più estesa, almeno un mese. La richiesta ucraina appare anche come una reazione al tentativo russo di sfruttare il momento solenne per guadagnare legittimità e respiro militare. “Non possiamo garantire la sicurezza dei leader stranieri che parteciperanno alle celebrazioni del 9 maggio”, ha dichiarato Zelensky, definendo la proposta di tregua una “manipolazione”. Da parte russa, il portavoce Dmitry Peskov ha ribadito l’intenzione di rispettare comunque il cessate il fuoco, ma ha avvertito che qualsiasi attacco ucraino riceverà “una risposta immediata e proporzionata”.

L’operazione di Kiev difficilmente potrà replicare l’estensione della controffensiva dell’agosto scorso, che aveva portato all’occupazione temporanea di oltre 100 chilometri quadrati nella regione di Kursk. L’effetto sorpresa, infatti, appare oggi molto più limitato, mentre in entrambe le regioni di confine – Sumy da parte ucraina, Kursk da quella russa – le forze militari sono state ampiamente rafforzate in vista di nuovi scontri.

Secondo fonti russe, tra cui il canale Telegram “NGP Razvedka”, nella zona continuano duri scontri, con diverse unità corazzate andate distrutte. Altri mezzi blindati ucraini avrebbero tentato l’assalto su Novy Put. I primi segnali di una possibile nuova offensiva erano emersi nei giorni scorsi su canali Telegram russi e sono stati menzionati anche in un rapporto dell’American Institute for the Study of War del 5 maggio.

L’esercito ucraino mantiene il riserbo ufficiale, ma ieri il governatore dell’amministrazione militare di Sumy, Mykhailo Melnyk, ha invitato i residenti delle cittadine di Bilopillya e Vorozhba, situate vicino al confine e lungo la direttrice che porta a Tetkino, a evacuare con urgenza. Un appello simile è stato lanciato anche dal sindaco di Glushkovo, il centro russo più vicino all’area degli scontri.

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Ma non è tutto. Anche Mosca è finita nel mirino di una vasta offensiva condotta con droni di fabbricazione ucraina. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo, nella notte tra domenica e lunedì sono stati intercettati 19 velivoli senza pilota nei cieli della regione di Mosca, parte di un attacco più ampio che avrebbe coinvolto oltre cento droni lanciati sul territorio russo.

L’attacco, che non ha provocato vittime né danni gravi, è stato seguito dalla chiusura temporanea di quattro aeroporti della capitale – Vnukovo, Domodedovo, Sheremetyevo e Zhukovsky – oltre a quelli di Kaluga, Saratov e Volgograd. Alcuni detriti sarebbero precipitati su un’importante arteria stradale che conduce a Mosca, senza conseguenze per la popolazione, ha confermato il sindaco Serghei Sobyanin. Nel corso del pomeriggio, la difesa aerea è nuovamente entrata in azione per neutralizzare altri droni in avvicinamento alla città.

Franco Lodige, 7 maggio 2025

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