Economia

Gas e benzina, i rischi di un nuovo salasso

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La profonda crisi che ormai da settimane imperversa in Medio Oriente rischia di comportare delle pesantissime ripercussioni per le tasche dei consumatori italiani ed europei. Già all’indomani del feroce attacco sferrato da Hamas ai danni di Israele, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva messo in guardia i cittadini circa la possibilità di eventuali rincari sulle bollette del gas e sul prezzo dei carburanti. Un copione per certi versi analogo a quello già visto dopo l’invasione russa dell’Ucraina, con la possibilità che, peraltro, gli squilibri energetici connessi alla crisi mediorientale possano rivelarsi ancor più impattanti per i paesi europei rispetto a quelli derivanti dal conflitto in terra ucraina.

Proprio lo scoppio della guerra russo-ucraina aveva infatti già contribuito a segnare negativamente tutti i paesi dell’Eurozona, con l’Italia investita da una crisi energetica che ha comportato per le famiglie, in tutto il 2022, un aumento del 108% rispetto all’anno precedente per ciò che concerne le forniture di energia elettrica, nonché un 57% in più, sempre rispetto all’anno 2021, per gli approvvigionamenti di gas. In totale, i rincari nel settore energetico hanno inciso per oltre il 70% sulla crescita inflazionistica complessiva, e ciò, nonostante le misure governative in materia energetica abbiano contribuito a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo per oltre un punto percentuale, come evidenziato da Bankitalia.

Gli esponenziali rialzi dei prezzi dell’energia, hanno così contribuito a erodere progressivamente il potere d’acquisto dei consumatori italiani, minacciato adesso da un’ulteriore crisi che, come dicevamo, potrebbe comportare conseguenze economiche ancor più rovinose per le tasche dei cittadini. Già dopo pochi giorni dallo scoppio della crisi mediorientale, le quotazioni di gas sui mercati internazionali si erano impennate di circa il 34%, un aumento che, se restasse tale, determinerebbe già di per sé una spesa aggiuntiva di 355 euro su base annua a famiglia alla voce “approvvigionamento materia prima energia”, come sottolineato dal Codacons.

Secondo le prime stime realizzate dall’associazione che tutela i diritti dei consumatori, infatti, la bolletta media del gas potrebbe aumentare di 210 euro, mentre quella dell’elettricità di 145 euro, con un incremento complessivo del 17% rispetto alle attuali tariffe. Non solo. Ai rincari dell’energia rischiano inoltre di aggiungersi anche quelli dei carburanti. Dopo un periodo di ribasso, potrebbe infatti registrarsi una nuova impennata del prezzo del petrolio per effetto diretto della guerra in Israele. Un aumento che, inutile dirlo, andrebbe a scaricarsi direttamente sui distributori e, di conseguenza, sulle famiglie. Nella fase antecedente all’inizio delle ostilità in Medio Oriente il prezzo del greggio era calato sotto la soglia degli 80 dollari al barile, salvo poi aumentare, fino a sfiorare la quotazione di 90 dollari, poche ore dopo l’attacco di Hamas.

Dopo un’impennata iniziale il prezzo del greggio sembrerebbe ora aver ripiegato, tuttavia, è ancora presto per cantare vittoria. Le quotazioni del petrolio potrebbero infatti far registrare un drastico aumento nelle settimane a venire, soprattutto laddove la guerra dovesse protrarsi a lungo, o, ancora peggio, se si allargasse anche ad altri paesi del Medio Oriente. Senza dimenticare, poi, l’eventualità che Stati Uniti e Unione europea possano decidere di imporre sanzioni ed embarghi all’Iran, accusato di aver appoggiato Hamas. Il che, comporterebbe un’immediata ripercussione sui prezzi del greggio, con una riduzione delle esportazioni di petrolio iraniano e una conseguente impennata dei prezzi del Brent, che, secondo le stime degli analisti, si spingerebbe inevitabilmente ben oltre quota 100 dollari al barile nel breve termine.

In tale contesto, giocherebbe tra l’altro un ruolo centrale il fattore “incertezza”, con petrolio e gas che, venendo percepiti come “rischiosi”, diverrebbero ben presto oggetto di speculazioni, innescando così una folle corsa per accaparrarsi le scorte al fine di scongiurare, o perlomeno limitare, i potenziali effetti di crisi future. In un simile scenario, il rialzo dei prezzi potrebbe essere tale da far schizzare il greggio finanche verso la cifra monstre di 150 dollari al barile, che in termini pratici vorrebbe dire benzina stabilmente sopra i 2,3 euro al litro. Un vero e proprio salasso per famiglie e consumatori, che si troverebbero costretti a dover sopportare sulle proprie tasche anche il peso della crisi mediorientale, dopo aver già subito, nei mesi precedenti, quello del conflitto in Ucraina.

Torna così di strettissima attualità nel Paese il tema dell’autonomia energetica. Dopo l’invasione russa di Kiev, l’instabilità in Medio Oriente ci espone a nuovi rischi legati agli approvvigionamenti. L’Europa possiede infatti elevati livelli di dipendenza energetica, che vanno dal 55% al 70%. L’Italia, dal canto suo, fa registrare un tasso di dipendenza ancor più importante, prossimo a circa l’80%. E se è vero che negli ultimi mesi Roma ha cercato di allentare il legame energetico con la Russia, d’altra parte, restiamo comunque agganciati tanto al Medio Oriente, quanto al Nord Africa. Proprio dall’altra sponda del Mediterraneo potrebbero presto sopraggiungere altri grattacapi per il nostro Paese. L’Algeria è infatti il principale fornitore di gas naturale dell’Italia, per circa il 36% del totale dei metri cubi importati, e al contempo uno dei paesi più vicini ad Hamas. Anche tale ambiguità, inutile sottolinearlo, potrebbe pesare, e non poco, sulla questione energetica nei mesi a venire.

Orbene, se tutte le principali fonti di approvvigionamento divengono di colpo incerte, e le alternative di conseguenza particolarmente dispendiose, urge ricercare tempestivamente altre soluzioni (il nucleare?) che possano consentirci di affrancarci dalla sudditanza energetica odierna. Perché, se c’è una cosa che i due conflitti attualmente in atto dovrebbero averci insegnato, non avendo fortunatamente patito la tragedia bellica sulla nostra pelle, è che dipendere energicamente dagli altri può rivelarsi (e puntualmente si rivela) alquanto pericoloso (oltre che eccessivamente oneroso).

Salvatore Di Bartolo, 20 gennaio 2024