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Quando Sallusti demolì il “moralista” D’Alema

In questi giorni Massimo D’Alema è tornato al centro del dibattito pubblico per il caso dei 500 mila euro di stipendio presi durante gli anni di presidenza della Fondazione Socialisti europei.

Ed è stata proprio la fondazione a fare causa al “lider maximo” chiedendo la restituzione dell’intera somma poiché “il contratto – firmato dall’ex segretario, il generale Ernst Stetter, e dall’ex presidente Massimo D’Alema – non era mai stato presentato né convalidato né dall’Ufficio di presidenza della Feps né dall’Assemblea generale della Feps, come richiesto dalle disposizioni di legge e dalla legge belga.” Questa irregolarità procedurale, secondo la Fondazione, annullerebbe di fatto il contratto.

D’Alema si è difeso su Repubblica sostenendo di essere stato pagato addirittura meno del suo valore e che tutto questo polverone sia frutto di una vendetta politica nei suoi confronti.

Alessandro Sallusti durante una puntata di Ballarò del 2010 aveva già avuto modo di mettere in luce il finto moralismo dell’ex segretario dei Ds, che non gradì per niente.

Dalla puntata del 4 maggio 2010

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